Sono giorni che mi preparo a quest’incontro. La nostra conoscenza sui moderni mezzi si è spinta oltre. Doveva accadere. Incontrarsi, passare al live, alla pelle, all’odore, alla vista. Ho fatto di tutto per tenere a freno la fantasia, tenere basse le aspettative. Quello che accadrà, “lo scopriremo solo vivendo”. Non c’è altro modo di saperlo. Devo tenere i piedi per terra e rendermi conto della situazione. Non è libero, la sua storia sembra essere importante e non ho i dati per capire molto di più. Quello che voglio è avere fiducia, in fin dei conti sta facendo molto per incontrarmi e di sua sponte. Non posso dire di essere proprio serena, ho avuto delle remore, quando capitano questi triangoli, nel ruolo dell’altra è fisiologico avere dei sensi di colpa. Ne abbiamo parlato e bhe.. vediamo, non è detto che accada niente.
È una delle poche cose belle che mi è capita di recente, lui mi fa stare bene, non ho voglia di rinunciarci a priori.
Ieri ho comprato una maglietta rossa dallo scollo profondo per l’occasione, ma poi stamani ho optato per una combinazione a basso profilo. Pantaloni bianchi di velluto, maglia nera poco scollata, scarpe comode e foularino rosso. Non voglio apparire troppo tirata, in fin dei conti è una giornata al mare, staremo in giro diverso tempo, sarebbe scomodo un tacco ed eccessivi i fronzoli. Quindi, stamani mi metto casual, il pantalone forse è un po’ pesante, ma ieri sembrava essere arrivato l’inverno. Ieri appunto, oggi c’è un sole estivo. La Madama approverebbe, per lei basta non ci siano i jeans, che a suo giudizio, acchiattano. Fosse colpa loro! I nostri tubamenti on line, hanno arricchito i miei fianchi di una taglia e i miei polmoni di nicotina. È così che ammortizzo le emozioni, mangio e fumo, e queste sono state forti.
Con una strana calma, imbocco l’autostrada che porta al mare. Questa cautela mi è anomala come la puntualità. Il tratto conosciuto fino a Lucca, la direzione Genova, ma non vi arriverò. Quello è un altro capitolo e se ci sarà modo, lo sfateremo. Prima di valicare i Monti Pisani, che non ho mai capito perché si chiamano così dato che sono su Lucca, mi fermo al primo autogrill. Caffè e bagno, ma non hanno il giornale. Qui prendo un po’ più di tempo per rispondere ai suoi sms che mi tengono compagnia lungo il percorso. Nath: “Chi guida tu, o tuo fratello?”. Io: “…e tu, chi hai portato Luca al volante? Se è così, posso scegliere io per prima?” Il nostro standard di comunicazione: complicità, umorismo e affetto in pochi caratteri.
La strada prosegue. È quella che in alcuni anni, da bambina, mi ha portato al mare. Riconosco dei tratti aperti prima di Massa. È lì che andavano al mare i miei genitori, Marina di Massa. A due passi dalla Ex Dalmine, c’è il campeggio che per più di 30 anni, ha visto e vede le trasferte estive dei miei zii e, per qualche anno, ha accolto anche quelle dei miei genitori, con me bimbetta. Ricordo ancora il primo assaggio con la morte, sulla strada. Si era rotta la cinghia della nostra cinquecento rossa e poco fuori dall’autostrada, mio padre si fermò o ci condussero, non ricordo, ad una stazione di servizio, per ripararla. Lì, due carcasse di auto liberate da un incidente. Una era completamente aperta a metà. Dentro ancora un sandalo. Una zeppa sinistra anni 70 macchiata di sangue, senza la sua compagna destra. Per me è tutt’ora il simbolo di un grave pericolo non scampato.
