C'è Facebook che oramai fa parte della nostra vita quanto la posta elettronica, il profilo di Anobii ecc ecc. Il mondo digitale che accompagna questo nostro essere di ciccia si è arricchito di questo strumento rapido e ipnotizzante che lascia sempre meno tempo a questo strumento, torno a dire, terapeutico della scrittura condivisa, seppur con un velo di anonimato.
Ed è di questo che voglio scrivere, del mondo sul monitor e quello occhi negli occhi.
Può sembrare che siano due situazioni in antitesi, ma non son così, almeno per come le intendo io.
Proprio ieri vedo un'amica, una di quelle che vorresti vedere più spesso e non riesci mai a combinare per tanti motivi, e di corsa, tra una cosa e l'altra mi ha detto: "ah, ti devo ringraziare per quello che hai scritto tempo fa sul blog, mi ci sono rivista e lo condivido, sono d'accordo, mi ha aiutato". Forse le virgolette sono eccessive, ma il senso è questo.
È questo che voglio che sia per me il mondo digitale, uno strumento, uno strumento intelligente, che sappia aiutarmi a capire, ad avere informazioni e anche a darne, se possibili, a condividere, ad aiutare, se può servire, raccontando la mia esperienza, oltre ad esorcizarla, raccontandola.
Perché è questa l'unica strada con cui possiamo vivere bene, in questo mondo difficile, aiutarci l'un l'altro.
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