Al ritorno del loro viaggio franzoso, i vostri eroi hanno partecipato ad alcuni reading vivacemente animati dalla compagnia Sinequanon di Aosta. Nel giardino di un castello, davanti a una centrale idroelettrica d'inizio novecento, nel cortile di un'antica casa in pietra, le pagine di Bukowski, di Fante e Ammaniti hanno frusciato sotto le stelle grazie alla voce di Alessandra Celesia e la musica della sua band.
Succede così una cosa strana. Quegli stessi scrittori, Charles, John e Niccolò hanno deciso di raccontare, come solo loro (o quasi) sanno fare, quelle serate. Di seguito Bukowski parla di Bukowski
N.B.: il testo è stato trascritto sotto dettatura dello spirito del grande Charles, grazie alle improvvise doti medianiche de LaFrancese.
Domani pubblichiamo il testo di e su Fante, sempre che il suoi spirito ci spedisca in tempo la liberatoria.
Omaggio a Bukowski.
Ci siamo Jack.
Mi ci hai voluto portare ad ogni costo, quassù.
Hai detto che per una sera avremmo potuto dimenticarci di quello che siamo.
Soltanto per una sera, hai detto.
E ci siamo, davanti a questo branco di idioti da serata intellettuale. E' questo che volevi, Jack?
C'è questa donna in camicia da notte con quei due bigodini arrotolati male tra i capelli.
E guardali quelli, in quei pigiami troppo larghi. Chi diavolo pensano di prendere per il culo?
Mi ci hai portato a forza, in questo castello. Non so che cosa ti sei messo in testa.
Vuoi far finta di accarezzare una fottuta illusione di nobiltà? Proprio tu.
Proprio tu che l'unico cappotto che hai mai messo l'hai sgraffignato ai grandi magazzini.
Ma sentila questa.
Senti cosa si è messa a leggere. La crede poesia?
E guardale, Jack. Guarda le facce di questa gente. Li vedi come si divertono?
E quelli in pigiama? Si sono messi a suonare. Diosanto Jack, non credevo che sapessero davvero farlo.
Ma senti cosa sa fare con la voce, questa. Cazzo, la ragazza ci dà dentro.
No, Jack!
Dovevo immaginarlo che non dovevamo metterci qui, ad appiattirci il culo sopra i tappeti. Adesso se la prende con te. L'ha capito subito che hai una faccia da idiota.
Cammina cammina, Jack! Fai la scimmia ammaestrata, ascolta quello che ti dice. E provaci. Prova a modulare la voce come fa lei, prova a starle dietro. Fai correre gli occhi sulle righe, urla se ti dice di urlare.
E sussurra, sussurra le parole che raccontano i tuoi sogni ad occhi aperti. Fallo sulle note che ti vengono dietro. E corri, Jack. Non ti fermare. Prendi il cappotto, e prendilo! Gira su te stesso e corri ancora.
E adesso tornate.
Ma fatelo lentamente.
Tornate al dormitorio di St. Mary's avenue. Tornate a dormire. Del resto non c'è nient'altro che ti riesca meglio.
Ma non dicevi che per una sera ci saremmo dimenticati di essere soltanto due barboni?
4 commenti:
Ciao,leggo spesso il vostro blog perchè sono appassionata di viaggi!ora ho aperto un blog anche io,se vi va di venire a dare un' occhiata..www.ilcoltellodibanjas.blogspot.com
Daniela da Cuneo
ciao Daniela,
grazie della visita, ricambieremo, anzi, ero già passata sul tuo blog, mi chiedevo ragione del suo nome così singolare...
Bellino bellino "renzino", io voglio leggere il seguito!!
ihihih
mo' arriva
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