La nostra malattia si aggrava, incancrenisce.
Il lungo weekend che ci siamo lasciati alle spalle, oltre alla mia febbrile, ma anche un po' svogliata, attività di ricerca di una qualche fonte di guadagno stabile nei luoghi francesiani, si è consumato nel teso confronto di una coppia alle prese con la progettazione di un viaggio dalle aspettative quasi insostenibili.
Tokyo è fissata. Booking.com, con il decisivo intervento della carta di credito della Francese, ci ha permesso di fissare questo friendly, soprattutto per le tasche, centralissimo hotel (tra Asakusa e Ueno), strategico per la visita dei quartieri che un neofita del Sol Levante non può mancare. E comodo anche per chi, come noi, si servirà della stazione della ex-compagnia di Stato (la Japan Rail) per le gite fuori porta già programmate. Tokyo, cinque notti, tre giorni per visitare la città, un giorno per i templi immersi in quel paradiso naturale che chiamano Nikko e un giorno per Kamakura e il suo Budda gigante (oppure sarà sostituita da Hakone al cospetto del Monte Fuji?).
E poi Kyoto.
Quel proiettile a forma di treno dal muso a papera che chiamano Shinkansen impiega due ore e mezzo per raggiungere il cuore del Giappone tradizionale dalla sfavillante capitale. A Kyoto sono stati censiti 1600 templi shintoisti e buddisti (al quarto crepo!).
A Kyoto cerchiamo una tana che abbia un certo sapore giapponese, anche un po' cialtrone, raffazzonato, con le paretine di plastica al posto del legno, un posto dai prezzi accessibili e (è diventata una fissazione) abbastanza vicino alla JR Station, per la comodità delle nostre gite fuori porta.
Allora ho scritto un'email di richiesta di disponibilità e di prezzo, un messaggio dall'inglese sottile e figo, sufficientemente educato per essere apprezzato da quel popolo così civile e imbevuto fino al midollo di buone maniere. Il mio errore, però, è stato quello di lasciare quel testo (e la password della mia email) nelle mani della Francese. Risultato: decine di risposte da minshuku lontani anni luce dalla stazione, di ryokan al costo di un mese di stipendio, di istituti di carità per viandanti che hanno smarrito se stessi.
In cima alle nostra classifica c'era questo ryokan, consigliato dalla Paola, il prezioso contatto dalla lunga esperienza giapponese procurato dall'imprevedibile Igor, l'architetto pirotecnico.
Purtroppo, a parte per il prezzo, comunque abbordabile, anche se magari per un massimo di un paio di giorni, non è stato possibile verificarne la disponibilità senza preventivamente fornire i dati della carta (procedura, che nella mia somma presunzione, ho ritenuto sufficientemente irrituale da non essere serenamente percorribile. Sono contorto, lo so). Pazienza, forse qualcosa mi è sfuggito.
Altra accomodation in lizza, almeno per l'intera mezza giornata di sabato, è stata la sobria casettina della gentilissima signora Sachiko Mori. Dalla sua la signora aveva la gentilezza riportata in varie recensioni reperite online e il buon giudizio della lonely planet. Per contro il bagno in comune con altre due stanze e la posizione piuttosto defilata rispetto al centro e alla stazione hanno deposto definitivamente a suo sfavore.
Alla fine andiamo qui. Costa poco, ha il bagno in camera, non c'è il coprifuoco, è vicino alla stazione e al centro e non hanno voluto carta di credito (anche se le recensioni sono le peggiori che abbia mai letto...).
Gite fuori porta da Kyoto: Nara, i suoi tempi e i cerbiatti zampettanti, Himeji e il castello bianco.
Irrisolta e ancora in trattativa la nostra sistemazione di Hiroshima. Quasi di certo porremo la nostra base in questo gradevole ed economico business hotel (ancora un consiglio della Paola-san). La novità del weekend prevede una notte di sogno e d'amore sulla rinomata isola di Miyajima.
La Francese (sostenuta da Annucci) punta alla nostra rovina economica perorando la causa del famosissimo e consigliatissimo Ryokan Iwaso, sorta di paradiso in terra giapponese, affacciato sullo specchio di mare in faccia al tori più fotografato del mondo, circondato da cerbiatti curiosi e sentieri delimitati da lanterne di pietra.
