martedì 22 maggio 2007

Se il libro fa cagxxe...

Strascichi di Fiera.

E’ vero. Comprare un libro è un atto di fiducia. Investiamo i nostri dieci euro (quando va bene) per ottenerne in cambio nutrimento. Perché in fondo non si tratta di nient’altro che di cibo: per la mente o per il cuore. In un libro cerchiamo emozioni, in quella gamma che va dall’ilarità allo struggimento, passando per la paura o la commozione. Oppure un esercizio d’intelligenza, quel sottile piacere (che può scivolare nell’autocompiacimento) che si prova nel porre a confronto le nostre esperienze con quelle in cui la storia ci conduce.
E allora il problema dove sta?
In libreria possiamo toccarli, guardare l’illustrazione di copertina, far risuonare il titolo tra le labbra, leggere la quarta, l’indice, l’incipit, qualche pagina qua e là, saggiare la credibilità dei dialoghi (i dialoghi, già, i dialoghi…).
Ma pagare alla cassa e uscire con la nostra promessa di emozioni serali dentro una busta è sempre e comunque un azzardo. Ci possiamo fidare dell’autore che già conosciamo, possiamo metterci nelle mani dell’editore ligio a una linea che abbiamo sempre apprezzato. O ascoltare i consigli di un amico (e comprarne uno, di libro consigliato, mica tre alla volta, eh) Possiamo fare tutto questo. Ma comprare un libro sarà sempre come comprare la mozzarella. Prima o poi quella rancida finirà nel nostro piatto.
Immagino che molte persone, davanti a una mozzarella rancida non si perdono d’animo. La afferrano gocciolante tra pollice e indice e, con il marchio degli incisivi sulla superficie filamentosa, la fanno scivolare con destrezza dentro alla sua busta per farla infine ruzzolare sul tavolo del direttore del supermercato di fiducia. Come vi potranno negare un buono-mozzarella a quel punto? (e di bufala campana, se saprete rovesciare sullo stesso tavolo le parole che il caso richiede).
E per i libri?
Chi è mai andato dal libraio a lamentare il fatto che l’osannato Espiazione di McEwan (a parer mio una delle più grandi penne che solcano le pagine contemporanee, imprescindibili “Bambini nel tempo” e “L’amore fatale”) è un’assoluta, inaspettata, noiosa, paludata, interminabile (ma non perché sia lungo) fregatura?
Chi ha mai scritto a quelli di minimum fax per fargli presente che “visto che sono un acritico innamorato inguaribile di Raymond Carver vorrei davvero leggere tutta la sua produzione, che si tratti di racconti, poesie, saggi o liste della spesa scritte all’adorabile Tess Gallagher, ma vi prego di non continuare a pubblicare nuovi libri che contengono un saggio inedito e 10 poesie già pubblicate in una recente antologia, e poi una raccolta con due racconti sforbiciati dall’editor di fiducia e cinque nella prima versione voluta da lui, tutti già usciti l’anno scorso sotto i vostri stessi tipi, insomma cara minimum fax, io continuo a comprare tutti i libri che fate uscire con il nome di Carver stampato in alto, ma è possibile che mi ritrovo a leggere sempre le stesse storie (con qualche virgola spostata qua e là)? Ho letto Cattedrale in non so più quante versioni, vi pare sufficiente cambiare colore alla copertina e titolo all’antologia per continuare ad incassare i miei dieci euro?”
Insomma, io non so se qualcuno si è rivolto al libraio o all’editore di un libro (o all’amico che ha perso un‘occasione per meritare fiducia) per riavere indietro i soldi. Ma so che c’è un nuovo giornale che promette di farlo (giuro che non incasso niente per questo post, e poi in ogni caso userei il denaro per leggere di Tess Gallagher che racconta la sua vita, e le sbronze, con Carver). Il giornale si chiama Satisfiction. In rete e in carta, un giornale di recensioni che promette di rimborsare i lettori delusi. Gran bel lancio. Bella pensata. In fondo il marketing è come l’uovo di colombo. Ti viene sempre da dire: ma caxxo, perché non c’ho pensato io?

E poi toilet. Un’altra scoperta in Fiera, a Torino. Toilet, rivista bimestrale di racconti. Solo racconti, nudi e crudi, da leggere con i pantaloni calati. Ogni due mesi un tema, scrittori italiani conosciuti ed esordienti assoluti. Una curiosità che merita di essere provata. In fiera ti vendevano la rivista e ti regalavano un rotolo di carta igienica. Ovvio che non me la sono fatta mancare. Di quel che ho letto qualcosa mi è piaciuto e qualcos’altro proprio no. Com’è giusto che sia, del resto.
Di sicuro loro non vi rimborsano se la rivista non vi piace. Tutt’al più potrete dire in giro che i racconti che pubblicato fanno davvero cagxxe. E quelli di toilet avranno centrato il loro obiettivo.

