mercoledì 2 gennaio 2008

Il colore viola

Che giorno è oggi? Il 28? Sì, dovrebbe essere venerdì …forse sì… venerdì 28 dicembre.

Con le vacanze e i giorni di festa perdo il conto dei giorni, come se il calendario fosse una prerogativa dell’ufficio. L’orologio no, quello lo guardo, anche se lo stomaco potrebbe esserne degno sostituto!

Stamani sveglia alle 9.30. Ritrovo con i colleghi di Nathan alle 10.30 ad un parcheggio di un paese dal nome francesizzante, come tutto da queste parti. Ritrovo per cosa chiederete voi… tatàaaaaan! Per una giornata di sci di fondo in Valnontey, sopra Cogne. Bello no?! Si certo, lo sarebbe tantissimo se sapessi sciare, o almeno se avessi una qualche minima pratica con lo sport in generale. La cosa che mi consola è che anche Nathan è un polentone poco sportivo, lui che è nato e vive sulle montagne l’ultima volta che è andato a sciare era nello secolo scorso!

Bhe con queste presupposti ci avviamo con il nostro abbigliamento arrangiato verso il ritrovo. Qui, dopo i saluti di rito, gli auguri postumi, i troppi nomi che non mi ricorderà mai, l’AmoreMio incomincia a fare la parte della scimmia, prodigandosi in battute e battutine per amalgamare la compagnia. Aspetto della sua poliedrica personalità che mi si sta svelando pian piano. Tra le più infelice posso citarvi questa, dice: “ah, per fortuna che anche voi non siete sciccosi, ma un po’ così arrangiati, come noi”. Chi lo avrebbe detto che dall’alto del suo anticonformismo avrebbe dato importanza alla veste? Comunque ride solo lui, anche perché molti hanno indosso un abbigliamento tecnico, ma tecnico-tecnico e non da me-lo-metto-una-volta-l’anno. Forse questo pezzo me lo censurerà…

Apprendiamo di aver cambiato destinazione, Prato di Sant’Orso a Cogne, più pratico, per tanti motivi. Per una burbetta come me non fa nessuna differenza. Si smistano sci, scarponi, guanti. Io rimango senza attrezzatura. Andrò a noleggiarla. Mentre si vestono ho dei tentennamenti: “Ma se rimanessi a prendere il sole? Che ci vengo a fare dai…”. Nathan mi sprona amorevolmente a provare: “…eh no! ma come ora che siamo arrivati fin qui!!”

Cammino prudente sulla neve con i miei scarponcini dalla suola troppo liscia per il ghiaccio, meglio non anticipare le cadute! Mi munisco di scarponi, sci e bastoncini, oltrepassiamo il marciapiede e la comitiva si avvia sciando alla biglietteria. Per me è complesso solo mettere gli sci, s’ha anda’ di nulla!! Per fortuna che c’è Andrea, un paziente collega che mi assiste e si assicura che io proceda, perché se fosse per Nathan! Tsè!

Biglietto al collo e sguardo basso pedalo nei binari, tento di cogliere una tecnica, un beneficio, niente, solo spinta e forza, non riesco ad abbandonarmi al pattinaggio sulla neve. Niente. Paura? Forse… quando la pista incomincia ad essere divertente per gli altri, iniziano i mie problemi. In dislivelli troppo alti devo uscire dai solchi e procedere con gli sci aperti davanti e chiusi dietro, questo almeno dice Andrea, poverino, che grande pazienza il ragazzo, non sa che io e i movimenti sincronici e programmati abbiamo litigato da piccini! Prime cadute, stonf! Possibile che mi intrecciano gli sci?! Uff! “Sali di lato se non riesci così, metti gli sci perpendicolari alla pista”. Dice bene lui, ma chi li manovra queste propaggini ai piedi?! Mannaggia! Ah.. e ora?! si scende?! Nooooo! “Sai andare a spazzaneve?!” Uhmm, ho già voglia di scendere di culo, improvvisando uno slittino con i pantaloni cerati! Ci provo… tanto bisognerà scendere… stonfeteee!! E due! “fatta male?!” Nono, con degli ammortizzatori che mi ritrovo, hai voglia prima di arrivare all’osso! Ancora un pezzo in piano, risali, qui ce la fo… poi si scende ancora… “non è tanto ripida, puoi scendere anche nei binari, se prendi velocità abbassati, per uscire metti un piede fuori, attenta se cadi dai binari ti fai male”. Uhm bell’incoraggiamento… proviamo, ehhh ohhhhhhhhhhhh miracolo! Sono rimasta in piedi, è quasi ganzo se non cadi però, e bella la velocità se fossi sicura di sapermi fermare. Non c’è verso prendere gusto se sei imbranato come me!

Quando la pista svolta, e mi rendo conto con un colpo d’occhio di essere appena a metà, e che davanti a me si estende un piano fatto di poggi e buche, madonnina-mia-aiutami-tu! Tento di farmi coraggio, ce-la-posso-fare ce-la-posso-fare, seee corka!! Ops! Decido, per me oggi è abbastanza, libero questo povero ragazzo che mi si è preso a cuore senza sapere che sono una causa persa, decido di togliermi gli sci, abboccare da li a poco sul sentiero che mi riporterà indietro, me sui miei piedi e gli sci a noleggio, in mano! È importante riconoscere i proprio limiti.

Dopo questa presa di coscienza tutto è stato più semplice, la bella passeggiata ai bordi della pista, il riposo sulla tribuna al sole accecante, ritrovare gli altri dopo il secondo giro, il panino e la biretta, caffè, rientro verso casa, saluti d’obbligo, cioccolata, doccia.

Una volta docciati ecco l’ispezione, per vedere le tracce della giornata sui nostri corpi, di questa mia prima esperienza di sci di fondo e di questo ritorno del nostro Eroe sulle piste dopo anni. Di che colore? Il colore viola, viola ematoma!
(forse la chiusa è un po’ veloce, ma io sono una Rothiana dentro!)


2 commenti:

Francesca Palmas ha detto...

cara francese, io non ho mai visto nemmeno da lontano gli sci...ti faccio degna compagnia!!!

Anonimo ha detto...

cara Coniglia,
nonostante dicesse di averli anche infilati una volta (ed aver subito optato per lo shopping in città) secondo me la Francese pensava che gli sci fossero solo un accessorio del pret-à-porter per la stagione autunno-inverno ;-p

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