mercoledì 2 marzo 2011

Una via d'uscita

E allora è un po’ che ci pensiamo.
La Francese ne ha accennato anche in questo blog.

La notizia non è per niente ufficiale. Anzi, forse non è nient’altro che un tarlo che ci tormenta, una larva che si agita nel suo bozzolo, ma che ancora non ha trovato lo scatto necessario ad aprirsi una via d’uscita.

Dire che ci stiamo provando sarebbe una bugia, prima di tutto a noi stessi.
Non è con il sapone autoprodotto, con la ribollita o con la cura della pasta madre che stiamo costruendo un’alternativa.

Si può dire che a covare sia soltanto l’insoddisfazione. Anzi, peggio. Forse il tutto nasce dalla certezza che ciò che in questo momento ci dà da vivere, non è niente di più che una fonte di reddito, un’attività che ci sequestra per la maggior parte della giornata, ma che poco (o niente, dipende dal grado variabile di pessimismo) ha a che fare con le nostre personalità, i desideri e le aspirazioni.

Niente di grave, direte. In fondo, se prendiamo dieci persone a caso, probabilmente nove ci diranno la stessa cosa.

E allora? Questo può essere un alibi per non fare nulla?

Mi chiedo, ce lo chiediamo spesso, senza forse averlo mai esplicitato, quanto certi piccoli talenti che finora abbiamo coltivato confinandoli al famigerato “tempo libero” non meritino invece una dedizione più attenta, una cura che ne permetta la crescita, anche in termini di remunerazione economica.

Ma la risposta non la so.

E allora continuiamo a farci del male. Con questo lavoro che assorbe il nostro tempo, drena energie, prosciuga anche il pensiero, che avrebbe invece bisogno di costruire nuove impalcature.

Ma nel frattempo, rivediamo i nostri tempi e riduciamo i consumi superflui.

Insomma: mettiamo una barriera tra ciò che VOGLIAMO e ciò che DOBBIAMO fare. E lavoriamo, fin da ora, per muoverla, questa barriera. Mettiamoci dal lato del VOGLIAMO e cominciamo a spingere.

Sì, ma come?

Forse la RIDUZIONE è una buona partenza.
Iniziamo da qui: dall’inventario di quel che è NECESSARIO alla nostra felicità.

6 commenti:

LaFrancese ha detto...

bello amore! in questa giornata di lavoro sfrenato e di regole ostacolatrici, ci vuole proprio che si accenda una lucina, anche piccina, anche lontana a cui mirare!
Inventario!

ps. che bello trovare le tue parole ancora in queste pagine ^_^

Baol ha detto...

Come diceva il Piccolo Principe: l'essenziale è invisibile a gli occhi

Anonimo ha detto...

Io mi ricordo ancora di una (bella!) idea che avevate buttato lì tanto tempo fa... :)

Nathan ha detto...

baol,
ma forse dipende da come decidiamo di guardare

pianobi,
ricordi bene!
http://www.unmondodibene.com/2008/09/sushi-sogni-e-parenti-cronaca-di-un.html
(ma chissà, forse quell'urgenza, dopo il mio trasferimento toscano, si è un po' affievolita)

erbaviola ha detto...

intanto che si accendono luci (mica una sola ;) ) TI E' STATO CONFERITO IL SUNSHINE AWARD 2011 :D Passa a ritirarlo qui: http://www.erbaviola.com/2011/03/08/premi-premiati.htm

Baol ha detto...

Già, anche questo è vero...

:)

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