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lunedì 22 dicembre 2014

Tour invernale della Sicilia: Segesta, Mazara, Selinunte, Agrigento e Ragusa.

Eccoci al secondo pit stop di questo tour invernale della Sicilia. Qui il primo racconto.

Ne abbiamo macinati di chilometri sotto le suole e di calorie sotto i denti!

Andando a ritroso, dalla meta più recente a quella più lontana, stiamo godendo la digestione di un'ottima cena a Ragusa Ibla!
Ci sembra di aver capito che da queste parti si gusta meglio la carne e le verdure del pesce. Del resto, siamo a 15 minuti di auto dalla costa più meridionale della Sicilia. Due ristoranti diversi per cena e per pranzo, ma medesimo risultato di gran soddisfazione e gusto: Il Barocco - ristorante pizzeria con ampia scelta e valide proposte - e La bettola, piccola trattoria a conduzione familiare.
La città di Ragusa Ibla è una chicchina da presepe, con la maestosa chiesa barocca che domina la piazza dalla sua maestosa scalinata. Dietro si articola un dedalo di viuzze tra scale di sali e scendi e un'altra parte di città più regolare ma ugualmente ben tenuta e valorizzata.

L'impressione arrivando a Ragusa è stato quello di trovarsi in un territorio effettivamente diverso dalle altre provincie visitate, mi è venuto da dire "la svizzera della Sicilia". È tutto molto ordinato. Non solo la città, ma anche la campagna attorno, i monti Iblei. Arrivando da Gela, dalla superstrada, Ragusa non si vede. È nascosta, ti appare tutta insieme come per incanto. Arrivi alla città alta e ti trovi a scendere scendere scendere fino a quanto ti appare questo cucuzzolo urbanizzato davanti. Una soddisfazione incredibile per gli occhi.
Il tragitto di strada che abbiamo fatto tra Agrigento e Ragusa è stato costellato da una diverse tipologie di paesaggio. Quello prossimo a Ragusa è effettivamente il più ordinato e incredibilmente regolare. Campagne brulle e verdi che sembra di essere in Irlanda, con la differenza che hai sopra di te un cielo limpido e azzurro, un caldo sole e un vento caldo che spira dal male. Muretti a secco separano i poderi di erba verde smeraldo, tanto che sembra di essere nel vercellesse e mirare risaie.
Una campagna oggettivamene bella, la cui bellezza è sicuramente amplificata dal contrasto con il paesaggio della devastata periferia di Gela, d maleodorante di petrolchimico.
La parte tra Agrigento e Gela ci ha colpito per la distesa di serre e culture a vite - immagino di passito perché coperte da reti. Il risultato è quello di passare al centro di campagne immense rivestite di plastica bianca e rilucente di sole delle serre, dentro pomodori zucche e peperoni.

Agrigento è una città che al primo colpo d'occhio sembra bruttissima. Per qualcuno lo può rimanere anche al secondo. Noi ci abbiamo dormito due notti, in un b&b del centro. Abbiamo girovagato per i suo vicoli che salgono e scendono - con passeggino ed infante a bordo di 19 kg - abbiamo percorso la sua Via Atenea e il Viale della Vittoria più volte durante il soggiorno. Ci siamo persi un paio di volte nei suoi obbligati sensi unici. Posso dire ora che è una città con un suo carattere e con una sua particolarità urbanistica. Il suo profilo sul promontorio antistante la Valle dei Tempi ricorda quello di Assisi, i suoi terribili palazzi anni Sessanta Settanta ricordano Genova insieme a qualche Carrugio. L'impatto che si ha dalla strada arrivando ricorda Perugia e il sali e scendi per i suoi vicoli può dare l'idea della Vecchia Lione. Ma dentro è solo Agrigento, ed è unica.
La Valle dei Templi, nemmeno a dirlo, è bellissima. Non saprei dire se è più stupefacente la disposizione paesaggistica dei tempi sulla collina o il colore caldo della pietra e la quantità di reperti. Era quello che mi aspettavo, la magnificenza greca e la sua grandiosità. Ho apprezzato molto l'Icaro caduto di Igor Mitoraj e il giardino della Kolimbethra restaurato grazie al contributo del FAI. Gastronomicamente parlando Agrigento ci ha dato qualche chilo in più, e di questo efficientissimo nutrimento possiamo ringraziare A'Putìa Bottega siciliana per il sano e gustoso aperitivo, Naif per l'ottima carne e ExPanificio per le sarde alla beccafico e i dolci del monastero di Santo Spirito.

Ma ci eravamo preparati ai templi di Agrigento, visitando Segesta prima e Selinunte poco prima. Entrambi molto belle. Segesta, poco distante da Trapani, è un piccolo ma ben mantenuto sito, dove in una posizione panoramica sul Castellammare del Golfo si può ammirare un delizioso teatro e un tempio dorico ben mantenuto. Il tempio ha mantenuto solo l'ordine esterno delle colonne e non si può visitare all'interno, almeno in questa stagione. Selinunte, nel comune di Castelvetrano, è invece un sito immenso, che oltre ad un tempio ben mantenuto ne ha altre due in maestose rovine e una grande acropoli con ancora ben visibile parti di pavimentazioni e mosaici. Di questa stagione la si può visitare anche in macchina, altrimenti, gambe in spalle e andare... La Maghetta è ormai diventata una cacciatrice di tempi!

