lunedì 4 agosto 2008
4 agosto. Casa.
Ieri sera siamo approdati a Firenze. Il primo contatto con l'Italia è avvenuto sull'aereo della compagnia che ne porta il nome. In soli 15 giorni di Giappone ci eravamo candidamente abbandonati all'idea infantile che i rapporti interpersonali si fossero consolidati sullo standard della cortesia e del sorriso. Ci siamo guardati imbarazzati e indignati a sentire gli stuart in camicia bianca che rispondevano con toni seccati a passeggeri giapponesi in termini come "non lo so quale menù è senza carne, vuole mangiare giapponese o italiano?" oppure "don't touch me please!" a chi ne richiamava l'attenzione per un bicchiere d'acqua o anche, rivolgendosi a una collega, "tanto non capisce un cazzo", sempre parlando di un passeggero straniero.
Ripensando all'immagine dell'addetto alle pulizie che fa scivolare uno straccio sul corrimano delle scale mobili o alle donne che sostituiscono ad ogni fine corsa il telo poggiatesta dello shinkansen, a Fiumicino abbiamo pensato a quanto fosse stereotipata l'immagine della zona di attesa del gate A13 dominata da bottigliette abbandonate, bicchieri di plastica rotolanti, sedili unti e macchiati, acqua che gocciola dal soffitto.
E ancora, quanto sapeva di casa l'annuncio all'imbarco del cambio di aeromobile dell'ultimo momento a rendere "seat free" il volo per Firenze, con relativo disorientamento dei turisti stranieri che cercavano, tagliando della carta d'imbarco alla mano, posti a sedere che non c'erano.
Insomma, dopo lo shock iniziale, nella disorganizzazione e nella maleducazione abbiamo ritrovato il sapore di casa.
Con questo post voglio anche ringraziare tutti coloro che hanno lasciato che il Giappone entrasse nella loro vita e che con il loro continuo sostegno hanno reso ancora più piacevole il nostro viaggio e invogliato a proseguire nella pubblicazione (quasi) quotidiana di queste piccole cronache.
Il nostro rammarico è di aver solamente accarezzato la superficie, di aver osservato dall'esterno, di esserci limitati allo sguardo, all'interpretazione della mimica, allo scambio di poche parole in una lingua franca.
Del Giappone e del suo popolo abbiamo letto e ancora leggeremo. Sarà sempre una conoscenza mediata dallo sguardo altrui, confrontata con le impressioni che abbiamo ricavato percorrendone le sue strade, una conoscenza limitata dalla totale ignoranza della lingua che ne veicola i valori e la cultura.
Alla partenza del volo "seat free" di collegamento per Firenze, la Francese si è commossa quando una ragazza giapponese ha chinato due volte il capo, con quel gesto insieme rapido e sacro, per ringraziare un passeggero che le aveva ceduto il suo posto per permetterle di sedere vicino al fidanzato.
E' stato come ricevere il commiato da un popolo che, con le sue proverbiali buone maniere, ha conquistato i nostri cuori.
どうもありがとうございました日本
(mille grazie Giappone!) sarà giusto?
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11 commenti:
Mille grazie di cuore e arrivederci! :)
Siete troppo teneri. Mi avete commossa.
È stato bellissimo seguirvi, ma non ci abbandonate eh!
これからもどうぞよろしくお願いします☆
per quanto riguarda le prime impressioni, mi sa proprio che e' un classico, succede sempre anche a me e a molti altri.
domani parte anche la mia estate giapponese, sto cercando di capire come accidenti si scrive "bentornati", ma non ci capisco nulla...
ciao!
Bentornati è お帰りなさい。Okaerinasai ^^
Okaerinasai! E' stato bello seguirvi e riassaporare le sensazioni che anch'io provavo nelle mie tante "prime volte" in Giappone. E comprendo benissimo la sensazione mista di fastidio e familiarità che si prova al ritorno in Italia, già all'aeroporto (soprattutto d'estate, quando è invaso dai turisti...), vedendo come la gentilezza e la cortesia che ormai sembravano naturali non siano di casa, qui.
grazie ragazze :)
è anche grazie a voi, grazie a quest'avventura stupenda in cui ci avete guidato come "virgili virtuali", che ho superato questa dura, prima, giornata di lavoro e di distacco da Nathan.
Niente abbandono kazu, riprenderemo molto presto in mano vari momenti della vacanza per approfondire e riflettere insieme, a presto
okaeri! anche dalla lontana NZ. Io quando torno in Europa dal Giappone mi sento improvvisamente bassissima (soprattutto se faccio scalo a Amsterdam) :-))
Lo so, ho distrutto la poesia, ma e' mattina presto e fra poco devo andare a tenere una lezione che non ho ancora finito di preparare, concedetemi un po' di leggerezza ^-^;
apprezzata più che concessa!
in bocca al lupo!!
:)
Uffa mi mancate...
dai raccontateci qualcosa ^^
KK
hai ragione kazu, la pigrizia avanza... come pure il disordine post vacanza! Nathan domani troverà lo stesso caos che ha trovato venerdì
sono troppo presa a studiare come rifare il gelato al matcha! :)
E' lo "shock da ritorno in Italia", anche a me è successo, ancora prima di partire per Milano da Osaka, nel mio posto sul Boeing 777-200 Alitalia, lo schermo del PTV davanti a me era "decorato" da un bello smile grattato con una chiave. Poi a Milano, quando ho visto l'autista dell'autobus che mandava a quel paese uno straniero solo perchè non lo capiva, beh, ho detto "tadaima"...
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