
Infine, tra una lettura di giornali e un caffè in piazza Ducale, decidiamo di puntare verso un ristorante che la Francese ha trovato nel web. Usciamo da Vigevano in direzione Milano e dopo pochi chilometri arriviamo al ristorante scelto dalla mia panzerotta.
Troppo chic. Ogni tanto mi permetto di dare di queste sentenze. Sul web c’erano i menù ma non i prezzi. Davanti a questo ingresso decisamente lussuoso che dà su un giardino rigoglioso, vediamo solo bmw e mercedes. E la Poderosa, di mischiarsi a quelle lì, proprio non ne vuol sapere. Allora seguiamo altre indicazioni. Pare essere una zona di ristoranti. Come a Piacenza, anche qui i buoni ristoranti li trovi in campagna. Seguiamo una strada che costeggia un bosco e una centrale elettrica. Saliamo lungo una strada che si attorciglia sopra una collinetta e arriviamo in faccia alla Trattoria Bellavista.
Ci accomodiamo nella terrazza vetrata che dà sul bosco. È una radiosa domenica di sole e il luogo concilia l’appetito e la pace interiore. Io ordino questo, la Francese quest’altro, e poi due secondi (amnesia! nemmeno il pesce può arginare le mie lacune), innaffiando il tutto con un ottimo vino friulano. Cucina ottima, conto un po’ fuori budget, ma il pesce, si sa…
Ripartiamo e risaliamo ancora verso nord.
Panzerottamia ha l’Eurostar alle 18.14. Alle quattro siamo in centro a Milano. In corso Porta di Vittoria si paga la sosta. Anche la domenica. Niente parcometri, però. Devi comprare il gratta e sosta. Ma dove? Che è tutto chiuso. Chiediamo al barista all’angolo. Lui dice “Proa lago guscio”. Eh? “prova largo ausguscio”. Ch’ha detto? Mi fa la Francese. Non son sicuro, ma dice di provare in largo Augusto.
Andiamo torniamo alla macchina e chiediamo a una coppia di ragazzi appena arrivati che stanno grattando il loro cartoncino. “Ragazzi, dove si comprano quei cartoncini?”. “Ah, oggi è tutto chiuso, ma qui non controllano mai”. Questi parlano in modo comprensibile, mi pare. Ma la Francese, più vicina a loro di quanto lo sia io, si volta verso di me e, invece di chiedere a loro di ripetere, chiede a me “che hanno detto?”. Glielo ripeto traducendo in toscano. Per la mia Panzerotta a nord del Rubicone parlano tutti francese, lingua a lei, si sa, sconosciuta.
Piazza Duomo è sempre in piazza Duomo. La Francese mi porta in corso Vittorio in cerca di una presunta nuova libreria che lei giura aver visto in allestimento durante l’ultimo nostro passaggio in questa città. A me non torna. In realtà il suo piano è un altro. Con questa scusa mi conduce davanti a un baracchino di castagnaro pieno di gente così. “Ho tanta sete”, mi fa, ignorando la mia idiosincrasia nei confronti delle code finalizzate al consumo. Resisto dieci secondi. Ci sarà un altro baracchino. Proseguiamo. Lo troviamo, prendo la bottiglietta d’acqua, la faccio contenta e torniamo in Piazza Duomo per infilarci alla Feltrinelli. Io compro un libro di Atzeni (“L’apologo del giudice bandito”), cagliaritano come Coniglia, che me l’ha consigliato.
La Francese invece non trova nulla. Fa la capricciosa, mi sta alle calcagna perché dice che se non trova nulla è colpa mia che le ho messo fretta. Ma andiamo, dobbiamo andare, che l’Eurostar non aspetta.
Sul parabrezza niente multe. Saliamo e lei, la navigatrice che ogni uomo ha sempre sognato, mi conduce, cartina alla mano, dritto dritto in Centrale.
Possibilità di lasciare l’auto nemmeno a parlarne. Ci lasciamo con lunghi abbracci e baci frementi. “Vai amore, la settimana vola, vedrai”.
L’sms che mi dice che è partita arriva mentre seguo le indicazioni per la A4. Vado e forse non sbaglio. Ma sbaglio e finisco a Cinisello. Giro di qua e giro di là. Imbocco la tangenziale, direzione Torino. Ho sbagliato, ma ho recuperato subito. Sono in coda. Lei mi chiama. È già a Piacenza. E io vado, verso il sole che cala.
7 commenti:
in questo post ho sentito sapore di autunno incipiente e anche di un amore che si fa più caldo per sopportare il clima invernale...Povera francese che non capisce il milanese :) chissà cvome me la caverei io. Male direi :) P.S. fammi sapere se il libro ti è piaciuto....
Come al solito i vostri post sono un piacere per la lettura...solo una domanda:
Che cos'è il primo de La Francese? Mi ha messo fame solo a guardarlo!
@baol: gnocchi neri con gamberetti allo zafferano! uhm anch'io ho 'na fame! un po' troppo pannosi, ma adesso potrei mangiare anche 'na ciabatta!
@ con(s)iglia :-) hai ragione sai, questo amore è sempre più caldo e avvolgente!
buon appetito!!!
saranno comunque buoni, al max diminuendo la panna :)
...già, pesavo non andasse più di moda la panna nel pesce! :-)
Grazie! a me vigevano non mi ha mai ispirata, sarà il nome o il fatto che sono ignorante non me ne sono mai interessata, ma adesso ci voglio andare anche io a vigevano, perché l'avete descritta così bene che fa venire voglia.
anche allo stomaco
peccato che sono presa dalle riprese del film sulla mia vita ;-)
naturalmente la sottoscritta, con la sciccosa frollina e il tino, andrebbe nel ristorante lussuoso mica in ste trattorie d'una volta che chissà se lavano i piatti!
baci
panz
oh panz!
quando esce il tuo vademecum di scrittura per il ueb?
qui bisogna snellire, arginare le verbosità della Francese (eheh)
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