Altro non ci resta che citare la sobria e al contempo insolita Mazara del Vallo. Sembra essere la città più nord africana della Sicilia. La sua numerosa flotta di pescherecci attira immigrati tunisini e la città riflette nelle sue forme questo stretto legame. Una bella piazza dalla chiesa barocca, manco a dirlo vero, e tutto un retro di viuzze e case basse con passaggi stretti e ben decorati da piastrelle e maioliche incastonate nell'intonaco. Abbiamo mangiato in un ottimo ristorante vicino alla stazione La bettola e mangiato ottima pasticceria - tra cui lo stupefacente cannolo grezzo - alla pasticcera Mangogna. Ci siamo persi ahimé il couscous di pesce, alla maniera di Mazara, sembra che in bassa stagione non valga la pena preparne. Ma come dire, non ci possiamo certo lamentare, potevamo mangiare meglio che in Sicilia?

mercoledì 17 dicembre 2014

Tour della Sicilia in inverno: Trapani, Marsala ed Erice

Dopo aver mancato i racconti delle vacanze estive in Corsica e nelle Marche, eccoci che torniamo a meno di sei mesi dall'ultimo post (!!!) per raccontarvi il nostro viaggio di nozze fuori stagione (argh! di nozze, avete letto bene!) niente popò di meno che... in Sicilia!

Ufficio postale di Trapani Veniamo al dunque, prima tappa Trapani! Primo volo per la Maghetta e tanta emozione anche da parte sua e nostra. Valige un po' improvvisate dopo l'ultima fatica della festa di matrimonio ;-)
Potrei aprire una rubrica interessate della serie "cose imperdibile da non lasciare a casa quando viaggi d'inverno con un bambino"... Esempi? Copertina per quando si addormenta sul passeggino, oppure sciroppo per la tosse,  cappelli e guanti di ricambio perché un solo paio finirà subito nelle pozzanghere... e potrei andare avanti a lungo.

Ma veniamo alla città e alle impressioni da fermare. Siamo arrivati che c'era il sole, un clima mite e le strade bagnate nell'ora della siesta pomeridiana oltre ai negozi chiusi. Niente orario continuato se non per la grande distribuzione fuori città. Città turistica sì - ma o a causa della bassa stagione o per la vicinanza con l'Africa - sembra andare più lentamente. Nella passeggiatina che abbiamo fatto tra la merenda e l'aperitivo, Trapani ci si è concessa come una bella cittadina, dal centro storico valorizzato e ripulito. Sembra ci sia stata una bella e funzionante operazione di recupero degli edifici e dei monumenti tra Via Torrearsa e Corso Vittorio Emanuele. A sentire dalla nostra datata guida cartacea è una operazione precedente il 2006. Complimenti alla città dal bel Palazza Senatorio con i due orologi e il suggestivo passeggio sulle Mura di Tramontana.
Le foto guardale sul web che ho scordato a casa anche il cavetto per scaricarle dalla mia anziana macchina fotografica.
Bella Trapani! ...ho osato definirla "borghese", perché la mia impressione è stata quella di una cittadina florida la cui popolazione urbana si è fatta ricca grazie alle sue fertili terre intorno e dal suo pescoso mare.
Dopo la bella merenda a base di cannoli di ricotta - come resistere! - siamo riusciti ad andare pure a cena e siamo stati ben fortunati ad imbatterci per caso nel Ristorante Al Vicoletto. Abbiamo assaggiato prodotti di tonnara insieme ad una speciale caponatina trapanese, ed abbiamo ricevuto il nostro battesimo con le busiate, questa pasta fresca tipica trapanese che è una via di mezzo tra il bucatino e il fusillo. Non ve la immaginate? Correte a Trapani, cosa aspettate!

Ma non siamo certo gente che si dorme sull'allori, qui da vedere - e soprattutto da mangiare, ci sono un sacco di cose e robe buone!
Non potevamo certo perderci Marsala, proprio adesso che ci stiamo imparentando con uno dei Mille! Più raccolta di Trapani ma ugualmente deliziosa e ben tenuta è la città che la Camicia Rossa scelse per approdare in Sicilia. Ci sarebbe piaciuto tanto poter vedere anche il Museo Archeologico che raccoglie i maggiori reperti rinvenuti della città fenicia ma con la Maghetta a bordo del suo carretto quattro ruote rischiavamo di farne un'altra noi, di guerra punica e di distruggere la famosa nave recuperata al largo delle Egadi nel 1971. Alcune foto qui che danno l'idea di come anche solo l'edificio - ex stabilimento vinico del '900 - avrebbe meritato ben un visita! Oh voi turisti senza figli piccoli godetevi questo spettacolo!
Busiate in biancoDopo la passeggiata per le vie delle struscio ci siamo fermati a pranzo alla Trattoria Garibaldi e non abbiamo resistiti al buffet di antipasti modello anni '80 e alla specialità della casa, cous cous di pesce! Mezza porzione però! che qui vogliamo assaggiare tutto senza tornare a ruzzoloni a casa! La nostra adorata peste invece ha voluto le busiate in bianco e manco a dirlo le mani affondavano nell'olio siciliano!
Devo dire che il couscous era assai diverso da quello che mi aspettavo, quasi farinoso perché i chicchi, seppur ben cotti erano tra loro ben staccati e non legavano affatto, e il sugo assai pomodoroso mi ha lasciato un po' perplessa, solo un po' perché nel piatto non c'è rimasto niente. Ho rischiato anche la dentiera per spezzare la chela di un granchio, ma per fortuna il cameriere premuroso mi ha portato le pinze. Cibo buono e trattoria vecchio stampo, accogliente e curiosa, come i commensali che avevamo attorno. Viva Marsala!


