Meta ambita da italiani avvinazzati di belle etichette e di calici ampi, da tedeschi con i sandali e il sapore di Goethe ancora in bocca, inglesi tantrici con capitali da investire. Il Chianti non è solo questo. È prima di tutto una regione rurale di quel lembo di argilla che è la Toscana che, prima che di turismo, ha vissuto di Terra. Sì, quella terra con la maiuscola. Terra che tutte le energie muove, la più consistente dei 5 elementi.
Un unico sabato per far assaggiare a Nathan questo sapore. Non quello patinato, ma quello sporco e polveroso, alla ricerca di un briciolo di quella realtà contadina che ha impregnato i nostri animi. Per cercare quanto di più genuino ci possa essere ho un asso nella manica, il mio amico agronomo, che ha preso quel pezzo di carta per stare al passo con il suo secolo, ma che altrimenti avrebbe imbracciato la sua vanga e avrebbe riversato i suoi silenzi alla terra.
Questo è il tragitto:"Più precisamente? Da fare in una giornata? Io passerei dall'Impruneta anche così di passaggio per vedere la piazza, poi prosegui per Greve in Chianti e prima della piazza girare per Montefioralle che è un paesiono medioevale. Se vuoi li mangi anche al Ristorante la Castellana ma credo che tu debba prenotare. Se dopo la piazza di greve vuoi vedere una cantina, anche se piccola, puoi andare lì a Greve da un mio parente, che ha l'azienda Terre di Melazzano. Puoi dirgli che ti mando io e di farti fare un giro della cantina. Lì puoi anche fare degustazione e comprare il vino, l'igt non è un gran che ma come prezzo va bene ma gli altri sono buoni. A questo punto se hai tempi puoi andare o sul Monte S. Michele anche se è un po' freddo ma è bello, oppure vai verso Panzano e prendi le indicazioni per Volpaia che è un altro paesino medioevale. Atro non mi viene in mente, ci sarebbe un'aziendina molto piccola a Lamole ma non saprei come indicarti la strada. Poi comunque anche Gaiole e la Castellina sono da vedere e ci sono un po' di enoteche. Altri posti per mangiare se passi dalla statale chiantigiana dopo Chiocchio c'è La Cantinetta oppure in piazza a Greve c'è Nerbone che fa anche le frattaglie ed ha piatti un po' così volanti. Se volete mangiare tanto, bene, e spendere poco a Gabbiano (tra Greve ed il Ferrone) c'è un ristorante di quegli da camionisti che dentro è anche carino, la bistecca è cotta sulla brace."
Idea geniale, il mio Picone ha capito cosa voglio! Unica cosa che io non ho capito ancora è che il tempo per me e Nath è il nostro. È girarsi tra le lenzuola, e cercare le nostre labbra sempre, è gesticolare, scherzare e partire di nuovo da capo, dall'Amore. Questo grande e nostro sentimento che mi stupisce sempre, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, è un sentimento nuovo, forte e pregnante.
Partiamo tardi, dopo una colazione a base di cose dolci, come noi, rifocillante come il tempo che passiamo insieme.
...e mail alla mano, eccoci sulla Chiantigiana, passiamo Tavarnuzze, poi Gabbiano, e...
-"Nath, guarda! questo deve essere il ristorante da camionista! ...e si sa, dove ci sono i camionisti si mangia sempre bene!!"
Manovra, guardiamo dentro e ci ripromettiamo di farci merenda. Continuiamo. Arriviamo a Greve in Chianti. La Piazza è troppo carina, circolare con i portici che vi affacciano e le botteghe che godono ancora del consenso dei cittadini. Ci fumiamo una sigaretta sulla panchina e guardiamo passare gli indigeni. Un caffè senza c, come si pronuncia da queste parti.
Ripartiamo e la direzione è Montefioralle. Ho un ricordo vago di una precedente visita nella mia precedente vita presente. Ricordo il borgo medievale in pianura. Ma piana in Chianti? Ohbischeradiunafrancese?! Icchetudici?? Infatti. Saliamo, tornante dopo tornante ed arriviamo ad un semaforo con due occhi rossi. Anche questo era nella mia vita precedente. Parcheggio, verifico la consistenza dell'albero con il cofano e scendiamo. Un paese dolce di pietre antiche, di ciottoli bianchi ed erbe rampicanti. Lo circumnavighiamo velocemente, tra la terra e il cielo, in questi passi che faccio accanto a te, sospesa a 10 centimetri dal suolo, mentre ti racconto i miei più ambiziosi sogni imprenditoriali. E partiamo ancora, e il nafragar ci è dolce in questo mare... La meta successiva è Panzano. Cerchiamo parcheggio senza sbattere troppo le auto degli sprovveduti che hanno parcheggiato prima di me, ahimè per loro! Ci concediamo più passi, oltre i cento, alla ricerca del Cecchini, il macellaio che celebro il funerale della bistecca, dalla stretta di mano poderosa e due fanali spiritati azzurri al posto degl'occhi. Non lo troviamo, ma poco importa. Ci balocchiamo ad ammirare come gli abitanti di questo cucuzzolo siano preoccupati del rientro in casa dei loro amici gatti, e come accondiscendono i loro gusti per i piani alti, costruendo rampe che li portano fino all'attico. Anche Panzano ci rimane alle spalle e cerchiamo Volpaia. Sempre più incerta la strada, sempre meno indicazioni. Il tempo si incupisce ma le nostre chiacchere si accendono. Volpaia è un castello tra le vigne di proprietari illustri. Finto tanto perfetto. In bassa stagione in fase di trucco.
