domenica 10 maggio 2009

Weekend, come una volta....

Sì è vero. Può anche essere che in certe canzoni più romanticamente ispirate i fiati indulgano in un certo fraseggio retorico. E poi può anche succedere, con l'avanzare dell'età, che un artista anticonformista, come spesso è chi dedica una vita al jazz, si avvii su una strada di progressivo illanguidimento, lasciandosi alle spalle il celebre cinismo di alcuni album del bel tempo che fu. Ma un concerto di Paolo Conte è sempre e ancora quell'emozione che accarezza i centri nervosi più evoluti della corteccia celebrale e si irradia a ondate di brividi lungo il tronco e le braccia.

Più bianco che mai, il viso scolpito intorno ai baffi spioventi, si è ingobbito sul suo pianoforte, ha ringraziato il pubblico del Palais di Saint-Vincent con rapidi cenni del capo tra un pezzo e l'altro, ha snocciolato tutti i nomi della numerosissima band e alla fine si è esibito in due applauditissimi bis, lasciando al pubblico, quando le luci hanno illuminato i visi in sala, il benefico ricordo di una massaggio tonificante per l'anima.

Grazie a Michela e Mattia per la bella serata. Peccato esserci sentiti troppo esausti, alla fine di un lungo venerdì a chiusura di una lunga settimana, per una birra e molte chiacchiere da aggiungere al concerto.


Sabato e la prima grigliata di bistecche fiorentine in giardino, ma consumata in casa per l'incertezza del tempo di questa tarda indecisa primavera. Le parole e finalmente il tempo di ritrovarsi con gli amici di ogni momento. La carbonella ha funzionato alla grande, il barbeque regalato l'anno passato dai Grandi Francesi ha brillato, nonostante appunti, critiche e sottolineature da parte di chi (facile indovinare chi) non apprezzava fino in fondo la mia tecnica di fuochista dilettante.


Domenica e la discesa verso il treno di pianura. La prima volta a Vercelli, in questo Piemonte antico, profondamente ottocentesco, intimamente decadente (senza tema di smentita, arriveranno presto le foto a provarlo). Un rapido sguardo all'abbazia di Sant'Andrea, con la Francese che vuole entrare per acchiappare due foto, nonostante la messa in corso, schivando la signora all'ingresso che mendicava una moneta. Scattate le foto alle arcate sulle navate vagamente deludenti, la moneta recuperata nel portafoglio per la signora all'ingresso finisce invece nel sacco di un lesto diacono avvicinatosi durante la lunga ricerca del soldo (non destinato a lui), perché non ci eravamo accorti di essere entrati al culmine del sacro rito dell'offertorio extra-otto-per-mille. A nulla è servito il mio scuotere la testa al tipo insaiato che allungava il sacco, perché la Francese non ha saputo resistere alla velata intimidazione del momento. Altra moneta, quella rimasta nella mia mano di fronte al saio, alla signora dell'ingresso.

E finalmente il pranzo. Locanda chic tra città e campagna, il Bue Rosso, specializzata in carni alla griglia. La Francese ha deliziato le sue papille con un carpaccio in bagna cauda ed io con il mio affezionato paté di fegatini. E poi risotto allo zafferano e taleggio, immancabile in questa gita nella terra del riso, per finire con una incomparabile tagliata di fassone piemontese. Il tutto innaffiato da un corposo nebbiolo Perbacco.


In questo momento il suo treno sta entrando in SMN e io ho finito il post. E piove, quassù.


(23,30) Ed ecco alcune foto, non si abbia a dire che si è aspettato tanto! ... le altre qui.


Sant'Andrea, Vercelli

Sant'Andrea, Vercelli    Sant'Andrea, Vercelli, interno il nebbiolo il risotto la tagliata

3 commenti:

lafrancese ha detto...

il week end è stato bello, non c'è dubbi, ma il tuo racconto forse lo è ancora di più ^_^
quando ti ci cimenti...

peccato per il tempo, io che mi aspettavo di poltrire sulla sdraio al sole...

ma non hai detto un cosa, che siamo pronti per un prossimo week end di esplorazione e relax!
ci siamo rimessi in sella! iuppi!!

Viaggi e Vacanze Blog ha detto...

Articolo molto piacevole ed interessante. Approfitto per farvi i complimenti per il blog molto curato e bello graficamente.

lucilla ha detto...

ve volevo saluta'
tie'

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