venerdì 28 settembre 2007

Innamorati a Vigevano, separati a Milano

Vigevano è proprio una chicca. Sono mesi che la Francese mi ci voleva portare. Vi arriviamo dal lato del Castello. Iniziato dai Visconti e rimaneggiato dagli Sforza, è un complesso esempio di architettura militare. Ci inoltriamo nel cortile visitando le scuderie, occhieggiando il Maschio (detto anche palazzo ducale) e la falconeria. Scendiamo una scalinata e siamo in Piazza Ducale, il cuore della città, il motivo principale che ci ha spinti fin qua. Costruita nel ‘400 per volere di Lodovico il Moro, questa piazza rettangolare è davvero una delle più belle d’Italia. Porticata su tre lati, con colonne che sorreggono arcate e capitelli tutti diversi fra loro, la piazza proietta lo sguardo sulla facciata concava del Duomo seicentesco di Sant’Ambrogio. Ma la sorpresa di questa cittadina di sessantamila abitanti a un soffio da Milano è anche la via coperta. Lunga 164 m, sviluppata su due piani, la via coperta fu voluta da Luchino Visconti (non quello che pensate) per collegare il Castello con la Rocca Vecchia (ora sede di un cortile e della Cavallerizza).

Infine, tra una lettura di giornali e un caffè in piazza Ducale, decidiamo di puntare verso un ristorante che la Francese ha trovato nel web. Usciamo da Vigevano in direzione Milano e dopo pochi chilometri arriviamo al ristorante scelto dalla mia panzerotta.
Troppo chic. Ogni tanto mi permetto di dare di queste sentenze. Sul web c’erano i menù ma non i prezzi. Davanti a questo ingresso decisamente lussuoso che dà su un giardino rigoglioso, vediamo solo bmw e mercedes. E la Poderosa, di mischiarsi a quelle lì, proprio non ne vuol sapere. Allora seguiamo altre indicazioni. Pare essere una zona di ristoranti. Come a Piacenza, anche qui i buoni ristoranti li trovi in campagna. Seguiamo una strada che costeggia un bosco e una centrale elettrica. Saliamo lungo una strada che si attorciglia sopra una collinetta e arriviamo in faccia alla Trattoria Bellavista.
Ci accomodiamo nella terrazza vetrata che dà sul bosco. È una radiosa domenica di sole e il luogo concilia l’appetito e la pace interiore. Io ordino questo, la Francese quest’altro, e poi due secondi (amnesia! nemmeno il pesce può arginare le mie lacune), innaffiando il tutto con un ottimo vino friulano. Cucina ottima, conto un po’ fuori budget, ma il pesce, si sa…
Ripartiamo e risaliamo ancora verso nord.

Panzerottamia ha l’Eurostar alle 18.14. Alle quattro siamo in centro a Milano. In corso Porta di Vittoria si paga la sosta. Anche la domenica. Niente parcometri, però. Devi comprare il gratta e sosta. Ma dove? Che è tutto chiuso. Chiediamo al barista all’angolo. Lui dice “Proa lago guscio”. Eh? “prova largo ausguscio”. Ch’ha detto? Mi fa la Francese. Non son sicuro, ma dice di provare in largo Augusto.
Andiamo torniamo alla macchina e chiediamo a una coppia di ragazzi appena arrivati che stanno grattando il loro cartoncino. “Ragazzi, dove si comprano quei cartoncini?”. “Ah, oggi è tutto chiuso, ma qui non controllano mai”. Questi parlano in modo comprensibile, mi pare. Ma la Francese, più vicina a loro di quanto lo sia io, si volta verso di me e, invece di chiedere a loro di ripetere, chiede a me “che hanno detto?”. Glielo ripeto traducendo in toscano. Per la mia Panzerotta a nord del Rubicone parlano tutti francese, lingua a lei, si sa, sconosciuta.
Piazza Duomo è sempre in piazza Duomo. La Francese mi porta in corso Vittorio in cerca di una presunta nuova libreria che lei giura aver visto in allestimento durante l’ultimo nostro passaggio in questa città. A me non torna. In realtà il suo piano è un altro. Con questa scusa mi conduce davanti a un baracchino di castagnaro pieno di gente così. “Ho tanta sete”, mi fa, ignorando la mia idiosincrasia nei confronti delle code finalizzate al consumo. Resisto dieci secondi. Ci sarà un altro baracchino. Proseguiamo. Lo troviamo, prendo la bottiglietta d’acqua, la faccio contenta e torniamo in Piazza Duomo per infilarci alla Feltrinelli. Io compro un libro di Atzeni (“L’apologo del giudice bandito”), cagliaritano come Coniglia, che me l’ha consigliato.
La Francese invece non trova nulla. Fa la capricciosa, mi sta alle calcagna perché dice che se non trova nulla è colpa mia che le ho messo fretta. Ma andiamo, dobbiamo andare, che l’Eurostar non aspetta.
Sul parabrezza niente multe. Saliamo e lei, la navigatrice che ogni uomo ha sempre sognato, mi conduce, cartina alla mano, dritto dritto in Centrale.
Possibilità di lasciare l’auto nemmeno a parlarne. Ci lasciamo con lunghi abbracci e baci frementi. “Vai amore, la settimana vola, vedrai”.
L’sms che mi dice che è partita arriva mentre seguo le indicazioni per la A4. Vado e forse non sbaglio. Ma sbaglio e finisco a Cinisello. Giro di qua e giro di là. Imbocco la tangenziale, direzione Torino. Ho sbagliato, ma ho recuperato subito. Sono in coda. Lei mi chiama. È già a Piacenza. E io vado, verso il sole che cala.

7 commenti:

Francesca Palmas ha detto...

in questo post ho sentito sapore di autunno incipiente e anche di un amore che si fa più caldo per sopportare il clima invernale...Povera francese che non capisce il milanese :) chissà cvome me la caverei io. Male direi :) P.S. fammi sapere se il libro ti è piaciuto....

Baol ha detto...

Come al solito i vostri post sono un piacere per la lettura...solo una domanda:
Che cos'è il primo de La Francese? Mi ha messo fame solo a guardarlo!

Anonimo ha detto...

@baol: gnocchi neri con gamberetti allo zafferano! uhm anch'io ho 'na fame! un po' troppo pannosi, ma adesso potrei mangiare anche 'na ciabatta!

@ con(s)iglia :-) hai ragione sai, questo amore è sempre più caldo e avvolgente!

buon appetito!!!

Baol ha detto...

saranno comunque buoni, al max diminuendo la panna :)

Anonimo ha detto...

...già, pesavo non andasse più di moda la panna nel pesce! :-)

Anonimo ha detto...

Grazie! a me vigevano non mi ha mai ispirata, sarà il nome o il fatto che sono ignorante non me ne sono mai interessata, ma adesso ci voglio andare anche io a vigevano, perché l'avete descritta così bene che fa venire voglia.

anche allo stomaco

peccato che sono presa dalle riprese del film sulla mia vita ;-)

naturalmente la sottoscritta, con la sciccosa frollina e il tino, andrebbe nel ristorante lussuoso mica in ste trattorie d'una volta che chissà se lavano i piatti!


baci
panz

Anonimo ha detto...

oh panz!
quando esce il tuo vademecum di scrittura per il ueb?
qui bisogna snellire, arginare le verbosità della Francese (eheh)

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