sabato 23 febbraio 2008

Il tarlo della memoria


Da qualche settimana il nostro blog langue.

Oltre alla recente morìa di post – siamo passati dal giornaliero, al settimanale, alla quasi estinzione – anche i nostri argomenti hanno virato repentinamente. Partiti raccontando di luoghi reali - mete dei nostri incontri a metà strada – siamo approdati alle composte indignazioni, alle recensioni cinematografiche e agli eventi della Repubblica delle Banane. Sarà che la nostra relazione si sta consolidando, sarà che riusciamo a fare anche qualcosa in più adesso, oltre che i piccioncini… sarà… ma soprattutto nel nostro recente quotidiano si è instaurato un tarlo, il tarlo del viaggio della memoria.

Tutto è cominciato quando Nathan ha preso dal suo scaffale dei libri da leggere, questo libro.

Contemporaneamente, mentre lui si immergeva nella lettura del saggio di Preston, io ripescavo dai banchi di un giornalaio di Ivrea il primo numero del ritrovato Diario (splendido esempio di un giornalismo vecchio stile). Le informazioni carpite dalle nostre singole indagini hanno dato vita al nostro primo viaggio della memoria. Dove? Nella Spagna di oggi, nell’operazione di recupero del ricordo e di giustizia verso le vittime della dittatura fascista, nella forza di un governo come quello di Zapatero che ha saputo rispondere, a colpi di riforma, alla stasi del Paese.

Nell Dvd L’Ultima Crociata, uscito con Diario di gennaio, Enrico Deaglio e Peppe Cremagnani, prendono spunto da alcuni necrologi apparsi da un paio di anni a questa parte su El Pais. Sono lo spunto per raccontare la vasta operazione di recupero dei resti delle vittime repubblicane nelle fosse comuni, testimonianza degli atroci crimini commessi dalla dittatura franchista, perpetrati in tutto il territorio spagnolo. In Spagna si è inaugurata, anche grazie all’aperta politica di Zapatero, intenta all’eliminazione dei simboli della dittatura, una campagna di recupero della memoria ad opera dei nipoti. Sono i nipoti, i cinquantenni di oggi, che hanno potuto commemorare, ricordare e rendere giustizia ai loro nonni, vincendo l’ostracismo dei loro padri costretti ad un silenzio di convivenza con gli stessi carnefici. Un movimento importate, che abbiamo potuto cogliere e comprendere meglio anche grazie all’approfondimento storico di Nathan con il saggio di Preston. Un viaggio importante, nella memoria dei padri e dei nonni, che è bene che sia stato avviato prima che l’economia del cemento copra le testimonianze.

Ma questo non è l’unico viaggio.

Dalla Spagna franchista siamo arrivati nella nostra Italia del dopoguerra, un luogo diverso dall’attuale, dove era necessario costruire tutto, luoghi di vita e di aggregazione, cultura politica e associativa, diritti. Questo viaggio nel tempo e nella memoria lo abbiamo compiuto grazie a Memorie di un militante comunista, diventato blog. Una distanza, quella tra il presente e il passato, che va molto oltre i 67 anni che aveva Remo quando ci ha lasciato queste pagine. È purtroppo una distanza più ampia, soprattutto in termini di coerenza, senso civico e di appartenenza ad una comunità.

Se avete un’ora del vostro tempo da dedicare ad uno esercizio di memoria, vi invito a leggerlo.

Memoria verso chi ci ha lasciato un Paese democratico, con leggi e diritti civili consolidati. È bene tener a mente che tutto quello che per noi è scontato, acquisito, è stato conquistato, spesso con la fatica, da chi ci ha preceduto. Qualcuno per noi ha lottato. Teniamolo a mente e difendiamo tutto questo, stiamo pronti a salvaguardarlo dall’avanzata del qualunquismo, dall’arroganza del denaro, dall’assenza di rispetto e dalla cattiva cultura.

