Non ne sapevo metodologicamente molto.
Sapevo che ne avrei potuta vedere in quantità, ma non ho avuto modo di prepararmi. Avevo preso la Guida all'architettura del Novecento sul Giappone in biblioteca, ma me la sono scordata a casa. :-P
Confidavo nella Lonley, ma ho fatto male e mi sono anche lamentata con la casa editrice.
Insomma in sostanza mi sono accontenta di quello che è venuto e così ve lo ripropongo a voi.
Del grande architetto abbiamo avuto l'occasione di apprezzare la silhouette dello complesso Yoyogi National Gymnasium, senza entrare, sarebbe stato troppo impegnativo.
...e anche le foto nonostante l'opera imponente fanno un po' pena, non avevo obiettivo capace di prenderlo nella sua interezza e i dettagli non comunicano sufficientemente.
Mentre invece siamo saliti all'ultimo piano del Tokyo Metropolitan Governament Office, non si pagava!
Ma devo dire che la maggior sorpresa me l'ha riservata la torre Nagakin, con le celle capsula, di Kisho Kurokawa, del 1972, che avevo studiato e descritto con ampi gesti al prof. di tecnologia e che ho ritrovato anche in un film di wenders se non vado errato. Mi è apparsa mentre attraversavamo un incrocio di strade su più livelli appena fuori dal mercato del pesce.
I numerosi e recentissimi edifici delle griffe di Omotesando - bellissimo il Tod’s Omotesando Building (Toyo Ito & Associates) - e l'omonimo centro commerciale di Tadao Ando, tanto recenti che la succitata guida del 1995 non li cita.
Mettiamoci anche l'edificio - sul quale non mi pronuncio - dell'Asahi di Philippe Starck, "la fiamma".
Per non parlare del magnifico edificio del Tokyo International Forum a Ghinza di Rafael Vinoly del 1996.
Impressionante e maestoso, anche se ero troppo distrutta per girarmelo tutto mi sono accontentata di una foto fatta da fuori, mossa nonostante abbia trattenuto il respiro fin quasi a stramazzare.
A breve distanza, un'apparizione nel gran girovagare per quella zona della città: lo Shizuoka Press and Broadcasting Center di Kenzo Tange del 1967.
Spento, purtroppo, ma riconoscibilissimo.
Spento, purtroppo, ma riconoscibilissimo.
Del grande architetto abbiamo avuto l'occasione di apprezzare la silhouette dello complesso Yoyogi National Gymnasium, senza entrare, sarebbe stato troppo impegnativo.
...e anche le foto nonostante l'opera imponente fanno un po' pena, non avevo obiettivo capace di prenderlo nella sua interezza e i dettagli non comunicano sufficientemente.
Mentre invece siamo saliti all'ultimo piano del Tokyo Metropolitan Governament Office, non si pagava!
A Hiroshima non potevamo perdere il Centro per la pace - dal quale si evince il suo apprendistato presso Le Corbusier - e il recente Centro di Documentazione.
Per non parlare della passeggiata sotto il futoristico edificio Fuji a Obaida.
Tadao Ando è l'altro grande architetto giapponese nel quale mi dovevo imbattere (mediante un'opera ovviamente). Avrei preferito che quest'opera fosse il Museo dell'acqua ma non rientrava nel nostro percorso. Abbiamo però avuto modo di vedere il Suntory Museo a Osaka e il museo della letteratura di Himeji.
Magistrale conclusione:
l'aeroporto di Osaka del nostro Renzo Piano, apoteosi, come entrare dentro uno scheletro che ti porta a spasso per il mondo.
l'aeroporto di Osaka del nostro Renzo Piano, apoteosi, come entrare dentro uno scheletro che ti porta a spasso per il mondo.
2 commenti:
cipicchia quanta robbba!
in effetti mi fanno ancora male le gambe
(e altro ci sarebbe da dire sul nostro tour architettonico...)
accipicchia si
rosico sempre :D
Posta un commento