16 commenti:

Baol ha detto...

I vostri ultimi due post sono molto interessanti (come del resto anche gli altri). Il paragone con la mozzarella rancida secondo me è molto azzeccato anche perchè, come una mozzarella rancida, un brutto libro ti mette acidità e pesantezza allo stomaco, solo che la mozzarella, dopo il primo morso, la lasci lì tornando al supermercato per far valere le proprie sacrosante ragioni mentre il libro molto spesso, nonostante ci risulti indigesto, continuiamo fino alla fine e lo leggiamo tutto. Detto questo posso aggiungere che il mio libro pessimo è "l'isola dei cani" di Patricia Cornwell, autrice di cui ho letto quasi tutti i libri e che, nonostante la serialità, non mi è mai dispiaciuta; quel libro però è PESSIMO, è una emerita cagxxa che non consiglio a nessuno, grazie per l'attenzione e buona giornata :)

Anonimo ha detto...

...ma quanto mi fa impazzire quando si mette a giocare con le parole così!

'More... però mica ti vedo io a riportare al supermercato la mozzarella rancida, mentre di sicuro ti vedo (e forse l'hai già fatto) scrivere alla Minumun Fax per dirgli di Carver
IHHIHIHI

Ti voglio bene, te l'hho già detto oggi?

Francesca Palmas ha detto...

Io mi trovo sempre davanti a dilemmi pazzeschi in libreria, a momenti comprerei tutto in altri momenti non prenderei nulla e non mi fido nemmeno degli autori che conosco...Molte delle cose che leggo le ottengo in prestito e poi se mi son piaciute tanto me le compro...Oppure attingo alla biblioteca con lo stesso sistema, fortunatamente quella che frequento è così fornita che non devo aspettare molto nemmeno per gli ultimi usciti...Comprare un libro è sempre un azzardo..Voglio leggere toilet!!!

Anonimo ha detto...

baol,
quando acquistiamo un libro che non ci piace la fregatura è doppia. Perché abbiamo sostenuto un costo, insomma, e non ci va di abbandonarlo dopo le prime venti pagine con l'amaro in bocca. Preferiamo dare l'affondo, proseguire, continuare a soffrire sperando in una qualche (rarissima) svolta che lo riscatti. E' così che ci ostiniamo a farci del male, è così che ci autoinfliggiamo un calvario, dopo la delusione.
Che sia quella indicata dalla Coniglia la soluzione? Quello che non mi torna però, Coniglia, è che se un libro ti piace poi te lo compri... ma l'hai già letto, e quindi che fai? lo metti nuovo nuovo sullo scaffale senza aprire le pagine una ad una, senza dilatare la costola che le tiene insieme, senza averne annusato la carta la colla e l'inchiostro?
non so, non so, non mi convince...

Anonimo ha detto...

Amore mio, posso polemizzare un po'?! Sì, dai dai! ...mi misuro con sua maestà! :-P

Insomma, la sorpresa del prodotto libro è imprescindibile nel prodotto . Il libro si compra a scatola chiusa, c’è poco da fare, puoi essere consigliato quanto vuoi, ma il giudizio lo puoi dare solo alla fine. Non c’è qualità ripetibile come nella mozzarella.
Ma non è proprio questo che rende più gustoso l'assaggio di un autore nuovo?
Il Nostro Franzen io l'ho comprato per caso, stava lì, sullo scaffale del supermercato... ci sta l’abbia solo comprato con il 3x2! Ma quanta soddisfazione di aver scovato quella meraviglia!

...e poi, finire un libro per forza, non tanto perchè s'è pagato e quindi di mangia tutto - anche mia nonna quando andava in pensione al mare ragionava così, tornava sempre qualche kg di troppo! - ma perchè si spera in una svolta, non ha rivelato a volte grandi sorprese? Per me si! Primo tra tutti il mio preferito Ritorno in India di Yehoshua.

Ancora, oltre alla azzata di comprare tre libri sulla fiducia dei gusti altrui, ho fatto anche di peggio! Ho letto libri in prestito e poi li ho comprati.Certo non tutti, quelli che più mi erano piaciuti, quelli che volevo tenere vicino. A volte ho anche invertito le copie, mi sono tenuta quella letta, e ho dato indietro quella nuova :-)

Sento un’ambulanza... Hai mandato un tso?