Ma il sole è troppo bello, il cielo troppo sereno, le emozioni estremamente forti e il sorriso troppo inciso sulle mie labbra, perché questo ricordo riaffiorato dal passato
possa inquinare il presente. In questo momento volo, non tocco terrà, la mia felicità è profonda e distaccata. Mi fermo per la seconda volta, vado in bagno per la seconda volta, prendo un altro caffè, stavolta compro il giornale che mi servirà per ingannare l’attesa e godermi la mattina in riva al mare, fumo ancora una sigaretta. Tira vento, la stazione di servizio è animata. Sms de La Madama per sondare il mio stato. La chiamo:
- Sto bene, sono stata calma fino ad ora, ma adesso mancano 60 km e mi sto agitando! Oddio! Che fifa! …E se non gli piaccio?! ... e se non mi piace? ... e se puzza? Dai, ok, adesso respiro, al massimo ho fatto una passeggiata al mare e ho imparato un po’ d’ortografia.
Devo chiamare anche casa. Non mi piace non far sapere dove sono. Questi anni di singletudine hanno viziato i miei genitori. Sono stata sempre a disposizione, viziati lore ma anch'io, sempre accolta per il pranzo della domenica. Per fortuna, l’inaugurazione della Fiera di ieri, non mi ha concesso la messa in piega dal parrucchiere ma mi ha permesso di liberarmi, senza troppe spiegazioni, “non contate su di me a pranzo, è facile che debba andare a lavoro”. Ma le mezze verità posson diventare bugie, meglio rimediare:
- Babbino? Ciao! Senti, non vado alla Fiera, non hanno bisogno di me, visto la giornata di sole… vado al mare, ci sentiamo stasera ok?
Ok. Tutto a posto. Concentriamoci sull’ultimo pezzo di strada. Presta più attenzione alla guida che in questo stato emozionale tutte 'ste gallerie ti mettono ansia… chiedo conferma sul nome dell’uscita, Carrodano-Levanto. Eccola. Esco. Lunghe rampe avvitate su se stesse, il casello, due porte, una esce l’altra entra. Occorrono le monete, niente contatto umano, peccato, una battuta mi avrebbe aiuto a smorzare un po’ la tensione. Ma non sto male, è bella, questa nuova emozione. Uscita, mi ritrovo ad immettermi sulla statale. Levanto non è segnalato ma, ad occhio, il mare sta de' là. Svolto a sinistra. Ogni macchina che incontro potrebbe essere Lui. Non ha voluto dirmi il modello della macchina, ha solo sentenziato, “una macchina scaccia donne superficiali”. Ma cosa crede? Con chi crede di parlare? Ma! …io l’ho lasciato dire… se non l’ha capito ancora che potrebbe essere gobbo e zoppo e già mi piace, io non lo informerò. Mi tengo il vantaggio della disinformazione.
La strada è immersa in una vegetazione che mi sorprende. Si pensa mare e si pensa macchia bassa, spazi aperti. Qui ci sono boschi di conifere, ristoranti che sembrano quelli sull’Appennino. Ma questo è Appennino! La Ligura è terra di montagna a ridosso del mare. Minime nozioni elementari di geografia. Non conosco molto bene questa zona, ne ho sentito i vanti ma mai apprezzati di persona.
Una galleria senza illuminazione, chissà? Magari di là c’è Frittole, "milleequattro quasi milleecinque". Oltre invece c’è il mare, declivi più dolci o per lo meno aperti in discesa, curve a gomito e tornanti, ma davanti, là, il mare. Si sente già l’odore del sale, si vedono gli ulivi. Il sole scalda tutti noi, indifferentemente. Le case sono colorate, rinfacciano al sole la sua luce, i tetti caldi, di lavagna.
Finiscono i tornanti, arriva una città, prima periferica, con rotonde e poche case, poi la classica cittadina da mare, viale d’alberi e villette marittime. In fondo l’associazione di soccorso sanitario, è cattolica o laica? guarda unpo'... Come siamo da queste parti?
Arrivata. È qui, il parcheggio, il lungo mare. Deve essere qui il posto dell’appuntamento. abbandono la macchina. È domenica non serve pagare la sosta. Mi affaccio dalla terrazza. La bella spiaggia vive, persone, bambini, nonni in bici e con il cane, turisti e innamorati. È il posto giusto.
