lunedì 10 dicembre 2012

Tanto rumore per nulla • post terapeutico

Cos'è un post terapeutico? Qualcosa che costa meno di una seduta di terapia e fa bene lo stesso. Se nessuno lo legge, meglio così, se contrariamente qualcuno oltre a leggere, comprende e magari condivide ancora meglio, si è speso poco ed ottenuto ancora di più, ovvero non sentirsi soli, oltre che un po' cojoni

Questa strada ha un cuore? Se lo ha la strada è buona. Se non lo ha non serve a niente. Entrambe le strade non portano da alcuna parte, ma una ha un cuore e l'altra no. Una porta un viaggio lieto; finché la segui sei una sola cosa con essa. L'altra ti farà maledire la tua vita. Una ti rende forte; l'altra ti indebolisce. 
Di Carlos Castandeda da "Gli insegnamenti di Don Juan" 

Quale sia la via giusta che è meglio percorrere è difficile da sapere. A volte le scelte vengono spontanee, altre sono difficili da prendere, altre ancora preferisci che siano altri a prenderle per te, per alcune poi lotti fino in fondo con decisione. Altre...

Io mi trovo ad un periodo particolare della mia vita. 
Ogni tanto capitano quei momenti in cui qualcosa si rompe ed altro si definisce. Ci sono delle scelte da fare, delle decisioni da prendere e dei cammini da seguire. Molte vie sono come dei solchi già incisi da altri, nei quali ti trovi anche per caso e poi ci rimani per comodità o pigrizia. Altri sentieri si interrompono bruscamente e ti disarcionano facendoti cadere a terra.
Ma capire se effettivamente sia quello che fa bene per te non è semplice da capire. 

In questi giorni si era prospettata una possibilità lavorativa, del mio lavoro, o per meglio dire, quello che fino ad ora è stata la mia professione. Ne sono stata felice prima, spaventata poi. Nei giorni che ho passato da settembre in poi a casa con mia figlia durante la cassa integrazione ho agognato il ritorno in ufficio, anche pochi momenti per vivere da donna e non più solo da mamma. Adesso che mi si prospettava la possibilità, l'istinto materno mi si espandeva in gola come un "ovo sodo" che non andava né su né giù, parafrasando Virzi. Un ovo sodo che si faceva ancora più "aggozzante" al pensiero di dover smontare tutto quello che avevo costruito fino ad allora, dai corsi di yoga alla vita casalinga.
Quella vita alternativa che cercavo di costruire andando per mercatini, cercando verdura biologica, movimento, passeggiate e acqua del fontanello, tremava sotto i miei piedi ogni giorno che passavo di più in quell'ufficio a capire questa proposta di lavoro. Due ore nel traffico, sei ore (che sarebbero diventate presto otto) davanti al computer, 5 caffè al giorno dell'impossibile macchinetta, una scatola di verdure comprate su internet e consegnate al desktop, regali di natale fatti su amazon.it: questa è la vita dell'impiegato per tot euro fissi al mese, dedizione all'azienda, disponibilità a trascurare la famiglia e i figli per potergli dare oltre il tozzo di pane, mentre sono i nonni a crescerli. Mentre vivevo tutto questo mi dicevo che non era ciò che desideravo, ma allo stesso tempo mi friggeva i polpastrelli di adrenalina su quella tastiera mentre scorrevano testi e immagini a comporsi in brochure, depliant, leaflet o kit aziendali. 
Scegliere a quale percorso volessi appartenere si prospettava difficile per me. Razionalmente e culturalmente si è portati a scegliere la via sicura, dello stipendio a fine mese, della pensione che nemmeno speriamo di avere fra 40 anni ma per la quale vogliamo versare i contributi, con il cuore il pensiero è alla presenza in casa, in famiglia e con la piccola, è con i miei allievi dei corsi di yoga e i suoi sorrisi dopo il rilassamento. 
Quale delle due vie ha un cuore è evidente, ho pure avuto la fortuna di non dover scegliere, al momento. 2V5MD7R2UBGN

2 commenti:

Baol ha detto...

Soprattutto nell'ultimo periodo sento che ogni post scritto è terapeutico.

Un abbraccio a voi

LaFrancese ha detto...

già...
tanti auguri baol per queste prossime feste,
un abbraccio!

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