Eccoci qua, Maghetta ha ormai compiuto 5 mesi e noi,
timorosi ed esitanti, alla sua veneranda, dico, veneranda età, siamo ancora qui
a testare i pannolini lavabili.
Perché, lo sappiamo tutti, i pannolini usa getta sono
pratici e puliti, si gonfiano di pipì e se ci passi sopra la mano sembrano
asciutti come quando li hai messi su.
Ma ci mettono QUATTROCENTO ANNI, sì, lo riscrivo 400 ANNI per degradare nell’ambiente e tornare, chissà, nella forma originaria di petrolio,
carbonio o chissà che.
A pensarci vengono i brividi. Pensate un po’ se la mamma di
Caravaggio e quella di Galileo avessero usato i pannolini usa e getta.
Saremmo qui a festeggiare la loro naturale decomposizione, ma ancora ne avremmo di tempo per rotolarci tutti insieme negli scarti pisciosi e caccosi di un neonato Casanova, un Beccaria e via via passando per i pannolini usati di Leopardi, Manzoni, Fermi o, addirittura saremmo qui a scivolare sulla fascistissima cacca di Mussolini e nuotare tra le tamerici salmastre imbevute di poetica pipì dannunziana.
Saremmo qui a festeggiare la loro naturale decomposizione, ma ancora ne avremmo di tempo per rotolarci tutti insieme negli scarti pisciosi e caccosi di un neonato Casanova, un Beccaria e via via passando per i pannolini usati di Leopardi, Manzoni, Fermi o, addirittura saremmo qui a scivolare sulla fascistissima cacca di Mussolini e nuotare tra le tamerici salmastre imbevute di poetica pipì dannunziana.
Usare i pannolini lavabili è per tutti questi motivi un imperativo categorico, direbbe quel gran produttore di cacca dalla
mascella volitiva.
Ma noi siamo ancora in fase di test, accontentandoci, per
ora, di operare una, pur modesta, riduzione del danno, alternando agli usa e getta alcune tipologie di pannolini lavabili di cui stiamo assaporando, è
proprio il caso di dire, pregi e difetti.
Vediamo con calma.
Pannolini coop. Sono composti da una mutandina impermeabile di
misure diverse, un panno rettangolare che va piegato per la sua lunghezza e un
velo raccogli-feci (sottile come carta igienica ma più resistente) che è
l’unica parte che si butta ad ogni cambio. Per la cacca funzionano
egregiamente, un po’ meno con la pipì. Non sembrano avere un’ottima capacità
assorbente, capita piuttosto spesso di bagnare i vestitini. Di buono hanno il
prezzo, la vestibilità, non sono particolarmente voluminosi e la capacità di
asciugare in fretta dopo il lavaggio.
Pannolini Popolini. Sono di varie tipologie e per ora abbiamo testato
quello “OneSize”. Si compone di una mutandina, del pannolino assorbente di
cotone biologico, di una lingua di cotone per aumentarne l’assorbenza e di un
velo raccogli feci. Il pannolino, per la gioia del papà, ha un’assorbenza
impensabile, permette di fare anche tutta una lunga notte senza lasciar passare
una goccia. Il difetto sta nelle dimensioni. Dentro quell’infagottatura la
Maghetta assume la posa, la forma e il peso di un lottatore di sumo, con un
sedere così grosso che bisogna attingere ai vestitini più grandi di qualche
misura. Per questo motivo, la mamma non riesce a farseli piacere. Proveremo la
versione poket.
Pannolini ecobu. Stessa combinazione (mutandine, pannolino sagomato,
lingua super-assorbente, velo raccogli feci). Anche questi assorbono
ottimamente, anche se non li abbiamo mai usati per una notte intera. Indossati
fanno molto meno volume dei Popolini OneSize, sono quindi meno costrittivi e
non trasformano la Maghetta in un lottatore obeso. L’unico difetto sembra
essere la superficie un po’ troppo ampia della chiusura a stretch che, se non
attaccato facendo estrema attenzione, rischia di fare attrito sulla pelle con
conseguente arrossamento. L’incubo di ogni mamma,si sa, è quello di far
inavvertitamente del male al proprio bambino.
Insomma, per noi la strada del
genitore ecosostenibile sembra essere ancora lunga, soprattutto a causa dei
dubbi della mamma.
Ecco perché oggi, il papà ha
indetto la Giornata familiare del pannolino lavabile. Per tutto questo 16 maggio la Maghetta vestirà solo
pannolini lavabili, per la gioia mia, dell’ambiente, del portafoglio e per il
futuro della nostra, per ora inconsapevole, erede.
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