Gli scrivo: “Arrivata! Dove si prende un buon caffé?”. Risponde: “Al bar. Ancora un'ora e sono da te”. Non doveva essere troppo esplicita la richiesta di individuazione di un punto preciso d'incontro. Bene, scelgo io. Sono a tempo a fare due passi e valutare cosa offre Levanto. Scendo verso la città, padroneggio le strade, passo sotto e sbuco nella piazzetta a pelo spiaggia. Punto il bar dal nome anni 70, Piper. Palafitta di legno sulla spiaggia, indigeni all’aperitivo. Prendo un caffè, non voglio dare subito l’idea dell’alcolista, anche se forse è troppo tardi.
In faccia al mare, apro il mio giornale domenicale e, letti i titoli di politica e cronaca, passo a quello che mi interessa, le pagine culturali. Un bell’articolo di Bocca su Gli angeli del fango e l’imminente anniversario. I ricordi, la solidarietà incondizionata, il patrimonio culturale difeso dalla popolazione, mi commuovono sempre troppo. Devo trattenermi per non scoppiare in singhiozzi. Quanto sarò toccata dalla carta stampata e quanto questo pianto represso è sfogo delle mie emozioni? Davanti a me due zitelle di avanzata età banchettano come Le Golose di Gozzano e cinguettano forsennatamente. Come faranno a deglutire? Dietro di me un gruppo di 5 ragazzi, anche carini. Le capacità polmonarie delle signore ci permette di scambiare qualche battuta. I casi della vita! Aspetti l’uomo dei tuoi sogni e ti trovi circondata da cinque giovanotti che vogliono attaccar bottone! Ingiustizie della vita! Godiamoci il sole, sarà meglio non farsi trovare in confidenza fraintendibili.
Sms: “Ti batte forte il cuore?”, rispondo: “il cuore mi batte forte, sono arrivata, bar sulla spiaggia, sono qui”
Distendo le gambe oltre il tavolo, inarco la schiena e porgo il viso al sole. Aspetto. Manca pochissimo. Chissà se mi riconoscerà? Chissà se dovremo fare interminabili telefonate di pochi secondi per dirci, sono qui, tu dove sei ecc. lasciando intendere a tutti la nostra non conoscenza. Speriamo di no. Speriamo che i nostri corpi si attirino della stessa attrazione che ha già subito la nostra mente, le nostre parole, le nostre emozioni.
È una delle poche cose belle che mi è capita di recente, lui mi fa stare bene, non ho voglia di rinunciarci a priori.
Ieri ho comprato una maglietta rossa dallo scollo profondo per l’occasione, ma poi stamani ho optato per una combinazione a basso profilo. Pantaloni bianchi di velluto, maglia nera poco scollata, scarpe comode e foularino rosso. Non voglio apparire troppo tirata, in fin dei conti è una giornata al mare, staremo in giro diverso tempo, sarebbe scomodo un tacco ed eccessivi i fronzoli. Quindi, stamani mi metto casual, il pantalone forse è un po’ pesante, ma ieri sembrava essere arrivato l’inverno. Ieri appunto, oggi c’è un sole estivo. La Madama approverebbe, per lei basta non ci siano i jeans, che a suo giudizio, acchiattano. Fosse colpa loro! I nostri tubamenti on line, hanno arricchito i miei fianchi di una taglia e i miei polmoni di nicotina. È così che ammortizzo le emozioni, mangio e fumo, e queste sono state forti.
Con una strana calma, imbocco l’autostrada che porta al mare. Questa cautela mi è anomala come la puntualità. Il tratto conosciuto fino a Lucca, la direzione Genova, ma non vi arriverò. Quello è un altro capitolo e se ci sarà modo, lo sfateremo. Prima di valicare i Monti Pisani, che non ho mai capito perché si chiamano così dato che sono su Lucca, mi fermo al primo autogrill. Caffè e bagno, ma non hanno il giornale. Qui prendo un po’ più di tempo per rispondere ai suoi sms che mi tengono compagnia lungo il percorso. Nath: “Chi guida tu, o tuo fratello?”. Io: “…e tu, chi hai portato Luca al volante? Se è così, posso scegliere io per prima?” Il nostro standard di comunicazione: complicità, umorismo e affetto in pochi caratteri.