Ma nemmeno a pancia piena ci siamo arresi alla pioggia che si è intromessa tra noi e la Sicilia. Nel pomeriggio abbiamo preso la funivia per Erice e sembrava di essere arrivati a Frittole, millequattro, quasi millecinque. Leonardo non c'era, e se c'era non lo abbiamo visto per la nebbia. Il paese è delizioso, tenuto come un borgo di un presepe, con una pavimentazione in ciottoli che penso sia unica al mondo, bellissima! ...e a proposito di presepi, abbiamo trovato questa manifestazione EricéNatale. Maghetta si è incantata a vedere l'uomo che fa il pane, quello dei vasi e pure una cucina tutta allestita del Regio Presepe monumentale meccanico davanti al Polo Museale.
 Ma torniamo al nostro perlustrare il borgo dalle belle pietre. Il Duomo e la sua Torre sono bellissimi, di un romanico massiccio e serafico nella sua monumentalità squadrata. Bello e chiuso, come un po' tutto di questa stagione a Erice. Tutto ma non Maria Grammatico, che ci ha rifocillato ed ingrassato con la sua pasticceria ed in particolare con le genovesi calde. Le genovesi sono un po' come le campigianine, per chi le conosce.  Cosa dire, io ho goduto così tanto a mangiare quella crema calda dentro la frolla così friabile e dolce che ho dovuto fare il bis ^_^ avrei voluto fare il tris ma ancora sono un po' timida nel farlo davanti a tutti e quindi volevo optare per la scartatina da portare a casa. Ma il mio neo-marito mi ha fatto puntigliosamente notare che "questi sono prodotti da apprezzare in loco, che senso ha portarseli a casa"... io non ho voluto discute e ingrassare ulteriormente lì su due piedi, ma secondo me avrebbe avuto senso, trovarmi ora, nella nostra camera del residence a scrivere qui sul blog tra le briciole di pasta di mandorle... mi rifarò in futuro, ne abbiamo di tempo e di voglia di conoscere la Sicilia!

domenica 15 giugno 2014

Viterbo in 3B: bella, bagnata e buia

Si è conclusa la nostra settimana di vacanza in Puglia con la sosta a Viterbo.

Era da un po' che facevo la corte al Giardino dei Mostri di Bomarzo ed abbiamo puntato alla sosta viterbese proprio per visitare questo famoso giardino manierista.
Ma non mi sono tolta la voglia! ...anzi!
Infatti il tempo di ieri e di questa mattina è stato davvero inclemente e proibitivo e di Viterbo abbiamo visto poco e niente... anche perché l'illuminazione cittadina è praticamente inesistente.

Abbiamo soggiornato presso il Relais Paradosso in pieno centro storico, e questo ci ha permesso di sfruttare quelle poche ore senza pioggia nella serata di sabato.
Viterbo è una città particolare, assolutamente sincera e per niente "infiocchettata", schietta.
Belle le piazze - Piazza della Morte, Piazza del Gesù - e le sue fontane che aggiungevano acqua a quella caduta dal cielo. Grandi e profumati tigli, e magnolie, si affacciavano dagli alti muri che cingevano bei giardini di palazzi rinascimentali. Tanti ristoranti, tanti locali e tante macchine. ...ed è da lì forse, che attinge il suo gusto retrò, un po' anni ottanta, macchine ovunque, parcheggi impossibili, auto con velocità esose per strade strette e inerpicate.
Abbiamo mangiato al Ristorante Tre Re, che del retrò è l'essenza: perlinato alle pareti con incastonati attaccapanni e foto in bianco e nero dell'evento locale per eccellenza, un cero altissimo portato da 150 uomini a spasso da una chiesa all'altra. Buoni i piatti, ottimo il prezzo, consigliabile, solo dieci tavoli e tanti piatti locali; io ho approfittato della cicorietta cruda al pesto, pesto di Viterbo con acciughe e aglio ^_^.

A conclusione possiamo dire che: Viterbo merita una visita senza pioggia, che ci torneremo per vedere anche Bomarzo e Civita di Bagnoregio (la città del film di Sordi che fa il prete e prende quel lungo viadotto in motorino, ricordate?), che si mangia bene, un mix tra piatti umbri, laziali e toscani e che ci porteremo una torcia, perché risparmiano sull'illuminazione cittadina ^_^.

Terremo con noi il ricordo di questa unica notte viterbese, del temporale, della pioggia sul tetto di legno, dei profumi delle pareti di pietra e delle piante bagnate del giardino oltre la finestre e del canto degli uccellini sui rami. Viterbo trebi: bella, bagnata e buia.

lunedì 9 giugno 2014

Orvieto, tappa verso sud.