Si può fare.

5 commenti:

sonia ha detto...

Il viaggi che permettono di fare i libri sono sempre fantastici. Nel presente, nel futuro e nel passato, non solo nei nostri ma anche in quelli degli altri. Anche la mia ultima vacanza in Spagna mi ha dato una sensazione come quella che voi, più documentati di me, avete costruito a partire dai libri: la capavità di rielaborare e ricordare che da noi non va tanto!

Anonimo ha detto...

probabilmente quella spagnola è una presa di coscenza recente. Nei miei viaggi in Spagna ricordo invece conversazioni con persone che definivano Franco un dittatore dal guanto di velluto, quasi un padre della nazione che aveva allontanato la paura del comunismo. Ma forse ho solo incontrato le persone sbagliate. (e del resto, quale sarebbe oggi il ricordo collettivo di Mussolini se invece di trascinare l'Italia in una guerra devastante avesse scelto la neutralità e infine fosse morto, magari ottantenne, nel suo letto?)

Ricordo però che (sarà stato il 2003 o 2004 durante una bellissima vacanza itinerante nel nord della Spagna) arrivati a Santona (definita da Napoleone la spiaggia più bella d'Europa) il locale ufficio del turismo (siamo in Cantabria) c'invitava a visitare il monumento alla memoria di Carrero Blanco, presidente del governo franchisca all'inizio degli anni 70. Ma chi è C. Blanco? http://it.wikipedia.org/wiki/Luis_Carrero_Blanco

sonia ha detto...

A me è sembrato che la Spagna se la cavi meglio nel ricordo, rispetto a noi, probabilmente perchè il ricordo è ancora fresco tra le persone, ed è un ricordo recente e vivo. E soprattutto tenuto vivo: Guernica per dirne una, ma anche, più prosaicamente, nella letteratura. Penso ad esempio al romanzo di Zafon, un romanzo certo, un bestseller, ma che ricorda quei tempi bui per la Spagna. Mi pare che a differenza nostra sia rimasto un occhio più aperto e meno edulcorato sul passato. Non riesco a pensare ad un'opera d'arte o a un romanzo recente che parlasse di fascismo e che abbia avuto una così ampia diffusione.

Anonimo ha detto...

...zafon! ops! ho quel libro da ben due anni nello scaffale dei libri da leggere, e per di più me lo anno prestato! che figuraccia! mi dovrò apprestare a leggerlo e restituirlo... magari questo parlar di Spagna mi aiuta. È la mia solita diffidenza per i primi in classifica :-)

Nathan ha detto...

@Sonia,
sinceramente non conosco sufficientemente il dibattito attuale in Spagna sul fascismo da poterlo mettere confronto con quello italiano.
Riguardo ai romanzi mi limito a dire che i più grandi nomi della nostra letteratura del novecento si sono occupati di fascismo, anti-fascismo e resistenza. Così su due piedi mi vengono in mente Calvino, Pavese, Vittorini, Fenoglio...
ma l'elenco potrebbe essere lunghissimo. Certo si tratta di fatti di 60 anni fa, e oltre. E la letteratura, generalizzando, ha da qualche tempo rivolto il suo sguardo altrove. E non mi sentirei di esprimere un giudizio negativo in questo.
Riguardo alla memoria collettiva, io non credo che il ricordo sia edulcorato. Ne fanno prova le moltissime ricerche che ancora vengono pubblicate in Italia, soprattutto a livello locale, sui fatti della Resistenza e le stragi naziste che ogni anno, a distanza di così tanti decenni, ancora vengono commemorate.

Tu hai ricordato Zafon, io invece rilancio Atxaga con il suo "Il libro di mio fratello", anche questo di recente pubblicazione, anche questo ambientato negli anni della Guerra Civil. La democrazia spagnala è solo più giovane, e ancora ne hanno da elaborare...

Almeno su questo siamo più avanti :-) non credi?

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