Ricominciamo da Rapallo!
Esperienza tenda: E N T U S I A S M A N T E !
Da non credere!
Non ricordavo lo spasso del campeggio, o forse non l’ho mai elaborato in quanto tale. Le mie esperienze di campeggiatrice sono riferibili all’infanzia. Da bambina ci sono andata quasi tutte le estati fino a che ho avuto 10 anni, con i miei genitori, all’epoca un po’ hippy. Ma quello era un campeggio comodo, con la tenda enorme - o forse io ero piccina - il cucinotto, il tavolo, le sedie, le bacinelle per rigovernare, i piatti di plastica grossa e i detersivi… Da grande, ci sono andata una sola volta, con una tenda in prestito e per una settimana, non ricordo di aver sofferto, ma nemmeno di averlo particolarmente apprezzato, il campeggio.
Questi due giorni invece, mi hanno rilevato lo strumento “tenda” in tutte le sue eccezionalità:
Non più profughi in città e letti sconosciuti, ma io e te, una chiocciola sola con la nostra tenda/guscio.
Questi due giorni invece, mi hanno rilevato lo strumento “tenda” in tutte le sue eccezionalità:
- Economico, anzi economicissimo! Abbiamo speso giusto qualcosa in più di 40 € per due notti in due + la macchina! Da non credere! Nemmeno una cena! Di conseguenza, noi che siamo golosi, cosa abbiamo fatto? …mica siamo partiti da casa per soffrire, siamo partiti dalle nostre rispettive case per vederci prima e stare bene poi… Ergo, risparmiando d’alloggio, ci siamo concessi diverse godurie a tavola! Prima goduria, il venerdì. Splendida cena di pesce offerta da Nathan per festeggiare il suo premio sullo stipendio, presso La Caletta di Rapallo, posto consigliabile se non si ha problemi di spesa, perché come tutti i ristoranti di pesce che si rispettano, il capò dei camerieri ti consiglia bene, ma per le sue tasche. Seconda goduria – tatatatàààààà - la focaccia di Recco!! Avete presente vero? Perché altrimenti, se non avete presente, correte a documentatevi! È quella squisitezza al formaggio con la pasta sottilissima che solitamente fanno a teglie, ma che noi abbiamo preso di forma rotonda per portarci sulla spiaggia il sabato. Ricordava un po’ quelle pizzette che le mamme degl’anni ‘70/’80 compravano per le merende sul bagnoasciuga dei loro pargoli. Terza goduria gastronomica: merenda con dolci di forno stracarichi a dir poco di marmellata di albicocche, noci, pinoli (siamo o no in Liguria?) e marron glacè. Insaziabili, dopo la merenda, siamo andati anche a cena - è già… ruzzoleremo prima o poi! Cena da un certo “O’Basin Antica Osteria con uso cucina” così recita l’insegna, a Rapallo dal 1907! Avete presente quelle tipiche trattorie genovesi un po’ zoze con i prezzi contenuti e la cucina rapida e verace?! Ecco questo è O’Basin! A me, che di Genova sono innamorata, è piaciuto un sacco! …non vi dico il menù, un po’ mi vergogno, anzi sì, ormai che ci siamo ve lo dico: trenette al pesto con fagiolini e patate, e il più puzzolente stock accomodato con le patate che abbia mai mangiato! Che delizia, da vero portuale con il viso scavato dal sole! … a quel punto un sorbetto all’ananas e pompelmo rosa era d’obbligo per digerire, no? Se vi capita di passare da Rapallo e avete voglia di gelato e di una ventata di algidità, fermatevi al Frigidarium, è una delle gelaterie segnalate sulle guide del settore. Qui, le commesse e la padrona sempre alla cassa, saranno liete di accogliervi con il loro più gelido sorriso quando vi serviranno il loro gelato, genuinamente buono. Questa la nostra esperienza gastronomica rapallese, ma è una sola esperienza, il paese è strapieno di posticini che sembrano deliziosi per coccolarsi con la gastronomia!
