lunedì 25 maggio 2009

Week end all'ingrasso tra Piemonte e Liguria

Me lo sono sempre chiesta: Voghera, con le sue casalinghe, dove rimane?
Un po' come il Sig. Rossi e la Signora Zaira, questi luoghi comuni ti lasciano sempre perplessa, tutti sembrano a conoscenza dalla banalità che celano e poi, piano piano arrivano i dubbi... Voghera?! Dove?

La mia ignoranza si è colmata lo scorso 15 maggio, quando sul regionale che mi portava a Tortona ho incontrato la stazione di Voghera. Voghera, stazione di Voghera.

Che diavolo ci facevo a Tortona per cercare Voghera?

Ebbene, non cercavo né Voghera né Tortona, andavo nel Gavi, a Novi Ligure.

Abbiamo prenotato un luculliano week-end alla Tenuta La Marchesa di Novi Ligure, grazie al regalo che Nathan previdente, mi ha fatto per il mio compleanno, e arrivando dagli antipodi, io e lui, io giungevo in treno e Nathan in auto. Un po' come ai vecchi tempi delle nostre escursioni in Liguria...

Tortona, una città deserta, dopo un breve giro e un gelato al volo non troppo conciliante il clima umido e freddino, ci siamo fatti condurre dalla Poderosa in quel di Novi Ligure, dove nonostante il buio, l'ora tarda e il disorientamento - Piemonte o Liguria? - siamo riusciti a giungere alla sede preposta al nostro riposante week-end, grazie anche alle premure telefoniche di Enrico, il cuoco dall'aspetto singolare ma assai simpatico che aveva anche qualcosa pronto da farci mettere sotto i denti. Ma noi siamo scappati in camera!! ...e non pensate ad istinti impellenti, no, Nathan era in astinenza da tivvù e doveva mettersi in orizzontale davanti ad uno schermo che proferisse informazioni.

La mattina, abbiamo scoperto il posto che ci aveva ingoiato la notte prima in tutto il suo splendore, o almeno nelle sue potenzialità, perché una nebbiolina rivestiva la campagna quasi fosse il principio dell'autunno: vigneti a perdita d'occhio, morbide colline segnate dai filari, strade sterrate che si snodano tra coloniche e cantine.

Gavi
Gavi
Gavi
Gavi

Passeggiando non abbiamo colmato le lacune del nostro disorientamento.
Ma Gavi da che parte rimane? Dillà? No! Diquà! Ma se siamo venuti da sotto!? Ma Gavi è un paese? NoooO!! È come il Chianti è un territorio... e blablabla.

Il sole era appena uscito e noi abbiamo lasciato le dolci colline per rispondere a questi interrogavi. Questo ci eravamo prefissati. Ma poi abbiamo incontrato Novi Ligure.
Tanto è Piemonte la collina, tanto è Liguria la città. Viuzzi stretti, strade in salita, palazzi colorati e dipinti alle pareti. Strade vivaci e vissute, campagna elettorale, shopping, mercato. Gira gira scatta scatta... tracchete! Finisce la batteria e poco rimane di immagini di Novi, fidatevi è piacevole. Certo magari andarci ad hoc non saprei, ma se vi capita...
Una volta esaurita l'incombenza dello scatto, ho deciso di passare allo shopping. Portafoglio in mano ho bloccato la chiusura di un negozio da adolescente, i colori forti e plasticosi abbagliavano sotto i neon. Chiedendo preventivamente se avevano taglie per la mia maxi linea, ho messo le mani su delle magliettine troppo forti, vedi qui, e una mi è rimasta attacca, non ho potuto fare altro che pagare!

Novi Ligure

Novi Ligure

Trovare una trattoria non è stato semplice, ma una volta seduti tutto è andato per il meglio. Lauto e gustoso pranzo: Panissa con lardo e miele, e non era la Panissa piemontese, quella che cercavamo nel vercellese, ma quella ligure, a base di farinata di ceci; affettato ovino; bistecchina di puledro e insalata e spaghetti con funghi e topinanbur che nonostante il nome a me sembri esotico, Nathan mi ha rivelato essere un tubero tipico piemontese. Come quei farfugliamenti di Paolo Conte, non sempre è francese...

A panza piena e assai soddisfatti, ho convinto Nathan a fare una esperienza sociologica,:la gita all'OUTLET di Serravalle Scrivia, con queste testuali parole:

- «Amore ti compro tutto quello che vuoi!»

