Io non so veramente quando è cominciato. Le cose avrebbero dovuto andare in un altro modo. E per la verità ancora non ho capito come sono andate. E come andrà a finire tutto quanto.
Ho il viso davanti agli occhi. E quelle smorfie.
L'immagine arriva sempre a tradimento, con qualunque pretesto. Con la luce dell'alba. Gli uccelli appena oltre il vetro della finestra. Ad aprile la prima luce accende un cinguettare insistente, tutte quelle voci petulanti che discutono l'organizzazione di un'altra giornata. La tenevo sulle gambe, tremando contro il suo corpo per il freddo inatteso di un'alba di fine aprile. Davanti al portone di casa sua. Lo stupore dei tigli che avevano preso a vociare tutti insieme, l'alba delle montagne che scendeva a illuminare la città.
Non so che fine abbia fatto la leggerezza di quei giorni. Non c'era altro tempo che quello da passare insieme. La paura di conoscersi e la certezza che non volevo nient'altro.
2 commenti:
Con la primavera è risbocciato l'artigiano scrittore che è in te! Evviva!!
Ciao, volevo solo complimentarmi con voi per il bellissimo blog che ne è uscito fuori. Davvero, è molto interessante. ;)
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