Parigi, aprile 2007 |
In questi giorni il nostro Comune di residenza e i limitrofi hanno pubblicato on line le domande di iscrizioni per l'asilo nido. Ci siamo dati da fare per capirle, compilarle e visitare le strutture disponibili.
Vorremmo non averne bisogno, ma ahimè! se non faccio la fine della maggior parte delle donne italiane che, sulla base delle recenti statistiche, dopo la prima maternità escono dal mondo del lavoro, a fine settembre mi finisce la possibilità di stare con mia figlia e, recessione permettendo, rientrerò in ufficio.
Potremmo prorogare di poco il nostro congedo parentale e se lo prendesse il babbo, come probabilmente accadrà, ci regalano un mese in più, non retribuito ovviamente.
I posti nei nidi comunali per i lattanti sono pochissimi, nel nostro Comune si parla di 18 posti per una popolazione di circa 18.000 abitanti, una percentuale di domande accolte che varia dal 8/18%.
Questo è il welfare italiano, si fanno i figli se ci sono i nonni che li guardano.
...e noi due nonni li abbiamo tutti viventi per fortuna! ma lontani, o occupati grazie alla Ministra Fornero. Quindi non ci rimane da sperare che anche gli altri abitanti della nostra ridente cittadina abbiano nonni sani, ma in pensione, così da poter rientrare in quella breve graduatoria di 18 posti che ci garantirà il posto in una struttura protetta e ben controllata. Altrimenti toccherà trovare un'altra soluzione, si apre il salvadanaio e ci si attinge a piè mani, cercando di rientrare in strutture convenzionate, riconosciute ed affidabili o riempire il frigo di gelato per la baby sitter come nei film americani.
...e poi ci si chiede perché non si fanno i figli.
Per poter mettere al mondo una creatura, oltre a volerlo, a sentirti sufficientemente capace di poter pensare per te e per lui, devi potergli dare un tetto sulle spalle, devi avere un lavoro per poterlo mantenere, e deve essere pure un lavoro stabile per potergli garantire l'università se vorrà, e non è finita, devi avere dei nonni che ti aiutano a farlo crescere.
Questi sono i momenti in cui ti accorgi della necessità dei servizi primari che un ente locale dovrebbe offrire, di quanto siano determinante per il benessere di una comunità.
Ma purtroppo in Italia welfare rimane solo una parola esotica.
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