La strada prosegue. È quella che in alcuni anni, da bambina, mi ha portato al mare. Riconosco dei tratti aperti prima di Massa. È lì che andavano al mare i miei genitori, Marina di Massa. A due passi dalla Ex Dalmine, c’è il campeggio che per più di 30 anni, ha visto e vede le trasferte estive dei miei zii e, per qualche anno, ha accolto anche quelle dei miei genitori, con me bimbetta. Ricordo ancora il primo assaggio con la morte, sulla strada. Si era rotta la cinghia della nostra cinquecento rossa e poco fuori dall’autostrada, mio padre si fermò o ci condussero, non ricordo, ad una stazione di servizio, per ripararla. Lì, due carcasse di auto liberate da un incidente. Una era completamente aperta a metà. Dentro ancora un sandalo. Una zeppa sinistra anni 70 macchiata di sangue, senza la sua compagna destra. Per me è tutt’ora il simbolo di un grave pericolo non scampato.
Ma il sole è troppo bello, il cielo troppo sereno, le emozioni estremamente forti e il sorriso troppo inciso sulle mie labbra, perché questo ricordo riaffiorato dal passato
possa inquinare il presente. In questo momento volo, non tocco terrà, la mia felicità è profonda e distaccata. Mi fermo per la seconda volta, vado in bagno per la seconda volta, prendo un altro caffè, stavolta compro il giornale che mi servirà per ingannare l’attesa e godermi la mattina in riva al mare, fumo ancora una sigaretta. Tira vento, la stazione di servizio è animata. Sms de La Madama per sondare il mio stato. La chiamo:
- Sto bene, sono stata calma fino ad ora, ma adesso mancano 60 km e mi sto agitando! Oddio! Che fifa! …E se non gli piaccio?! ... e se non mi piace? ... e se puzza? Dai, ok, adesso respiro, al massimo ho fatto una passeggiata al mare e ho imparato un po’ d’ortografia.
Devo chiamare anche casa. Non mi piace non far sapere dove sono. Questi anni di singletudine hanno viziato i miei genitori. Sono stata sempre a disposizione, viziati lore ma anch'io, sempre accolta per il pranzo della domenica. Per fortuna, l’inaugurazione della Fiera di ieri, non mi ha concesso la messa in piega dal parrucchiere ma mi ha permesso di liberarmi, senza troppe spiegazioni, “non contate su di me a pranzo, è facile che debba andare a lavoro”. Ma le mezze verità posson diventare bugie, meglio rimediare:
- Babbino? Ciao! Senti, non vado alla Fiera, non hanno bisogno di me, visto la giornata di sole… vado al mare, ci sentiamo stasera ok?
Ok. Tutto a posto. Concentriamoci sull’ultimo pezzo di strada. Presta più attenzione alla guida che in questo stato emozionale tutte 'ste gallerie ti mettono ansia… chiedo conferma sul nome dell’uscita, Carrodano-Levanto. Eccola. Esco. Lunghe rampe avvitate su se stesse, il casello, due porte, una esce l’altra entra. Occorrono le monete, niente contatto umano, peccato, una battuta mi avrebbe aiuto a smorzare un po’ la tensione. Ma non sto male, è bella, questa nuova emozione. Uscita, mi ritrovo ad immettermi sulla statale. Levanto non è segnalato ma, ad occhio, il mare sta de' là. Svolto a sinistra. Ogni macchina che incontro potrebbe essere Lui. Non ha voluto dirmi il modello della macchina, ha solo sentenziato, “una macchina scaccia donne superficiali”. Ma cosa crede? Con chi crede di parlare? Ma! …io l’ho lasciato dire… se non l’ha capito ancora che potrebbe essere gobbo e zoppo e già mi piace, io non lo informerò. Mi tengo il vantaggio della disinformazione.