Io in verità preferirei un comodo e tranquillo hotel in stile atlas ufo robot, con quell'aspetto anni 70, uguale uguale ai palazzotti sotto il fuoco delle armate di Vega, quelli che andavano distrutti ad ogni inizio di puntata.
Come godrei, sull'isola di Miyajima, a vivere in un cartone animato della mia prima infanzia, con la mente che vola alle armi micidiali di Afrodite A.
Ma vuole il ryokan tradizionale, vuole cenare in camera con i ginocchi suoi ceci, soffrire di sciatica per la posizione, svegliarsi con il suono di un gongh.....
Quanti dilemmi in questo viaggio.
Il lungo weekend che ci siamo lasciati alle spalle, oltre alla mia febbrile, ma anche un po' svogliata, attività di ricerca di una qualche fonte di guadagno stabile nei luoghi francesiani, si è consumato nel teso confronto di una coppia alle prese con la progettazione di un viaggio dalle aspettative quasi insostenibili.
Tokyo è fissata. Booking.com, con il decisivo intervento della carta di credito della Francese, ci ha permesso di fissare questo friendly, soprattutto per le tasche, centralissimo hotel (tra Asakusa e Ueno), strategico per la visita dei quartieri che un neofita del Sol Levante non può mancare. E comodo anche per chi, come noi, si servirà della stazione della ex-compagnia di Stato (la Japan Rail) per le gite fuori porta già programmate. Tokyo, cinque notti, tre giorni per visitare la città, un giorno per i templi immersi in quel paradiso naturale che chiamano Nikko e un giorno per Kamakura e il suo Budda gigante (oppure sarà sostituita da Hakone al cospetto del Monte Fuji?).
E poi Kyoto.
Quel proiettile a forma di treno dal muso a papera che chiamano Shinkansen impiega due ore e mezzo per raggiungere il cuore del Giappone tradizionale dalla sfavillante capitale. A Kyoto sono stati censiti 1600 templi shintoisti e buddisti (al quarto crepo!).
A Kyoto cerchiamo una tana che abbia un certo sapore giapponese, anche un po' cialtrone, raffazzonato, con le paretine di plastica al posto del legno, un posto dai prezzi accessibili e (è diventata una fissazione) abbastanza vicino alla JR Station, per la comodità delle nostre gite fuori porta.
Allora ho scritto un'email di richiesta di disponibilità e di prezzo, un messaggio dall'inglese sottile e figo, sufficientemente educato per essere apprezzato da quel popolo così civile e imbevuto fino al midollo di buone maniere. Il mio errore, però, è stato quello di lasciare quel testo (e la password della mia email) nelle mani della Francese. Risultato: decine di risposte da minshuku lontani anni luce dalla stazione, di ryokan al costo di un mese di stipendio, di istituti di carità per viandanti che hanno smarrito se stessi.
In cima alle nostra classifica c'era questo ryokan, consigliato dalla Paola, il prezioso contatto dalla lunga esperienza giapponese procurato dall'imprevedibile Igor, l'architetto pirotecnico.
Purtroppo, a parte per il prezzo, comunque abbordabile, anche se magari per un massimo di un paio di giorni, non è stato possibile verificarne la disponibilità senza preventivamente fornire i dati della carta (procedura, che nella mia somma presunzione, ho ritenuto sufficientemente irrituale da non essere serenamente percorribile. Sono contorto, lo so). Pazienza, forse qualcosa mi è sfuggito.
Altra accomodation in lizza, almeno per l'intera mezza giornata di sabato, è stata la sobria casettina della gentilissima signora Sachiko Mori. Dalla sua la signora aveva la gentilezza riportata in varie recensioni reperite online e il buon giudizio della lonely planet. Per contro il bagno in comune con altre due stanze e la posizione piuttosto defilata rispetto al centro e alla stazione hanno deposto definitivamente a suo sfavore.
Alla fine andiamo qui. Costa poco, ha il bagno in camera, non c'è il coprifuoco, è vicino alla stazione e al centro e non hanno voluto carta di credito (anche se le recensioni sono le peggiori che abbia mai letto...).
Gite fuori porta da Kyoto: Nara, i suoi tempi e i cerbiatti zampettanti, Himeji e il castello bianco.