Partiti in ritardo sulla nostra tabella di marcia, abbiamo fatto sosta dopo appena due
ore di cammino nella bella Orvieto.
Se non ci siete stati, fermatevi, almeno una notte, dormite nel suo vitale centro storico. Se ci andate d'estate, fatevi dare una camera non sulla strada o almeno non vicina ad un locale notturno, parola di chi l'ha provato.
In questi week end ad Orvieto c'è stata l'infiorata, e le festività legate alla pentecoste.
Ogni rione, realizzava una grande formella gigante di un quaadro figurativo con dei fiori. Venerdì sera il centro storico era animato, gente per strada, locali estivi nelle corti (e in prossimità della nostra finestra). Noi avevamo solo voglia di passare a vedere di notte la più bella facciata del mondo. Il Duomo di Orvieto è una perla del nostro patrimonio artistico come tutta la città appollaiata sulla grande roccia di tufo.
Abbiamo alloggiato all'Hotel La Posta, in centro, economico, camere carine e solo... con ampie finestre su strade animate e rumorose. Abbiamo mangiato alla Trattoria La Grotta degli ottimo gnocchi ai porcini e un ultra dry Orvieto Classico, forse un pelo caro per quel che abbiamo mangiato e bevuto, ma tutto ottimo!
La mattina dopo abbiamo visitato la chiesta e finalmente ho ammirato la Cappella di San Biagio ^_^.
La Maghetta è pienamente a suo agio a girare, cambiare camera d'albergo e visitare chiese, da chi avrà presto? Babbone, prepariamo un bell'itinerario per l'estate?

mercoledì 28 agosto 2013

Ascoli Piceno, città felice.


Degli amici tempo fa ci hanno passato il capodanno e noi li guardammo con gli occhi fuori dalle orbite: "che ci andate a fare ad Ascoli Piceno?". Una provincia italiana che passa in sordina ma che ha bellezze, e bontà!, da vendere! ...e quindi noi al ritorno dalla nostra vacanza in Puglia ci siamo fermati in questo capoluogo di provincia marchigiano. Lo dico, perché ce lo siamo pure chiesto, in che regione siamo? Bhe d'ora in avanti ci ricorderemo bene di Ascoli, in quanto bella cittadina dove il ritmo della vita sembra confacente con il decoro umano! E qualcuno in famiglia ha cominciato a dire, quando si torna ad Ascoli Piceno?

giovedì 22 agosto 2013

Altamura e il mangiar bene. Dal Gargano alla scoperta della Puglia e non solo IV parte

Altamura, 2013
Ad Altamura ci siamo fermati per caso, perché lo stomaco reclamava proprio quando eravamo nei paraggi sulla strada per Matera, ed è stata una situazione fortunata. Abbiamo trovato sulla nostra strada il Pein Assutt - dove abbiamo mangiato fino a non poterne più per 15 euro a capoccia e la Maghetta si è spolverata un bel piatto di orecchiette al sugo finto - il resto lo potete vedere da voi in questi scatti che seguono.

mercoledì 17 luglio 2013

Scorrazzando per il Gargano: Mattinata, Peschici, Monte Sant'Angelo, San Giovanni Rotondo!

Quarto giorno in terra di Puglia e molti chilometri macinati, che bella vita nel nostro Bel Paese, quando si in vacanza, si gode di sole e cibo buono, e non si sentono le notizie al telegiornale! Lunedì abbiamo passato la giornata alla spiaggia di Vignanotica a qualche km a nord di Mattinata verso Vieste, ma non pensate che sia stata una noioso e tranquilla giornata di mare e sole, non mancata qualche nota di brivido puro! ...martedì abbiamo macinato almeno 150 km sempre verso nord per andare a visitare Peschici e uno dei suoi trabocchi a mangiare orate appena issate dalle reti in fondo a quegli antennoni, ed oggi siamo andati a vedere la megalitica chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, per poi visitare lo splendido paese di Monte Sant'Angelo, domani, se ci riesce, proviamo a vivere senza far niente, e magari riprendiamo anche contatto con gli indigeni, magari alla ricerca di un mercato settimanale!

venerdì 2 dicembre 2011

A zonzo con la panza: week end a Firenze con gita fuori porta _ parte seconda: San Gimignano, Colle Val d'Elsa e Volterra!

Se il sole vi assiste - o almeno non piove - può essere un ottimo diversivo - quello di lasciare la città per una gita fuori porta. Difficile sarà capire dove andare perché di posti belli, ahimè ce ne sono un sacco da vedere nei dintorni di questa altrettanto bella Città Immobile!
Potete scegliere di andare a nord, a visitare la valle della Sieve, il Mugello e l'alto Mugello, assai indicato in autunno perché è terra di marroni e di feste in piazza dove la gastronomia fa da padrone. Qualcosa si racconta in questo post di tanti anni fa...
Oppure potete scegliere di andare nel Chianti, come facemmo in quest'occasione...
Ma noi abbiamo scelto per un giro tra il classico e l'alternativo: San Gimignano, Colle Val D'Elsa e Volterra, con tanto di sosta intermedia per il pranzo già prenotata all'Officina della Cucina Popolare!