La strada è immersa in una vegetazione che mi sorprende. Si pensa mare e si pensa macchia bassa, spazi aperti. Qui ci sono boschi di conifere, ristoranti che sembrano quelli sull’Appennino. Ma questo è Appennino! La Ligura è terra di montagna a ridosso del mare. Minime nozioni elementari di geografia. Non conosco molto bene questa zona, ne ho sentito i vanti ma mai apprezzati di persona.
Una galleria senza illuminazione, chissà? Magari di là c’è Frittole, "milleequattro quasi milleecinque". Oltre invece c’è il mare, declivi più dolci o per lo meno aperti in discesa, curve a gomito e tornanti, ma davanti, là, il mare. Si sente già l’odore del sale, si vedono gli ulivi. Il sole scalda tutti noi, indifferentemente. Le case sono colorate, rinfacciano al sole la sua luce, i tetti caldi, di lavagna.
Finiscono i tornanti, arriva una città, prima periferica, con rotonde e poche case, poi la classica cittadina da mare, viale d’alberi e villette marittime. In fondo l’associazione di soccorso sanitario, è cattolica o laica? guarda unpo'... Come siamo da queste parti?
Arrivata. È qui, il parcheggio, il lungo mare. Deve essere qui il posto dell’appuntamento. abbandono la macchina. È domenica non serve pagare la sosta. Mi affaccio dalla terrazza. La bella spiaggia vive, persone, bambini, nonni in bici e con il cane, turisti e innamorati. È il posto giusto.
Gli scrivo: “Arrivata! Dove si prende un buon caffé?”. Risponde: “Al bar. Ancora un'ora e sono da te”. Non doveva essere troppo esplicita la richiesta di individuazione di un punto preciso d'incontro. Bene, scelgo io. Sono a tempo a fare due passi e valutare cosa offre Levanto. Scendo verso la città, padroneggio le strade, passo sotto e sbuco nella piazzetta a pelo spiaggia. Punto il bar dal nome anni 70, Piper. Palafitta di legno sulla spiaggia, indigeni all’aperitivo. Prendo un caffè, non voglio dare subito l’idea dell’alcolista, anche se forse è troppo tardi.
In faccia al mare, apro il mio giornale domenicale e, letti i titoli di politica e cronaca, passo a quello che mi interessa, le pagine culturali. Un bell’articolo di Bocca su Gli angeli del fango e l’imminente anniversario. I ricordi, la solidarietà incondizionata, il patrimonio culturale difeso dalla popolazione, mi commuovono sempre troppo. Devo trattenermi per non scoppiare in singhiozzi. Quanto sarò toccata dalla carta stampata e quanto questo pianto represso è sfogo delle mie emozioni? Davanti a me due zitelle di avanzata età banchettano come Le Golose di Gozzano e cinguettano forsennatamente. Come faranno a deglutire? Dietro di me un gruppo di 5 ragazzi, anche carini. Le capacità polmonarie delle signore ci permette di scambiare qualche battuta. I casi della vita! Aspetti l’uomo dei tuoi sogni e ti trovi circondata da cinque giovanotti che vogliono attaccar bottone! Ingiustizie della vita! Godiamoci il sole, sarà meglio non farsi trovare in confidenza fraintendibili.
Sms: “Ti batte forte il cuore?”, rispondo: “il cuore mi batte forte, sono arrivata, bar sulla spiaggia, sono qui”
Distendo le gambe oltre il tavolo, inarco la schiena e porgo il viso al sole. Aspetto. Manca pochissimo. Chissà se mi riconoscerà? Chissà se dovremo fare interminabili telefonate di pochi secondi per dirci, sono qui, tu dove sei ecc. lasciando intendere a tutti la nostra non conoscenza. Speriamo di no. Speriamo che i nostri corpi si attirino della stessa attrazione che ha già subito la nostra mente, le nostre parole, le nostre emozioni.
1 commento:
che adrenalina leggere questi post..!!!
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