venerdì 15 marzo 2013

Condivido: il denaro non fa la felicità!

Il tempo è sempre tiranno, e la curiosità troppa, la rete ci affoga di notizie e sceglierle non è semplice. C'è qualcuno che all'essenziale riconduce la propria missione, e io l'apprezzo: minimo
Interessante è l'articolo di oggi "predestinati al consumo": il racconto di un americano che dopo aver girato il mondo con lo zaino in spalla e pochi soldi in tasca torna alla sua situazione di professionista ben pagato e si rende conto che più guadagna, più spende, e più il rapporto qualità/vita si abbassa.

Anche io nella mia piccola esperienza di fuoriuscita dal mondo del lavoro sono arrivata alle stesse conclusioni.

Non lavoro più 8 ore al giorno,  non passo più due ore nel traffico, non smoccolo in turco* per pulire la casa (quello forse lo faccio ancora) nel fine settimana, non devo fare acquisti frettolosi e preventivi per paura di non avere poi il tempo per farlo, non devo prendere 12 caffè al giorno per tenere alta la pressione e l'adrenalina, ecc..
La lista si potrebbe allungare con le cose che invece posso fare (e che magari per pigrizia non faccio) e che gratificano la mia vita ^______^. Ma per pietà di coloro che mi leggono dall'ufficio (se mai ancora qualcuno mi legge), non lo faccio.

Certo è vero che al momento sono tutelata da quelle minima presenza dei miei risparmi, che prima o poi finiranno, ma quello che è importante è riconoscere questo vortice del consumo indotto, quella gratificazione necessaria prodotta dall'acquisto facile, volto a sopperire la mancanza di tempo.

Come si dice, se lo conosci, lo eviti, o almeno gli vai incontro consapevole.

* espressione dialettale non so quanto diffusa nel resto d'Italia che vuole dire che tiro giù tutti i santi del firmamento in ogni religione contorcendo vocali e consonanti. 

2 commenti:

erbaviola ha detto...

Confermo tutto :) Solo di trasporti, vestiti adeguati e tecnologia varia, l'ultimo lavoro che ho fatto da 'dipendente' mi costava 1/3 di quello che prendevo. Ora guadagno meno, ma spendo molto molto meno. Sono consumi indotti percepiti come necessari, le grandi multinazionali dell'alimentare ci hanno costruito imperi, ultimamente riescono a vendere persino il brodo vegetale in scatola e l'albume in bottiglia… Senza caricarsi del peso del mantenimento di questi signori, si sta molto meglio :)

La Francese ha detto...

Ciao Grazia, se sempre un supporto valido su questo argomento! e il mio punto di riferimento, se pò di?
ora vengo a vedere codeste novità! che ci fai con l'albume in bottiglia!!

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