Mannaggia quante cose omesse!
Questo studio totalizzante mi leva le forze per fare qualsiasi cosa, ed in questa casa virtuale, sono la sola a rimettere un po' a posto fatti, avvenimenti e informazioni.
Poche cose ma precise:
••••• 4 stelle, decisamente.
Posto molto carino, familiare, rilassante.
Ci sono due salette, una occidentale, con sedie e tavoli, ed una alla giapponese, dove si sta sui ginocchi (chi riesce!!) e scalzi!
Cucina buona, diversa da quella dei soliti ristoranti, casalinga ma con tutti i crismi dell'eleganza asiatica.
Nota di colore, io non avevo capito niente. Sul sito dice "prenotazioni ore 19,30". Cosa capireste voi, si cena tutti i prenotati insieme alle 19,30. Questo avevo capito io.
Ci siamo letteralmente scapicollati per le strade intasate di traffico modello Pitti uomo 75.
Ci siamo completamente fracicati alla ricerca del luogo. Solo con il piede sulla strada di casa abbiamo trovato il cancello. Avevo segnato 69, ed era il civico 68 invece!
Convinto il mio puntuale cavaliere ad entrare ugualmente, anche se ci immaginavamo orde ululanti di giapponesi incaz. per il nostro ritardo, abbiamo appreso che eravamo i primi e siamo scoppiati a ridere e rilassati d'un botto!
••••• 4 stelle, anche a lui.
Cartoon originale, realizzato con una tecnica più simile ai vecchi fumetti tipo Pazienza che i nuovi film di animazione. I disegni avevano tempi diversi, quelli dei ricordi e quelli dei fatti quotiani. Lo spirito è quello della memoria, non solo la memoria delle vittime, dei fatti che vedono gli ebrei come perseguitati, ma anche dei fatti che li vedono colpevoli, al fianco dei falangisti cristiani che hanno attuato il massacro di Sabra e Shatila.
Un'ottima operazione, un barlume di speranza, almeno dal mondo della produzione artistica di quello spicchio di terra dilaniata dall'odio.
••••• 4 stelle, se non 5!
Sorprendente spettacolo di impegno civile. Lo era anche il film, vero, uno se lo poteva immaginare, ma non era questo che mi era rimasto della versione cinematografica del 1957 con Henry Fonda. Invece già a metà del primo tempo pensavo: "ma non è altro che una metafora dei nostri tempi! Dove vince la superficialità e l'arroganza sulla riflessione e l'amore per il prossimo!". Bella anche la scenografia, luci e colori prese in prestito dai quadri di Edward Hopper, che tanto piacque anche al grande Alfred Hitchcock.
A testimoniare che non era una mia interpretazione ma una precisa intenzione dell'enorme Alessandro Gassman, la presenza nel foyer del teatro di Amnesty International e Emergency, ma anche della citazione conclusiva di una vittima, madre e moglie di vittime del grande genocidio del Ruanda, che deplorava la pena
di morte.
Se arrivasse ancora nelle vostre città non perdetevelo, nonstante giri da più di un anno, è uno spettacolo da non perdere.
...ed adesso propositi per il prossimo week end:
• studio studio e ancora studio, non si sfugge, mancano 11 giorni!
• ci abbiamo anche da fissare un volo... se qualcuno se ne ricorda...
• venerdì sera in prima linea sul divano di casa, torna ER!
• sabato sera all'insegna della gastronomia locale fatta in casa, abbiamo un invito per una cena a base di lampredotto e peposo, chi non conoscesse questi piatti della tradizione toscana, dovrà rimanere del dubbio ancora per un po', poi avrà le impressioni della papille gustative di Nathan!