domenica 20 luglio 2008

Giappone. Secondo giorno: il paese dei balocchi


Sveglia alle nove, colazione da Anderson alla stazione di Ueno. Si può dire una colazione all'italiana, con cappuccino e golose brioches.
E poi partenza per Harajuko, ancora, alla ricerca dei fantomatici cosplay, i travestimenti da manga della domenica.
Ma a Harajuko, usciti dalla metro, c'infiliamo al Meiji Jingu, uno degli incantevoli giardini della città, e il tempio che in esso è racchiuso. Ed è domenica, appunto, e i matrimoni non mancano, per la meraviglia dei turisti e delle loro fotocamere. E poi il giardino degli iris, purtroppo già sfioriti, carpe grandi come barboncini e una flora talmente rigogliosa da farci immaginare di essere piombati nel bel mezzo della foresta pluviale (l'umidità nell'aria non dev'essere molto diversa, del resto).

Lungo il perimetro dello Yoyogi park decine di band esibiscono un pop giapponese molto orecchiabile, distorsioni punk-rock, brani acustici e voci a volte intonate e a volte no, così vicine l'una all'altra da risultare all'orecchio quasi una cacofonia indistinta. All'ingresso del parco alcuni rockabilly sulla quarantina (giuro), dalla banana di lacca che farebbe invidia a Little Tony, si esibiscono in inverosibili movimenti che nemmeno ricordano da lontano quelli di Richy Potzi, RalphMalph e Sottiletta.
E qui si mangia. Dai baracchini lungo la strada ci prendiamo uno spiedino di carne a testa, una porzione di noddles e delle polpettine ricoperte di trucioli e salsa di cui mi sono fatto dire il nome (ma che non saprei ora nemmeno ripetere).

Ginza. Ci arriviamo, sulla Yamanote, per un giro di 9 piani (a piedi) dentro la boutique dell'assoluto scialo della carta. Al settimo io mi siedo. Ma che gusto ci troverà lei a ficcare il naso in montagne di fogli, agende, timbri, inchiostri, colori, matite, pennelli, buste, temperini, tagliacarte, stilografiche? Tutte cose che poi ha comprato, ma che non posso elencare precisamente perché il commesso ha provveduto a impacchettare, cose piccole in buste piccole, grandi in buste grandi, tutto dentro un sacchetto bello elegante e discretto. Grandi inchini, rigraziamenti e via.
Apple store. Quasi quasi, me lo faccio io un regalo qui. Le cuffie Bose. Già il solo indossarle è un'esperienza, perché ancora prima di avviare l'i-pod, tutto il mondo fuori si zittisce. E poi, all'avvio della musica....
Ancora un giro per Ginza, altri palazzoni griffati, ancora cagnolini nei passeggini e un sushi (ancora, sì) a ridosso della stazione di Yorakushu.
E ancora Ueno, la nostra casa edochiana, dove compriamo due palline verdi dolci ripiene di prugna.
Buone, erano buone. Ma il nome, ancora una volta, pur avendomelo fatto ripetere da una commessa divertita dalla mia curiosità, nemmeno stavolta me lo ricordo (ma c'erano molte vocali).

Buona notte. Qui è passata mezzanotte. Noi qui domani s'ha da partire presto per Nikko.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Vi ammiro molto per la costanza con cui state aggiornando il blog... vediamo se dura! ;-) Io e il moroso avevamo la stessa intenzione durante l'ultimo viaggio, ma jet-lag, malesseri, febbroni da cavallo e sfighe varie ce l'hanno purtroppo impedito. Posso fare la nipponista pignolina? Sì?!^^ Harajuko è HarajukU (ma poi le gothic lolita le avete viste?) e Yorakushu credo sia YUrakushO. Le polpettine (al polipo) sono i TAKOYAKI, i trucioli sopra sono katsuobushi (scagliette di tonno essicato)... che a me ha sempre fatto uno strano effetto, perché è talmente leggero che quando ondeggia scosso dal calore o dall'aria sembra vivo... ^_^ Le palline... uhm, prugna? non marmellata di fagioli rossi dolci? uhm...Chiedo l'aiuto a casa: Zazie, secondo te cosa saranno? Ok, ora la smetto con le lezioni non richieste, ma così se un giorno volete scrivere le didascalie sotto alle foto ce le avete giuste! ;-) Buona gita a Nikko!

Anonimo ha detto...

@ Stefy
non sarà di sicuro un appuntamento quotidiano. Qui a tokyo abbiamo la connessione in camera, ma a kyoto, da giovedì, avremo accesso alla rete solo dalla sala comune del minshuko.
Comunque, grazie per i suggerimenti e le dovute correzioni.

Era proprio prugna, con il nocciolo.

Claudia Casu ha detto...

Ahahah siete stati da ITOYA :D
Grande La Francese, ha fatto incetta... ^^
In attesa delle prossime puntate!

zazie ha detto...

Sicuri che le palline si potevano mangiare? :-))) Probabilmente saranno un qualche tipo di manjuu, si trovano anche con le fragole.
Visto che siamo pignole, mi sa che il nome corretto della stazione vicino a Ginza e` Yurakucho.
Stefy, mi sa che Nat e la Francese ci metteranno nella lista dei commentatori indesiderati ^-^;.
I rockabbilly quarantenni sono cio` che rimane della "scena" degli anni ottanta, quando erano molti di piu` a riunirsi nel parco di Yoyogi.
Vi avevo mandato un messaggio di "buon viaggio", ma mi sa che si e` perso, quindi vi auguro buon proseguimento. Aspetto gli aggiornamenti sulle altre tappe.

Anonimo ha detto...

@Stefy e Zazie
dovete sapere che la francese è una delle maggiori esperte di neologismi italiani ;-) Ora che siamo arrivati quaggiù sto imparando da lei ad inventare un nostro giapponese personale. con buona pace degli spider di google..

Anonimo ha detto...

@ Zazie: correttrici di corretrici di giapponese... su Rieducational Channel! :-D

I neologismi in giapponese personalizzato sono divertentissimi... Io e il moroso abbiamo ribattezzato il condominio dove ci siamo appena insediati "birubiru", che era la sua versione del nome del palazzo "MaruBiru" a Tokyo...

Claudia Casu ha detto...

Stefy e Zazie:
confesso che mi sono morsa la lingua, anzi la tastiera ^^
Facciamo il piccolo club delle nippo-correttrici-pignole? :D

Nathan:
i miei neologismi di lingua giapponese, soprattutto quelli involontari, mi sono valsi dei fantastici soprannomi... ahahah
Divertitevi tanto tantissssimo.
Baci ^^

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