Andamento lento made in Japan
Ne parlava qui anche Kazu.Kura su zen and city, il be organic sta prendendo sempre più campo nella Capitale del Sol Levante. Forse è una ruota a ciclo continuo.
In Giappone oggi, come in Italia negli anni '80, dopo un periodo di frenetica operosità, dove il mito è il fare e l'avere, si arriva a desiderare altro, un andamento lento, una ricchezza di altri valori.
Quando mi sono trovata nei pressi dello stadio Yoyogi a questo mercatino del biologico non ho potuto che ricollegarlo a questo articolo inviatomi da Roux prima di partire, scaricabile cliccando con il tasto destro qui, tratto da il settimanale Donna di Repubblica del 12 luglio scorso.
Al mercatino avrei voluto acquistare tutto, dalle verdure strane, alle magliette eco, avrei voluto mettermi a sedere a tavolino con questi giovani gioviali e sorridenti. Avrei voluto ma non l'ho fatto e me ne dispiace un po', ma la frenesia del viaggio era ancora agli albori e i miei piedini non erano ancora doloranti. Tema da approfondire, magari in un prossimo viaggio. Ma passiamo alle foto...
In Giappone oggi, come in Italia negli anni '80, dopo un periodo di frenetica operosità, dove il mito è il fare e l'avere, si arriva a desiderare altro, un andamento lento, una ricchezza di altri valori.
Quando mi sono trovata nei pressi dello stadio Yoyogi a questo mercatino del biologico non ho potuto che ricollegarlo a questo articolo inviatomi da Roux prima di partire, scaricabile cliccando con il tasto destro qui, tratto da il settimanale Donna di Repubblica del 12 luglio scorso.
Al mercatino avrei voluto acquistare tutto, dalle verdure strane, alle magliette eco, avrei voluto mettermi a sedere a tavolino con questi giovani gioviali e sorridenti. Avrei voluto ma non l'ho fatto e me ne dispiace un po', ma la frenesia del viaggio era ancora agli albori e i miei piedini non erano ancora doloranti. Tema da approfondire, magari in un prossimo viaggio. Ma passiamo alle foto...
ps. Le foto sono mie, si capisce né?! :)
7 commenti:
Ma che onore essere citata in un tuo post ^^
Quei cetrioli bitorzoluti della prima foto si chiamano goya e sono tipici di Okinawa; hanno un tipico sapore amarognolo che non mi dispiace.
Invece vado letteralmente pazza per kabocha, la zucca giapponese, che hai magistralmente fotografato nelle sue tante versioni.
Ciao, le formine di cui mi hai chiesto nel blog le ho comprate in Giappone usando un tramite! Ossia il blog di Biancorosso Giappone
I curatori ogni tanto mettono in vendita degli oggetti di vario genere, io ho casualmente trovato le mini formine (non sono quelle di dimensione tradizionale) e le ho prese. Forse, se li contatti, ne possono procurare altre.
Ciao!
ciao Andrea! grazie! Biancorosso Giappone Bazar è proprio carino! :)
magari riesco a trovare quella teiera che nathan non mi ha fatto comprare :)
Sono riuscita a leggere tutto. Ragazzi innanzitutto complimenti, mi sembra di avere viaggiato con voi. Se faccio un viaggio in Giappone stampo il tutto e lo rilego (anzi pensateci a questa opportunità!).
Poi mi sono segnata due cose bellissime e particolari: i libri foderati nella super libreria e le scarpe "grandine" dei giapponesi.
E per ultimo devo confessare: non ho ancora visto tutte le foto. Adesso con calma mi metto in pari pure con quello.
Per concludere bravissimi e grazie per i racconti! Come dire, questo blog non si smentisce mai!!
Ciao sonia
ciao Sonia, grazie per i complimenti, speriamo che sian di spinta a Nathan per iniziare a metter giù tutti gli appunti (mentali :) presi durante il viaggio, perchè ancora ci sarebbe da dire... e più passo il tempo e più mi accorgo di aver colto proprio poco, di questo grande paese...
Che invidia, ragazzi! Io, per le mie ferie, non sono andato così lontano.
Ma sapete che vi dico? Ci sono insospettate somiglianze tra nil Giappone e... la Basilicata.
Un grande saluto.
St.
bentornato Ste!
e per la proprietà transitiva, anche con la Valle d'Aosta, oh sì :-)
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