Se mi sono sbilanciata tanto è perchè so che il mio parsimonioso e oculato fidanzato non fa spese avventate e inutili, ma sempre attente e necessarie.

Ebbene, penso che abbia preso gusto allo shopping.

Dopo i primi i negozi in cui il suo sguardo ha titubato, me lo sono trovata, uscita dal camerino prova, con una maglia in mano: «Prendo questa!»
È stata un'apripista, da allora è entrato nei negozi con me a fianco ma non lo perdevo subito per ritrovarlo solo alla cassa, la sua testa tra gli scaffali frugava con lo sguardo, tastava tessuti e scovava i modelli più improbabili e senza taglie disponibili in ogni angolo... questo fino al negozio delle RobediKappa - approposito ma chi è K? - qui ogni oggetto sembrava calzargli a pennello: due polo le predestinate per essere portate a casa. Dato che il mio portafogli aveva già subito troppi oltraggi s'è offerto di escludere questo doppio acquisto dall'impegno che avevo preso e ci ha aggiunto anche un regalo per me! Che omo! Ditemi voi che omo!

Esausti ma contenti dei nostri pacchetti ce ne torniamo verso La Marchesa, pronti per un po' di bivacco in piscina e una lauta cena.
La cena a La Marchesa

A cena abbiamo scoperto quello che sarà il motivo portante del giorno successivo: il Montébore, formaggio raro e la cui produzione è stata riscoperta e valorizzata dalla Cooperativa Vallenostra, in Val Borbera, grazie anche ad un presidio Slow Food.

Appresa la ghiottoneria e la particolarità della Valle non ci siamo tirati indietro.
La domenica nella nostra Poderosa, dopo un secondo passaggio all'Outlet per una terza Polo a mie spese - ve lo dicevo ci ha preso gusto - ci siamo addentrati per questo paesaggio appenninico dai tratti carsici.
Il primo tratto di paesaggio industriale alla Blade Runner ce lo siamo subito dimenticati quando ci siamo tuffati su strade tortose di questa valle dalla fitta vegetazione. Un classico percorso appenninico, tipico anche della parte toscana, se non fosse per il fiume a valle, dal letto ciottolo e bianco, quasi fosse un fiume nordico, il Piave o il Tagliamento. Poi quando ti aspetti che la valle stringa, ecco che ti si apre una valle ancora più ampia, un-altro-mondo, una dimensione rilassata: Rocchetta Ligure. Qui il fiume prende dimensioni titaniche, per essere sull'appennino... se penso ai rigagnoli dell'Appennino toscano! Sassi bianchi rivestono questo enorme fondovalle, niente argini, visto le dimensioni.
Rocchetta Ligure
Passeggiamo per Rocchetta ligure e ci rimettimano alla ricerca di Mongiardino, dove vogliamo trovare l'agriturismo Vallenostra, un vero agriturimo, con piante da frutto, vigneti, pecore e maiali in sonnolenta bella mostra. Solo per dargli un'occhiata, ovviamente, mica per mangiare! Siamo ancora sazi dalla sera prima...
Non avevamo fame è vero, ma ce la siamo fatta venire. Dopo una breve chiacchierata con il gestore ci siamo convinti che sarebbe meritato farcela venire e così abbiamo passato un paio di ore seduti al tavolo a far passare davanti a noi e nei nostri stomaci delizie di questo genere...
Misto di salumi con fersulle calde, cuculi di patate e latte brusco, budinetto di monterore con salsa di peperoni piccanti, gnocchi fondenti di patate quarantine in salsa di monterbore, zafferano e asparagi, ravioli del plin nel sugo d'arrosto (osanna!! finalmente ho apprezzato, perchè fatti da dio, questo tipo di raviolo, che il più delle volte è stopposto e unto!), borberina al forno con salsa savor e stufato di manzo all'agro...

Tutto, abbiamo mangiato tutto.



Vallenostra, Agriturismo a Mongiardino
Vallenostra, Agriturismo a Mongiardino
Vallenostra, Agriturismo a Mongiardino

È stata dura scendere a valle e lasciare quell'incanto, ma questa è l'avventura di Nathan e LaFrancese in Val Borbera, e riuscire sempre a montare in sella allo loro prode Poderosa, anche dopo un appesantimento del genere è la nostra grande dote!



1 commento:

Baol ha detto...

A parte che quelle foto lì mi hanno aperto lo stomaco alla grande...


...ma voi due, un giro in quella splendida città che è Milano...noooo?!

Così ci si incontra ;)

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