martedì 12 giugno 2007

A Rodallo! A Rodallo!

La Francese scende dal treno alla stazione di Rodallo ed io non sono al binario ad aspettarla. La Francese guarda i visi delle persone che accolgono i viaggiatori ed io non sono tra loro. La Francese prende il telefono e chiama il numero registrato sotto il nome di Scarabocchio.
- Pronto, eccomi! Sei arrivata? Sto finendo di metter su casa, dieci minuti son da te -, son io, questo, a sudar di picchietti e teli, sotto quest’afa sulla schiena e sul petto.


E ci vado a prendere la Francese dopo aver piantato la tenda e registrato la nostra presenza (con appena un’insignificante esitazione alla domanda del papà campeggiatore fatta a bruciapelo su luogo e data di nascita della Francese).
La trovo davanti alla stazione, borsone da spiaggia, rotolone di materassini in gommapiuma e zaino da perfetta (anche se improvvisata) campeggiatrice.
Carico bagagli e Francese sulla Poderosa e m’infilo tra le strade di questa cittadina di mare in un qualunque affollato weekend di giugno.
Ma il parcheggio non si fa cercare più di tanto. Mezz’auto affondata nella rete arancione di un cantiere, ce ne andiamo al pascolo in quest’angolo di regione, perfettamente al centro delle nostre distanze convergenti, così simile a tanta altra e già vista Liguria di budelli, carrugi, tinte accese, farinate e focacce al formaggio. Mezzo giro sul lungomare, mezzo giro nelle strade dell’interno, la nostra scelta cade su La Caletta e il suo accattivante dehors. La Francese è per le alici marinate e la frittura di pesce, io decido per i fiori di zucca in pastella e le classiche trofie al pesto con patate e fagiolini (di cui, in vita, non mi sentirò mai pago). E ci lasciamo sedurre dal Maitre (?) affidandoci al suo consiglio per innaffiare il pasto del nostro rinnovato incontro: prendiamo un ottimo Pigato, vino strepitoso (parola di Francese), nel gusto come nel prezzo (23 pesantissimi euro su un conto totale di 73. E su questo punto la Francese ne avrebbe da commentare…).
Ma non è una serata da recriminazioni. E’ tempo invece di un gelato da passeggio, di una passeggiata sotto la brezza del lungomare, e di un ritorno al campeggio e ai misteri dell’amore che si svela dentro al buio di una tenda, cullati dai bisbigli della notte a Rapallo, finalmente ne ricordo il nome.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

...ma quanto è dolce l'amore mio?! devo dire che è stato particolarmente carino questo week end, sarà perchè non è stato irritato da trenitalia?
giorno a tutti!

titty ha detto...

ma com'è stato dormire in tenda???

Anonimo ha detto...

incredibile ma vero! una figata! non che non avessi mai fatto campeggio, l'ho fatto da piccola con i miei, ma super attrezzati con quelle tende enormi, cucinotto e co. e poche altre volte. Non avevamo materassino gonfiabile, ma solo quelli sottili da yoga, devo dire che ce la siamo cavata bene cmq! quel cinquettare di sottofondo è uno spettacolo! :-)

Baol ha detto...

Ed io che sono ore che cerco con google maps Rodallo!



scherzo :P

Anonimo ha detto...

ehehe, Baol,

Rodallo esiste, in effetti. Sono quattro case nel canavese, piemonte nord-occidentale, dove spesso si fermava il mio lento treno di studente su quell'antico (e tutt'ora immutato) binario unico che mi portava a Torino.

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