sabato 19 novembre 2011

A zonzo con la panza: week end a Firenze con gita fuori porta


Nello scorso ponte dei primi di novembre abbiamo avuto il piacere e l'onore di ospitare illustri rappresentanti della Regione più piccola e più a nord-ovest d'Italia, alias parents and the-big-brothers dell'ammutolito consorte (non scrive più, lamentatevi anche voi!).
Complici le belle giornate di sole tra una disarmante disgrazia e l'altra che affligge il nostro Paese lasciato all'incuria e al malgoverno - a cui va tutta la nostra solidarietà! - ci siamo goduti insieme a loro questa bella e immobile città che è Firenze e il suo Contado!
Traccio qui le linee della gita, magari potranno essere d'aiuto a chi ha voglia di concedersi un bel week end godereccio tra Firenze, Volterra e San Gimignano!

mercoledì 9 novembre 2011

Week-end a Venezia: io, tu e la panza

Cosa mi potevo scegliere come regalo di laurea se non un breve viaggetto di un week-end dopo aver passato i mesi estivi a sudare con tutta la mia panza sui libri? ... e visto che con la panza ti fanno un sacco di storie per volare, abbiamo optato per una meta vicina che da un po' mi ronzava nella testa: Venezia!
Dal venerdì sera alla domenica, cercando di concentrare in questi pochi giorni alcune di quelle cose che mi sono rimaste da vedere rispetto alle sporadiche visite e tutte quelle cose buone che mi ero appuntata di assaggiare in una prossima visita!
Due notti e due giorni in cui conciliare San Giorgio e la Giudecca, il gianduiotto da passeggio alle Zattere, la chiesa della Salute e i suoi capolavori, qualche Tintoretto e l'Assunta di Tiziano, i cicchetti in qua e là e il baccalà, il ghetto e le sinagoghe, manca altro?!

mercoledì 5 gennaio 2011

Pasta e fagioli della Maria a Pesaro in compagnia!

Il Pergolato della Maria a Novilara Pesaro
Quale miglior occasione di finire questo splendido 2010 ed iniziare un altro anno se non quella di trovarsi in compagnia di cari amici - che solo i chilometri tengono distanti - e incantarsi al menù concreto e ruspante di una trattoria che è letteralmente una "istituzione" per le buone forchette sull'alta costa marchigiana!?

Al Pergolato da Maria a Novilara di Pesaro per un Capodanno speciale al suon delle tagliatelle con i fagioli!!

lunedì 27 dicembre 2010

"Natale con i tuoi", Firenze, Vinci e il Bronzino

la tavola della vigilia...ancora un giorno e poi tutto ricomincia. Oggi sono ripartiti per i monti i genitori di Nath e tanto per non perdere l'abitudine Trenitalia ha fatto una delle sue brutte figure con i miei suoceri. Ha visto bene di far partire la costosissima Freccia Rossa che li doveva portare a Nord con ben 50 minuti di ritardo!
la tavola della vigiliala tavola della vigiliaIl week end delle feste è stato denso di fatti, gusti ed emozioni! Abbiamo iniziato con un passeggio per la Città Immobile, partendo dal vivace mercato di Sant'Ambrogio che se siete a Firenze nei giorni festivi consiglio a tutti. È un mercato ancora vero, dove si fanno acquisti quotidiani e non una roba da soli turisti. Molti banchi di frutta e verdura, fiori, abbigliamento e anche un padiglione ottocentesco con banchi di macellerie e pescheria. Da qui ci siamo diretti per le addobbate vie del Centro per un pasto veloce alla Fiaschetteria Nuvoli, che la SpagoGuida - recente dono di Iaia - segnala come imperdibile. Ci avevo preso giusto un panino al volo, e non ci avevo mai mangiato, mi sono fidata dei consigli della guida interattiva, e in effetti, abbiamo mangiato sì bene e speso anche una cifra modesta per essere proprio dietro a piazza duomo, ma l'ambiente è assai spartano e forse sarebbe stato meglio una trattoria un po' più accogliente. Comunque consigliabile. Rimane ancora uno dei pochi posti dove potrete mangiare con operai in pausa pranzo e turisti dai minuti ugualmente contati. Questo almeno a pranzo. La cena della Vigilia è stata una occasione unica, preparare la cena per i miei genitori e quelli di Nath, per una volta erano loro a venire da noi e non noi ad andare da loro! Per l'occasione speciale ho cercato di rendere anche la tavola speciale. Confidavo in un'opera di documentazione maggiore da parte del mio consorte - che detto tra noi solo a quello doveva pensare! - ma quello che vedete di fianco è tutto ciò che la sua macchinetta ha immortalato! L'attività di Pr si sa, è assai impegnativa, soprattutto per le Feste!
...e dalla Vigilia al Natale è stato tutto un passare di tavola in tavola, di casa in casa, abbinandoci periodicamente un movimento lento di mascelle, forchette e cucchiai! Gustoso, allegro e divertente! Abbiamo fatto una sosta anche a Prato, il cui centro storico è effettivamente unico e delizioso, soprattutto semi deserto com'era la mattina di Natale. Abbiamo fatto una scoperta interessante, la Parrocchia di Santa Maria delle Carceri, nella bella chiesa cinquecentesca dei Da Sangallo ha una folta comunità, che quella mattina era tutta stipata in piedi dentro la chiesa a sentire la messa cantata. Una folta comunità, sensibile alle necessità delle funzioni in lingua per gli immigrati: programmate funzioni in russo, ucraino, polacco e altre lingue.
...e dato che non c'è Natale tradizionale senza presepe, anche se non c'è la forte tradizione napoletana, siamo riusciti a scovare un presepe assai originale: un allestimento complesso che ti conduce dall'annunciazione fin dentro la natività!
Per Santo Stefano siamo andati a cercar la neve in quel di Vinci, a godersi il bel Museo Leonardiano, la splendida Piazza di Mimmo Paladino oltre all'ottimo pranzo al Borgo Allegro subito lì vicino. Una cucina toscana rivisitata in modo assai piacevole.
Per concludere in bellezza questi importanti giorni la festa e vedere di porsi positivamente con l'inizio imminente del solito tran tran ci siamo anche concessi una visita da tempo rimandata all'importante mostra su Bronzino che si svolge a Palazzo Strozzi fino al 23 gennaio: "Bronzino. Pittore e poeta alla corte dei Medici". Un ottimo allestimento che valorizza molto la splendida e completa raccolta del grande pittore della Corte Medicea del Gran Duca Cosimo I. Sono esposte opere proveniente da varie parti del mondo, non solo quelle presenti agli Uffizi. In più, lo sforzo dei curatori, estremamente riuscito, è quello di calare i visitatori nel contesto di vita dell'artista: si passa per la bottega del Pontormo ad Empoli, per gli anni dentro la Certosa del Galluzzo per proteggersi dalla peste e per dipingere le lunette che anticiparono il Sacco di Roma, passando per il periodo pesarese, fino agli anni alla Corte di Cosimo I e al dibattito su quale fosse "l'arte tra le arti". 
Procacci, Firenze
La mostra è aperta fino al 23 gennaio... e quando siete lì, non scordate una sosta/assaggio dal Procacci: locale storico in via Tornabuoni dai superbi ed indimenticabili (anche per il prezzo!) panini tartufati!

