lunedì 14 marzo 2011

Se la decrescita non è matura.

Lo sappiamo, come no: volare è quanto di meno sostenibile si possa immaginare nel mondo contemporaneo.

Un vero e proprio strappo al percorso di decrescita che non si è nemmeno seriamente cominciato. La dimostrazione che una certa dose di incoerenza fa parte del nostro modo, sbagliato o giusto che sia, di essere.

Eppure.

Eppure viaggiare entra di diritto in quell'inventario di cose necessarie alla nostra felicità.
Sarebbe bello poter raggiungere i posti da visitare spostandosi in treno, a cavallo, in bici o a piedi.

Sarebbe bello se le frontiere lo permettessero.

Sarebbe bello se ci fosse semplicemente il tempo necessario per farlo. Se il lavoro non concedesse lo spazio misero di un week end, di una o di due settimane.

Certo, in fondo è tutta una questione di scelte.
Offrire a se stessi un'alternativa, più o meno radicale, dovrebbe essere, a questo punto, un'urgenza.
Per ora ci fermiamo a pensare che non ne saremmo capaci, usando la mancanza di coraggio come un alibi.

Per ora.

Per ora, dopo quella del detersivo, abbiamo cominciato l'autoproduzione di yogurt e dichiarato una guerra senza quartiere a ogni tipo d'imballaggio.

E ci piace pensare di poter bilanciare, in piccolissima parte, tutto il carburante che i motori del jet bruceranno in cielo.

2 commenti:

Ladoratrice ha detto...

Io non credo si tratti di decrescita immatura. Penso che la misura stia nel buon senso. Decrescita non significa doversi privare in maniera talebana di tutto. E quindi ben vengano l'aereo e il carburante. Un conto è prendere l'auto per fare tre passi, che possono esser fatti a piedi o in bici. Privarsi di un viaggio per non inquinare o pesare sul mondo sarebbe solo un sacrificio di stampo ideologico, un martirio. Voglio dire: parliamo di decrescita, non di fervore religioso e flagellazioni, viaggiare è vitale!!!

Anonimo ha detto...

Stavo per scrivere esattamente quello che è scritto nel commento qui sopra, quindi non mi ripeto.
Aggiungo solo che c'è modo e modo di viaggiare e di porsi di fronte ai luoghi e le culture che si visitano. E mi sembra che il modo in cui l'avete sempre fatto voi non sia uno spreco di risorse, ma una crescita e un arricchimento personali, questa volta intesi in senso positivo.

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