venerdì 19 febbraio 2010

La rilassata città di Arles

Della serie: "a volte ritornano" oppure "...perseverare è diabilico", prima dei resoconti da Berlino (che arriveranno!!), mettiamoci in pari con i resoconti della Francia Sud!
Dove eravamo rimasti?
Ma in Camargue, a Les Saintes Maries de la Mer!

Fermi non ci possiamo stare, oramai è appurato! E quindi, dopo un pomeriggio e una mezza mattina al sole sulla spiaggia, abbiamo ripreso la strada.
Ma non con la nostra mitiha Poderhouse! No! Dato che di sabato si vedono già arrivare i turisti del fine settimana, decidiamo di tenere l'auto ferma e di prendere la corriera direzione Arles, fiduciosi nei mezzi pubblici franzosi.
Qui, la longeva democrazia francese ci influgge una piccola delusione: la corriera non è così efficiente come ci aspettiamo, arriva in ritardo ed è pure molto cara! circa 10,00 euro andata e ritorno per una persona per 40 km. Rimane però consigliabile se non vi va di cercar parcheggio - che comunque si trova più facilmente che a Firenze! - qui trovate gli orari, ma la cosa migliore è passare dall'ufficio informazioni ^_^

Ad Arles il sabato è il giorno del mercato e noi ci tuffiamo di gusto anche nei banchi di abbigliamento, tanto forniti, da accontentare anche il Principino, e visto che il 1 agosto è pure il suo compleanno, ci guadagna pure dei calzoncini corti che lo fanno assai fighetto! Ma quelli che più ci entusiasmano, manco a dirlo, sono i banchi alimentari! Verdure a prezzi stracciati, tre meloni 3 euro, spezie, saponi, FORMAGGI, bottiglie di vino!! Non ce l'abbiamo fatta, abbiamo fatto spesa e ci siamo apparecchiati un bel pic-nic nel giardino lì vicino sul Boulevarde des Lices.

Marché d'Arles
Nota: in alto a destra la focaccia di Aigues-Mortes che ritroveremo più avanti.

Le spezie di Arles

Lavande Bleue, Arles

A pancia piena abbiamo perlustrato la città!
Siamo inciampati quasi per caso nei principali monumenti della città, primo il théâtre Antique, subito a due passi dal nostro bivacco, bello e attrezzato per le iniziative serali, musica e cinema. L' ingresso è a pagamento e decidiamo di andare oltre.

Théâtre Antique Arles

...ci appare quasi subito il masterpiece della città: Les Arenes!
La possente romanità in Francia. Mirabile.
Les Arénes, Arles
Nota: forse già affrontata e quindi una ripetizione, ma questi francesi sono forti, troppo forti! Che fanno ai monumenti e alle opere d'arte? Li ristrutturano e li mettono a profitto, anche "compromettendo" il loro status originale, nel senso che, devono farci entrare xxxx persone per farci grandi spettali, allora mettono tutto in sicurezza. ...e questo passa avanti al manufatto originale. Mentre noi che facciamo? In Italia siamo abituati a percepire anche il restauro come un qualcosa di applicato, di "danneggiante" l'opera d'arte in quanto aggiunta, lo facciamo ma lo facciamo percepire, inorridiamo ad ogni eventuale modifica che alteri l'assetto ritrovato e quindi il mantenimento del reperto. Ora il restauro è quasi esclusivamente conservativo e mai ricostruttivo. Loro no! Qui si fa tornar vivo l'oggetto, attivo e soprattutto remunerativo e capace di mantenersi. Mettere a profitto le opere d'arte per poterle mantenere vive. Io apprezzo.

Arles è una città viva, almeno così sembra nella mezza giornata che vi abbiamo girovagato.
C'è da dire che vi siamo capitati proprio nei giorni di un grande evento internazionale legato alla fotografia - Les Rencontres d'Arles - che dislocava in vari punti della città numerose ed importati mostre. Noi ne abbiamo vista solo una (gratis) legata al tema delle atrocità praticate sui neri d'America, o meglio, Nathan l'ha vista, io sono facilmente impressionabile e ai primi scatti di gente appesa al cappio, l'ho atteso fuori.
Arles, cité

Abbiamo ammirato il portale gotico fittamente elaborato della Chiesa di Saint-Trophime e apprezzato l'ombra fresca del suo chiostro. Insieme a noi, numero altri turisti, ma mai in misura tale da disturbare.
Ci siamo fermati per un cokà, al Forum, accanto al giallo tendone del Caffè di Van Gogh, perché non ci si puo' scordare che Arles, ha ospitato per un buon periodo quel povero diavolo del genio olandese. È sotto la luce viva e vibrante della Provenza che dipinse molti dei suoi capolavori, e in questa rilassata cittadina si fermò quasi un anno. Le sue orme vengono ripercorse da attenta segnaletica che non manca di far notare il punto di vista ripreso dall'artista. Da non perdere l'Espace Van Gogh, l'ospedale dove fu ricoverato il pittore, adesso centro d'arte a due passi dalla fermata della corriera.

Vincent ad Arles

Su questa città non siamo in grado di segnalare attività o locali particolari.
Abbiamo mangiato al mercato e siamo stati benissimo, abbiamo percorso la città liberi e tutte le sue meraviglie ci sono passate davanti: l'Arena, il Rodano, i giardini. Forse altre cose altrettanto belle ci sono rimaste nascoste, ma le scopriremo magari in futuro, sempre rispettando la sua condizione rilassata ed accogliente.




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