Ah, quasi dimenticavo, ci stiamo risvegliando da questo lungo letargo che ci ha tenuto ben saldi a casetta nostra, per programmare un prossimo viaggio, meta: Gerusalemme! Evviva! 


mercoledì 15 dicembre 2010

California eating


Veloce weekend valdostano. Giusto il tempo di una partita a squash e di un doppio a tennis. E di mettere alla prova le mie membra non più giovanissime. Ma ancora sode – eccome! - e reattive.
E ancora, alla fine dei lavori forzati con la racchetta, c'è stato anche il tempo di provare l'ormai celebre, quanto – pare – esclusivo Mama, nuovo ristorante aostano di raffinata cucina sushi e fusion.



Aperto da pochi, mesi, il Mama è frutto della brillante intuizione di due fratelli aostani. L'uno specializzato nella gestione del locale e nel raffinato servizio ai tavoli, l'altro sapiente sushi-chef di scuola californiana.

E proprio a lui ci siamo affidati per comporre il mix di nigiri, maki e tempura.

Così, cominciando con ottimi nigiri di tonno rosso e anguilla con salsa dolce, sul nostro tavolo sono atterrate le più fantasiose composizioni in forma di roll di riso e sesamo, imbottiti di salmone, ricciola, anguilla... salsine sfiziose e a volte piccanti, avocado e tutto quanto le variazioni californiane della tipica cucina giapponese abbia prodotto.

Il risultato è stata una combinazione davvero succulenta, piuttosto lontana dalle nostre esperienze in terra di levante, ma ricca di sapori perfettamente equilibrati.

La fantasia dello chef, così come è stata definita dal maitre, si è esercitata in composizioni complesse nella struttura, quando armoniose al gusto, dai nomi spesso classicamente west-coast, come Lion King, Dragon, Golden Gate, Las Vegas e Spicy hamachy
e la definitiva 'bomba fine di mondo' Special spicy hamachy.

Il Mama, insomma, ricavato in una bellissima villa circondata di verde nel cuore residenziale della città, dagli ambienti eleganti e discretamente retrò, per chi passa dalle parti di Aosta, è un'esperienza sensoriale da non perdere.

Grazie ad Andre, a Sara e Fede per questa esperienza (extra)sensoriale.


mercoledì 13 ottobre 2010

Il mare alle porte: Oostende vs Palermo

Manca pochissimo alla nostra partenza per Palermo e non abbiamo ancora un programma di viaggio. Colpa degli impegni sempre più serrati - leggesi lavoro argh! - ma ad oggi siamo al solito punto di qualche settimana fa: volo, albergo e Vucciria+Ballarò. Sarà il pensiero del mare e dei due giorni di vacanza che mi è preso la voglia di metter qui queste foto di Ostenda. Hanno sostato un po' nel limbo di flicker ma pian piano arrivano a meta...

