(Avevo già scritto qui.) La prima cosa che incuriosisce è senza dubbio il loro rapporto, questo legame così fuori dai canoni del periodo, così irriverente per mancanza di adesione ai vincoli borghesi del '900. ...ma ancora rivoluzionario nel XXI secolo! Ho provato la prima volta a spiegarlo a Nath, mentre passeggiavamo sotto i portici di Piazza San Carlo. Nelle prime 40 pagine del L'Età forte, la Simon racconta come è avvenuto l'irrobustimento del loro rapporto. Non si parla mai di amore, di passione, si parla di sentimento, puro, aggiungo io. Nessun vincolo scritto né condiviso dalla comunità, sono legati solo dal loro appartenersi.Dopo alcune difficoltà iniziali legate alla non accettazione del loro rapporto da parte della famiglia piccolo borghese di Lei, il loro rapporto decolla in clima di reciproca autonomia della Bella Vita parigina. Poi i loro incarichi professionali li portano a separarsi. Lui a Le Havre, Lei a Rouen.
«“Facciamo un contratto di due anni”. Io potevo fare in modo di restare a Parigi, per quei due anni, e li avremmo passati nella più stretta intimità possibile. Dopo di che, egli mi consigliava di chiedere anch’io un posto all’estero. Saremmo rimasti separati due o tre anni, e ci saremmo ritrovati in qualche parte del mondo, ad Atene per esempio, per riprendere per un periodo più o meno lungo, una vita più o meno comune. Mai saremmo divenuti estranei l’uno all’altro, mai l’uno avrebbe fato vanamente appello all’altro, e niente avrebbe prevalso su questa alleanza, ma bisognava che essa non degenerasse mai né in costrizione né in abitudine. Dovevamo ad ogni costo evitare che deteriorasse. Acconsentii. La separazione che Sartre mi prospettava, certo mi atterriva; (…) ciò che mi aiutava, in questo, era che avevo già provato la solidità delle parole di Sartre. Con lui il progetto non era una chiacchiera incerta, ma un momento della realtà. Se un giorno mi avesse detto: “Appuntamento tra ventidue mesi esattamente, alle cinque di pomeriggio sull’Acropoli”, sarei stata sicura di trovarlo sull’Acropoli alle cinque esatte del pomeriggio, ventidue mesi dopo. In senso più generale sapevo che nessun dolore mi sarebbe mai venuto da lui, a meno che egli non morisse prima di me»
da L'età forte di Simone de Beauvoir, Einaudi
segue...
2 commenti:
bella questa saga sull'amore indissolubile tra simone e paul.
aspetto la prossima puntata :-)
grazie amore mio!
li adoperiamo come tappabuchi tra un nostro racconto e l'altro ma non è per sminuirli, è un po' per mimetizzarsi :-)
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