Anonimo ha detto...

sì, effettivamente, la fame nel mondo, il disboscamento dell'amazzonia, il riscaldamento del pianeta, i peli superflui e le maniglie dell'amore sono problemi di gran lunga superiori. Ma chi ci ripaga della delusione per un romanzo che non ci è piaciuto, visto che si tratta di un prodotto di "qualità non ripetibile"?

mi piace l'idea di tenersi il libro preso in prestito e restituire quello nuovo. ma nel caso di volumi con i contrassegni di una biblioteca? e non dire che dichiareresti al malcapitato bibliotecario di averlo smarrito consegnandogli una nuova copia... lo sai? la categoria dei bibliotecari è quella con la più alta incidenza di suicidi... e la colpa è anche in parte delle frottole quotidiane che gli utenti raccontano per evitare le sanzioni. Non andiamo a complicargli una vita già così difficile, allora.

Anonimo ha detto...

Mai fatto una cosa del genere ad un bibliotecario!

Ho sempre stimato la categoria, se vuoi, anche invidiato il fatto di poter scorrazzare a porte chiuse in mezzo a così tanti scaffali e libri!
...anche perchè la scomunica da parte di uno di questi individui è cosa assai grave, nella mia gerarchia religiosa hanno un posto assai alto, altissimo:-)

Tornando al succo, alla domanda, al tuo dilemma: NESSUNO - a parte la rivista che hai scovato - non ci risarcisce nessuno, cruda e amara verità.

C'è solo da far attenzione a spendere bene i propri soldi e prepararsi ad incassare delusioni compensandole con le comunque presenti soddisfazioni!

ps. ed ho sempre riportato i libri in tempo, bhe, quasi!

Baol ha detto...

Sempre infilandomi in discussioni di coppia :P anche io penso che il libro, comunque, sia un acquisto a scatola chiusa, mi hanno anche prestato dei libri (tra cui il bellissimo "Maestro e Margherita") ma il piacere dell'acquisto, l'odore dell'inchiostro, la sensazione della scoperta...
Ciaoooo

ps
Anche io ho scoperto Carver e mi piace tanto ;)

aroti ha detto...

io starei ore in libreria per poi uscire e non aver comprato nulla.


vorrei avere i super-poteri e poter leggere i libri direttamente dallo scaffale...però il tatto ed il profumo che si respira avendo in mano un libro, è la sensazione che più te li fa amare.

Anonimo ha detto...

ehmm, ma che numero di toilet hai letto? così per curiosità, ecco...
:)

Anonimo ha detto...

bellissimi gli ultimi due post!!!! sono d'accordo con Baol, il paragone con la mozzarella rancida è stra azzeccato!!!
io di solito, i libri brutti li lascio a metà: come dice Pennac, mi arrogo il diritto di non finirli...magari poi, andando avanti si scoprono meraviglie ma delle due preferisco poi rileggerli in un secondo momento, che magari, con uno stato d'animo diverso, cambio pure parere...
baci
panz

nonsisamai ha detto...

simpatica la conclusione. tra l'altro ho appena letto (anzi non sono nemmeno riuscita a finirlo) un libro che mi hanno regalato e di cui in certi momenti ho davvero odiato l'autore, un cosiddetto "creativo", un art director con un'ego smisurato....e altro che 10 euro....grrrrr

Anonimo ha detto...

Sì, la conclusione è proprio carina!

La battuta "live" è stata mia, Nath, se ne è giustamente servito :-)

Che coppia amore mio!

Anonimo ha detto...

ape,
il feticismo del libro è un fenomeno decisamente diffuso.
Pensa che una delle prime cose che la Francese mi ha chiesto è stata "ma tu i libri in che ordine li metti nella tua libreria?". Mi disse che il suo criterio era quello dei colori dei dorsi... :-)

emauff,
mi pare il n. 3, quello a tema musicale. Perché? Devi dirci qualcosa?

Anonimo ha detto...

panz,
vorrei poterli abbandonare a metà senza sensi di colpa...

nonsisamai,
è pubblicato in Italia? il titolo non vuoi dirlo?

Anonimo ha detto...

MA NO!!!
madaiii!!
non è vero!!!

Non tengo conto del colore dei dorsi...

Non solo.

...anche l'altezza è importante e lo spessore! la mia libreria ikea ha i vani quadrati non è semplice! poi in seconda battuta metto vicino i libri degli stessi autori e poi per nazionalità...

...ma fatevi dire come li ordina lui, i libri sullo scaffale!
sìsì, fatevelo raccontare!

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