- Il contatto con la natura. Da non sottovalutare. Da brava bambina di città quale sono, focalizzavo esclusivamente gli aspetti negativi di questo avvicinamento non metaforico alla terra. Ed invece mi sbaglio! Sarà che a pancia piena sembra tutto più bello, ma campeggio non è solo formiche, ragnetti e zanzare, è anche il canto degl’uccellini al risveglio, il colore verde delle foglie illuminate dal sole del tramonto, il profumo dei fiori e della terra umida la notte. Anche il contatto con il suolo, il dormire in terra, è stato bello. Non eravamo molto attrezzati, la tenda ci salvava dall’umido, ma niente dalla rigidità dell’orizzontale suolo. Devo dire che non mi è dispiaciuto affatto, forse perché non ho accusato dolori particolari al risveglio. Quante volte e in quante forme ci sforziamo, da lavoratori di concetto e sedentari quali siamo, di recuperare il rapporto con la “Terra”, magari con discipline come i reiki, lo yoga e pincopalle, quando poi è sufficiente esserci, sulla Terra!
- Riconduce all’essenza, all’essenziale e all’essenzialismo. Si ok, o ho un futuro da Sadu oppure leggere Sartre mi ha ricogxxxnita. Ma proverò a spiegarmi. L’essere costretta a limitare al massimo il bagaglio, vuoi perché viaggio in treno, vuoi perché in tenda ci volevo stare comoda – io, Nath e i nostri bagagli – questo ti costringe a pensare a cosa VERAMENTE hai bisogno e a valutare di conseguenza quanto siano inutili tutti quegl’alambicchi, che di solito mi porto dietro (leggi: creme, cremine, pinzette, forbicine ecc, leggi anche: sono stata via solo 2 giorni, reggerei di più con l’essenziale?).
- E poi c’è l’esperienza dei bagni in comune. Partire in ciabatte, carta igienica in mano e asciugamano in spalla, attraversare le vie del campeggio edificate di roulotte in assetto perenne verso i servizi. I primi ad avvistarsi sono i lavabi per le stoviglie, poi le docce con i lavandini e gli specchi, i cessi sono a se. Cessi e turche con doccino modello hindù per sciaquarsi i piedi se ti ci pisci addosso. No? Non è per i piedi? Ah pensavo si… Abituati come siamo alle nostre asettiche case, sembra una mostruosità dividere e dividersi con gli altri. Non lo è. Rimpiango un campeggio ancora agli albori della stagione, ci siamo scambiati con gli altri campeggiatori solo un paio di buongiorno e poche parole, nessuna familiarità al bar/spaccio, nessuna partita al pin pong. Avrei avuto voglia di condividere parte del nostro tempo con altri villeggianti, qualche scambio di battute, d’opinioni, magari sullo psiconano che ha affrontato il popolo di Sestigrado venerdì scorso schivando le uova. E un po’ è stato così, abbiamo scambiato qualche parola con i negozianti, l’oreficie sulla porta del negozio - “ci faccia un regalino alla signora” - oppure con il tipo alla libreria La Primula - “è in chiusura?” “no, no prego” - dove mi hai comprato Paula Spenser di Roddy Doyle, il seguito entusiasmante de La donna che sbatteva nelle porte.
Non più profughi in città e letti sconosciuti, ma io e te, una chiocciola sola con la nostra tenda/guscio.
10 commenti:
ma ciao! ben arrivata!
Sì, diciamo che cerchiamo di fare del nostro meglio... compensiamo con tanta dolcezza i km che ci separano!
...mi è sembrato di vedere un commento?!
C'ha ripensato
ma allora è comoda tenda...mai provata??che buona la focaccia....!!!!
ciao Titty!
senti a me è sembrata comoda, certo un po' di allenamento di addominali lo si fa, è necessario piegarsi per entrare dentro e poi ovviamente non si sta in piedi. L'unico incoveniente è poi la temperatura, se il camping non è ventilato ci schianti dentro, ma insomma sono tutti problemi ovviabili. io volevo girare in mutande davanti alla tenda ma Nath non ha voltuto!!
si vergognava!!
Che bel post...solo che non mi hai convinto a fare le vacanze in tenda :D
grazie Baol, anche Nath me lo aveva detto ma pensavo mi prendesse in giro! :-p
Mi avete fatto voglia di riprendere la tenda.. anzi di ricomprarla visto che siamo in 3 :-)
w la tenda!!
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