Irrisolta e ancora in trattativa la nostra sistemazione di Hiroshima. Quasi di certo porremo la nostra base in questo gradevole ed economico business hotel (ancora un consiglio della Paola-san). La novità del weekend prevede una notte di sogno e d'amore sulla rinomata isola di Miyajima.
La Francese (sostenuta da Annucci) punta alla nostra rovina economica perorando la causa del famosissimo e consigliatissimo Ryokan Iwaso, sorta di paradiso in terra giapponese, affacciato sullo specchio di mare in faccia al tori più fotografato del mondo, circondato da cerbiatti curiosi e sentieri delimitati da lanterne di pietra.
Io in verità preferirei un comodo e tranquillo hotel in stile atlas ufo robot, con quell'aspetto anni 70, uguale uguale ai palazzotti sotto il fuoco delle armate di Vega, quelli che andavano distrutti ad ogni inizio di puntata.
Come godrei, sull'isola di Miyajima, a vivere in un cartone animato della mia prima infanzia, con la mente che vola alle armi micidiali di Afrodite A.
Ma vuole il ryokan tradizionale, vuole cenare in camera con i ginocchi suoi ceci, soffrire di sciatica per la posizione, svegliarsi con il suono di un gongh.....
Quanti dilemmi in questo viaggio.
7 commenti:
Do il mio contributo alla vostra rovina economica: Ryokan Iwaso come ultima dimora! E' uno spettacolo! Cioè dai...i cerbiatti!!! Mi schiero decisamente dalla parte della Francese :)
Nat, dai, si vive una volta sola...e se anche se ne vivessero due, io ci andrei lo stesso (tutte e due le volte), pecunia permettendo ;p
@barb
s'è mai vista una puntata di goldrake ambientata in un ryokan?
mah... penso che alla fine mi arrenderò all'idea delle passeggiate tra i cerbiatti, a un bagno al tramonto davanti ai colori del mare, a una cena ginocchioni prima di abbandonarmi al morbido futon
sempre sacrifici...
siiiiiiiiiiiii evvaiiiiiiiiiii iuppiiiiii!!
Il posto piu' comodo in assoluto a Kyoto e' il matsumoto ryokan che e' esattamente di fronte alla stazione centrale:
http://matsumoto.kyoto-ekimae.com/english/index.html
semplicissimo, spartano, ma pulito e economico.
Qua mi sono trovata molto bene, costa pochissimo e dista 5min a piedi dalla stazione. E' pero' difficile trovare posto:
http://www.budgetinnjp.com/
Se a Kyoto vi fermate nel posto con le recensioni pessime, allora vi meritate una notta al ryokan iwaso, giusto per riprendervi :-))
Grazie Zazie!
il matzumoto sembra proprio bellino.
al budget inn e al suo gemello tour club (tra l'altro segnalati anche dalla lonely), come anticipavi, non hanno posto da un bel po'.
Delle recensioni lette sul posto prenotato solo una era davvero negativa e anche piuttosto pretestuosa, mi è sembrato, visto l'ottimo prezzo (e non ultima la possibilità di noleggiare le bici a un prezzo irrisorio, sempre che si trovi dove attaccarle, pare che scarseggino i "parcheggi" per biciclette a kyoto...)
@Nathan: il matsumoto e` molto semplice, ma vista la posizione e` comodissimo. La prima volta che ci sono stata ero preoccupata per il rumore, visto che alcune stanze danno su una strada molto trafficata, ma Kyoto e` come Venezia ;-)) dopo le 10 di sera non c`e` piu` nessuno in giro ;-)).
Penso che spostarsi in autobus sia piu` facile che spostarsi in bicicletta, soprattutto perche` alcuni tempi sono lontani (per raggiungere il kinkakuji, per esempio, ci vogliono circa 40 min di autobus dalla stazione) e molti sono in collina e senza spazi per parcheggiare biciclette.
@nath
tesoro mio, io sono donna di pianura! romantica l'idea della bici, ma io pedalo solo in piano!!
@bar @ zaz
grazie per aver sostenuto la mia causa del ryokan all'isola dei cerbiatti! sembra che l'abbia spuntata... salvo mangiare in strada due settimane per recuperare le spese :)
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