In odore/onore di mare, di pesce e di Cavoletto!
Già perché anche ad Oostende - o Ostenda che dir si voglia - come a Palermo, ci andiamo anche a causa sua! Che dire, il suo blog è troppo convincente ^_^ e lei è proprio di queste parti. ...e poi siamo in vacanza d'estate e non arriviamo a vedere il mare?! Per di più che le guide assicurano che sulla costa in Belgio, contrariamente all'entro terra, ci sia sempre il sole.
Quindi tra Bruges (o Brugge) e Anversa (Antwerp) facciamo un salto ad Ostenda, per godere di un po' di mare, un po' di sole, un bagno di folla e soprattutto delle sue sogliole alla mugnaia!! ...e già! e mica la leggo a caso, io, la Cavoletto ^_^.

Ci siamo arrivati con i mezzi pubblici, lasciando i nostri bagagli all'albergo Hotel Van Eyck e prendendo un treno per il mare, insieme a coppie giovani e famiglie attrezzate per la spiaggia. Se qualche fiorentino ci leggesse, non pensi che i treni che vanno al mare in Belgio siano come quei carri bestiame che collegao SMN a Viareggio. No, no, no. Sono quello ci si aspetta in un paese civile, puntuali, puliti e condizionati. Già.
La stazione di Ostenda era fasciata da transenne e tendoni. Da lì a pochi giorni sarebbe iniziata una grande manifestazione estiva e lo spettacolo di punta era il Cirque du Soleil (22 luglio) e noi ovviamente ci capitiamo prima, in tempo per gli allestimenti... sembro predestinata a questo tipo di cantieri! Ma una volta valicato questo intoppo, tutto fila liscio, come la lunga passeggiata, prima sul porto e poi lungo il mare, affollata di passeggiatori e chioschi che vendono patatine fritte. Sai che spasso sarebbe stato lì con i rollerblade! Infatti diversi i noleggi di pedalò e macchinette a pedali per i bimbi. Mare modello Rimini secondo stile anni '80 ma dall'aspetto elegante e marittimo. Così come l'edificio Kursaal un po' sala spettacolo, un po' Casinò che spezza il lungo tratto di passeggiata. Le dune, troppo belle all'orizzonte. Il vento. ... e flotte di latini con borse frigo e radio da spiaggia. Che mix! Notevole l'edificio porticato della Promenade Albert I che sembra non finire mai.
Per fortuna siamo stati prudenti e non ci siamo fatti prendere dalla solita fregola di vedere cosa c'è oltre, ma arriviamo ancora un po' avanti, perché avevamo scelto un ristorante dalla nostra Lonely Planet per andare a mangiare la famosa sogliola alla mugnaia - Toi moi et le mer - che non teneva la cucina aperta troppo oltre le 14 perché le persone sedute dopo di noi le hanno gentilmente rinviate a cena ^_^. Sono marittimi, ma sempre nordici, in tema di orario dei pasti. Abbiamo preso un menù a prezzo fisso assaggiando sia waterzooi, la zuppa di pesce e verdure legata con panna e uovo, ma anche le croquettes de crevettes - con i gamberetti finalmente - e poi la famosa sogliola. Come solito abbiamo spazzolato tutto e goduto pure di un ottimo vinello bianco. Tanto eravamo satolli che anche ai banchi del mercato incontrato dopo non sono riuscita ad assaggiare niente! Caso raro!
Contrariamente alle altre città del Belgio visitate, Ostenda straripava di gente, complice il sabato pomeriggio, complice l'estate, l'effetto di mare, sole e sogliole è stato decisamente piacevole.

Oostende, Belgio
Oostende, Belgio
Oostende, Belgio
Oostende, Belgio
Oostende, Belgio
Oostende, Belgio
Oostende, Belgio
Oostende, Belgio
Oostende, Belgio
Oostende, Belgio
Oostende, Belgio
Oostende, Belgio
Oostende, Belgio

Oostende, Belgio
Oostende, Belgio
Oostende, Belgio
Oostende, Belgio
Oostende, Belgio

sabato 18 settembre 2010

A cena fuori, a Firenze, tra esotico e tradizione.

Finita l'estate torneremo a cenare più spesso a casa, ma in questo approssimarsi d'autunno ci godiamo ancora qualche cenetta fuori.
Poi si sa, l'inverno impigrisce...
ma anche la gola? chi vivrà vedrà!

Possiamo segnalare due ristoranti in cui abbiamo mangiato bene.

Uno esotico, africano, nello specifico eritreo. Dopo le molteplici esperienze estive, Bruxelles, Rotterdam, e di due inverni prima a Londra, ci siamo messi in cerca nella nostra provinciale città del Rinascimento di un ristorante del genere e lo abbiamo trovato: Corno d'Africa, in via San Jacopino, a due passi dalla mia nuova sede di lavoro... Accoglienza ottima, in una sala molto familiare, quasi a circolino, e cibo molto buono e ben presentato. Anche il prezzo è stato adeguato. Abbiamo preso un piattone di Ingera il pane tipico, con 4 tipi di spezzatini di carne e verdure, agnello speziatissimo che ha stasato tutte le nostre narici, manzo tritato finissimo, pollo e di nuovo manzo meno piccante, salsa di ceci e cavolo versa. Per concludere un ottimo budino di cioccolata speziato e una torta di datteri sesamo accompagnato dal caffè tostato al momento. Speciale! Da consigliare sicuramente!