Torniamo indietro. Ripercorriamo la strada fatta, ma con un brontolio nello stomaco che ci richiama concretamente a quella Terra, la stessa che dà frutti, compreso un sano panino al prosciutto con bicchiere di chianti docg nella bettola da camionista. Ma niente. Siamo innamorati estranei a questo pianeta ed anche il Chianti se ne è accorto. Niente merenda, né a Gabbiano, né a Scopeti.
È stato un Chianti assonnato, non ancora pronto alla primavera, non ancora pronto ad altri avventori voraci e innamorati come noi.
P.S. Molte delle foto pubblicate in questo blog fino ad ora sono nostre, fatte da noi. Queste sul Chianti no, sono rubate in rete, non ce ne vogliano i proprietari :-)
Partiamo tardi, dopo una colazione a base di cose dolci, come noi, rifocillante come il tempo che passiamo insieme.
...e mail alla mano, eccoci sulla Chiantigiana, passiamo Tavarnuzze, poi Gabbiano, e...
-"Nath, guarda! questo deve essere il ristorante da camionista! ...e si sa, dove ci sono i camionisti si mangia sempre bene!!"
Manovra, guardiamo dentro e ci ripromettiamo di farci merenda. Continuiamo. Arriviamo a Greve in Chianti. La Piazza è troppo carina, circolare con i portici che vi affacciano e le botteghe che godono ancora del consenso dei cittadini. Ci fumiamo una sigaretta sulla panchina e guardiamo passare gli indigeni. Un caffè senza c, come si pronuncia da queste parti.
Ripartiamo e la direzione è Montefioralle. Ho un ricordo vago di una precedente visita nella mia precedente vita presente. Ricordo il borgo medievale in pianura. Ma piana in Chianti? Ohbischeradiunafrancese?! Icchetudici?? Infatti. Saliamo, tornante dopo tornante ed arriviamo ad un semaforo con due occhi rossi. Anche questo era nella mia vita precedente. Parcheggio, verifico la consistenza dell'albero con il cofano e scendiamo. Un paese dolce di pietre antiche, di ciottoli bianchi ed erbe rampicanti. Lo circumnavighiamo velocemente, tra la terra e il cielo, in questi passi che faccio accanto a te, sospesa a 10 centimetri dal suolo, mentre ti racconto i miei più ambiziosi sogni imprenditoriali. E partiamo ancora, e il nafragar ci è dolce in questo mare... La meta successiva è Panzano. Cerchiamo parcheggio senza sbattere troppo le auto degli sprovveduti che hanno parcheggiato prima di me, ahimè per loro! Ci concediamo più passi, oltre i cento, alla ricerca del Cecchini, il macellaio che celebro il funerale della bistecca, dalla stretta di mano poderosa e due fanali spiritati azzurri al posto degl'occhi. Non lo troviamo, ma poco importa. Ci balocchiamo ad ammirare come gli abitanti di questo cucuzzolo siano preoccupati del rientro in casa dei loro amici gatti, e come accondiscendono i loro gusti per i piani alti, costruendo rampe che li portano fino all'attico. Anche Panzano ci rimane alle spalle e cerchiamo Volpaia. Sempre più incerta la strada, sempre meno indicazioni. Il tempo si incupisce ma le nostre chiacchere si accendono. Volpaia è un castello tra le vigne di proprietari illustri. Finto tanto perfetto. In bassa stagione in fase di trucco.
Torniamo indietro. Ripercorriamo la strada fatta, ma con un brontolio nello stomaco che ci richiama concretamente a quella Terra, la stessa che dà frutti, compreso un sano panino al prosciutto con bicchiere di chianti docg nella bettola da camionista. Ma niente. Siamo innamorati estranei a questo pianeta ed anche il Chianti se ne è accorto. Niente merenda, né a Gabbiano, né a Scopeti.
È stato un Chianti assonnato, non ancora pronto alla primavera, non ancora pronto ad altri avventori voraci e innamorati come noi.
P.S. Molte delle foto pubblicate in questo blog fino ad ora sono nostre, fatte da noi. Queste sul Chianti no, sono rubate in rete, non ce ne vogliano i proprietari :-)
2 commenti:
a primavera inoltrata ci torniamo?
...quel poggio e le margherite aspettano noi!
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