martedì 22 luglio 2008

Giappone. Quarto giorno. Fosforo, riflessioni e scarpinate.


A star qui vien da pensare.

Niente di impegnativo e profondo eh.

Ma vien da pensare a questi giapponesi in vacanza in Italia. Fortuna che non capiscono la nostra lingua. Fortuna per loro che la barriera linguistica con buone probabilità li terrà lontani dai commenti caustici dei bottegai fiorentini, dall'ironia cattiva dei romani, dai commenti sprezzanti dei milanesi. Certo, di solito i giapponesi in Italia frequentano i negozi di via Tornabuoni, via Condotti, via Montenapoleone. E a star quaggiù vien da pensare che, al contrario di quanto immaginiamo, i giapponesi in Italia non entrano in questi negozi con l'apriporta umano per acquistare le grandi marchi (che almeno a Tokyo abbondano nei palazzoni di Ginza e Omotesando) ma perché semplicemente sono gli unici luoghi dove sei sicuro di ricevere il trattamento offerto in una qualunque bettola di Tokyo, con quei mille ringraziamenti, gli inchini e i sorrisi a profusione.


Sì, ora salto di palo in frasca (ma poi non così tanto), io penso che il Giappone è il paese ideale dei timidi. E i giapponesi a me, con questo mio sguardo superficiale, mi sembrano un popolo solidamente compatto di timidi sempre attenti a non invadere, non disturbare, ma ad accorrere in aiuto e farsi carico dei tuoi disagi se solo, con un minimo accenno dello sguardo mostri loro di aver bisogno di un piccolo aiuto. E tutta la loro attenzione diventa tua, anche se intorno milioni di altri giapponesi stanno correndo intruppati nei corridoi della metropolitana. Ecco questo paese mi sembra il posto ideale per un timido che sta cercando un posto dove vivere in armonia con l'ambiente circostante. Perché, sempre guardando dall'esterno, mi sembrano 130 milioni di persone che riconoscono vicendevolmente la propria timidezza facendone il proprio punto di forza.

E ditemi che sto sragionando.


Stamattina ci siamo alzati prestissimo. Alle 6, che Italia ancora la maggior parte della gente non era andata a letto. La meta è stata Tsukiji, il meraviglioso, incantevole e nemmeno tanto puzzolente mercato del pesce. Alle sette ovviamente le aste erano già tutte terminate, ma di gran pescioni ne abbiamo visti a volontà. Ma niente colazione di sashimi, abbiam pensato che dopo una buona ora in quel girone infernale di carrelli a tutta velocità, uomini che spostavano freneticamente cassette di polistirolo, teste di tonno che c'inseguivano in quel reticolo, non ce la siamo sentita di fare colazione con pesce crudo.


E poi di corsa al Metropolitan Government Building dell'architetto Kenzo Tange. Aggratisse, dico a gratis, fino al 45esimo piano. Ovvio che il Fuji-san non l'abbiamo visto nemmeno con il binocolo, visto la pesante foschia all'orizzonte.

Scesi da quel gran palazzone abbiamo attraversato la stazione per spostarci nella più malfamata (? mavà) east side di Shinjuku. A far due passi. Nient'altro purtroppo, perché ancora non avevamo fame, nonostante tutti quei ristorantini carini, vista l'abbondante colazione di Pronto (sì sì: Pronto).


E allora siamo ripartiti alla volta del palazzo imperiale. Che dire... non si è visto quasi nulla, nemneno una manina di Masako che faceva ciao. Anzi, non voglio dire che porta male, ma qui alla Francese si è scaricata la batteria della fotocamera e le immagini le ho dovute acchiappare con la mia videocamera da pochi euri che lei non si sognerebbe mai nemmeno di prendere in mano (ho scordato a casa il cavo per scaricare i video, quindi per ora niente da fare).


Dalla villa imperiale, chissà perché, ce la siamo fatta a piedi fino alla Tokyo Tower (3 km!!). Una sola pausa ristoratrice lungo il percorso a mangiare soba in un posto dove scegli i tuoi piatti a un distributore automatico che rilascia un biglietto da consegnare al cuoco (950 yen per due piattoni a testa di soba e riso con carne e cipolla - e che concerto di risucchi, fortuna che un vetro ci separava dall'avvertore che ciucciava gli "spaghetti" di fronte a noi).


Dalla torre di Tokyo (su cui non abbiamo perso l'occasione di salire chiacchierando in Francese in tono di superiorità dentro l'ascensore... ;-) siamo tornati in albergo passando dal tempio Zojo-Ji e disquisire amabilmente sul senso delle religioni per l'umanità.... :-)))


E ora siamo qui, a ripigliarci un po'.

Fra poco si riparte. Forse stasera andiamo a Odaiba.

O forse no, dipende se la Francese deciderà di svegliarsi.


Per le foto, incrociamo le dita. Capite anche voi che non posso svegliarla con la richiesta di scaricarle...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Messaggio per la Francese ...
Ho finalmente fissato!!!!
Siria Giordania, e se c'è posto arrivo fino a Gerusalemme!!!

p.s.: mangia un po' di sushi anche per me :-)

baci baci
iaia

Anonimo ha detto...

leggo i resoconti e sospiro di benevola invidia, il giappone è il mio 'prima o poi dovrò andarci prima di morire' praticamente da sempre..

Anonimo ha detto...

Grande Ila!
Son contenta, un bacione. A presto.

Anonimo ha detto...

@Tostoini
un pezzo di te e qui con noi :-)

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