Altro appuntamento è stato da Burde, esercizio storico fiorentino, sulla via pistoiese nei pressi di Brozzi. Cucina toscana e accoglienza tipica fiorentina, tra il ruvido e burlone. Normalmente è aperta solo a pranzo, ma il venerdì da un po' di tempo apre anche alla sera. Ci siamo un po' sentiti mancare quando ci hanno detto che non c'era più funghi per le tagliatelle, ma la pappa al pomodoro e la minestra di farro hanno immediatamente coperto la mancanza. Così come dopo, la bisteccona del tavolo accanto di ha fatto contorcere sulla sedia dallo stupore, ma poi ha vinto la golosità per il bollito e per lo straccotto. Il tutto annaffiato dal Morellino di Scansano che era stato abbandonato sul tavolo e che ci è rimasto incollato alla mani... Ottimo anche il prezzo, dato la qualità del cibo e i costi esosi a cui ormai la Città-che-vive-di-turisti ci ha abituato.
Consigliato anche Burde! Qui il programma delle serate speciali.

sabato 21 agosto 2010

Torino dovrebbe essere casa mia

Facendo mio il titolo di un bel libro di Culicchia, vi racconto della mia trasferta torinese.

il toro

E' una storia lunga iniziata poco tempo fa.

Sono stata reclutata dal Big Boss dei Big Party per fare il mio lavoro a Turin.

… e la cosa mi ha dato non poca soddisfazione.

Uno, perché a Turin, ce ne sono molti che fanno il mio lavoro.

Due perché il Big Party è sempre il Big Party, mica il Mini Party o il Medium Party...

Tre perché ha chiesto che fossi personalmente di persona io e non qualcun altro.

Appena la prima ondata di soddisfazione cominciava a gratificarmi, sono arrivati i pensieri negativi. Uno, chiama me perché gli costo meno, due, chiama me perché sono svelta, tre, stacanovista-dentro e lui lo sa...

Una volta smesso di chiedermi il motivo mi sono proprio goduta l'esperienza e Torino.

Torino che ho sempre visitato al fianco del Principino che ci ha studiato e l'ha vissuta, “anche se la città era molto diversa allora..”.

La città è elegante come una vera capitale europea, e lo è anche nel suo periodo estivo, quando gruppetti di turisti se la spassano nelle ampie strade, mangiando sulle panchine, gozzovigliando nei vari baretti e gastronomie del centro storico. Io purtroppo sono stata molto con il naso dentro questo monitor ma appena potevo sparivo per fare due passi in Via Garibaldi, guardare due vetrine e soprattutto fare acquisti live da Muji, senza il grillo parlante che petulasse “ma ti serve veramente?!”. Sono caduta più di una volta di Exki, memore delle vacanze estive, ma devo ammettere a malincuore che ci corre molto assaj con i pasti che abbiamo fatto nel natio Belgio. Le cene sono state governate dal Big Boss dei Big Party, che forse per deviazione professionale, sembra saper godere assai bene dei piaceri della tavola. La prima cena-staff a cui ho partecipato si è svolta in un'aia sulle colline piemontesi, a Pavarolo, poche case attorno ad un palazzo arroccato su una collina. Abbiamo mangiato dalla Signora Maria, al Ristorante dell'allegria. Esperienza memorabile: un susseguirsi interminabile di portate di antipasto, salame prosciutto e melone, carne manzo cruda, vitello tonnato, zucchine in carpione, melanzane sott'olio e altro che ho rimosso e la conclusione con taaaaa-taaaaaaa cotechino con purè! Naaa! Ora c'è da dire che qui in questi giorni la stagione estiva lascia un po' a desiderare, ma da qui a pensare al purè con il cotechino ce ne vuole assai! Dopo? Dopo io pensavo di potermi ritirare, ed invece... siamo con il Big Boss del Big Party e quindi un assaggio degustazione delle portate successive e non si scampa! Fritto misto alla piemontese e funghi fritti, ma... due agnolotti al sugo d'arrosto no?! Ah! Assaggia questo, assaggia quello, ho raggiunto la soglia di non ritorno e quindi niente dolce, il bonet non c'entrava!

Potete capire perchè alle 7 la mattina del giorno dopo sentivo odore di fritto? Devo dire che la camera molto classica del Best Western Hotel Genova in Via Sacchi non aiutava molto...

Il giorno dopo sono stata invitata a cena da carissimi amici e ho proprio apprezzato il menù leggero e gustoso! Grazie Fulvia! Dopo aver dribblato i pranzi, uno con molto rammarico ad Eataly, ho accettato con piacere la compagnia staff per l'apericena di ieri sera. Apericena non nel senso dell'aperitivo dove ceni, ma aperitivo dove mangi e in più la cena! Dopo essere stati da Remy troppo tardi per fare il bis con il buffet e ci siamo spostati giusto davanti, da Pautasso. Io non ho resistito all'assaggio di due ostriche dal Plateau Royal del mio commensale, ma non ho saputo onorare il resto, ahimè! Anomalie della trasferta! Dal pesce crudo in poi la serata ha preso una piega amarcord e il Big Boss ci ha deliziato con ricordi freschi e vivaci nonostante nonostante vecchi di trentanni!

E quale giusta conclusione della bella trasferta se non il prossimo ritorno?

Tour invernale della Sicilia: Siracusa

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