mercoledì 20 giugno 2007

Gambe in spalla, il treno non aspetta!

Andare andare, non fermarsi mai, il finesettimana è tutto un salire e scendere per questa mezza penisola, uno scambio di formaggi di salumi e di vini, così che ti può capitare che la confezione con quei tre vini delle alpi, il rosso, il bianco, il passito, si apra proprio in metà mentre stai camminando con passo milanese sulla banchina milanese dell’eurostar diretto a Roma che tu abbandonerai a tre quarti di viaggio per ritrovare la tua Francese, e che il vino, quello rosso, quello fiorito dall’aroma profumato, allaghi l’asfalto della banchina, la bottiglia in mille pezzi e intorno a te gli sguardi allibiti di quelli che come te vanno con passo milanese su questa banchina affollata e tu fai finta di non vederli mentre con un piede sposti i cocci più grossi ai lati del via vai con quel profumo di vino rosso delle tue parti che quasi ti inebria con il suo bouquet di fiori di montagna e prosegui, le due bottiglie superstiti ben salde nelle mani strette a tenaglia come un ubriaco che tutto quel buon vino se l’è bevuto invece di usarlo per allagare la banchina di un eurostar in partenza dall’elegante Milano, le sue modelle algide, i trolley griffati, gli spolverini vezzosi, i pantaloni setosi che segnano le forme, tu vai in mezzo a loro come se nulla fosse, portando la tua t-shirt rigata i jeans neri e la borsa da pendolare come un qualunque onesto cittadino di questa nazione che non si direbbe abbia appena commesso quello che ha commesso, deturpando maldestramente la scena yuppy di un frenetico venerdì pomeriggio, tu vai e sali sulla carrozza che porta il numero scritto sul tuo biglietto, percorri il corridoio stretto senza capire, e questo non lo capisci mai, se ad essere contromano sei tu o sono gli altri, in quel corridoio così stretto per potersi incrociare, bagagli alla mano, senza strofinarsi, irritarsi, disprezzarsi per il contatto obbligato, e arrivi al tuo posto, quello prenotato, spesso già preso da qualcuno che si alzerà e te lo lascerà, a te, che hai già corso in anticipo, in biglietteria o in internet, per trovarlo, un posto, un posto qualsiasi, ma un posto sicuro, su questo treno così spesso pieno, strapieno, esaurito, nel finesettimana, perché tutti si spostano nel weekend, tutti vanno e tornano, per lavoro o per svago, per dovere o per piacere, per fuggire o per amore, come te, sì come te, tantissimi altri, ne stai conoscendo di settimana in settimana di milanesi, novaresi, biellesi che il venerdì attraversano l’Italia per la fidanzata o il moroso, per due giorni di amore e baci e discorsi e carezze e discussioni e pranzi e cene e massaggi e cremine e sussurri e corse e sagre e lotterie, sì sono davvero tantissimi i pendolari dell’amore in quest’Italia senza frontiere, questo miscuglio di dialetti e cadenze e modi di dire e frasi fratte che io non sempre capisco e che mi compiaccio di apprendere e mi preoccupo quando non intendo e davvero mi preoccupo se non intuisco quel che dice la Francese quando parla con gli indigeni suoi corregionali e sto sulle spine quando non afferro quel che loro dicono a lei, ché magari arrivo al significato generale, ma certe allusioni quel loro detto non detto e smozzicato e l’ironia sorniona o quella più sbracata non sempre alla portata del mio orecchio nordico abituato alla scansione completa delle sillabe, dalla prima all’ultima, il mio orecchio affinato a certe parole che stuzzicano la risata nella Francese, agli epiteti tipicamente nord-occindentali che la Francese non ha mai sentito proferire da altri e che lei ripete, con quel diletto che si prova nel pronunciare ad alta voce insulti in lingue sconosciute e insomma, a fare il pendolare dell’amore si trova anche un gusto gaddiano del gergo, dell’incrocio delle lingue, e non solo, sembra ovvio, certo, a quell'incrocio che si compie nell’atto del baciarsi come due innamorati che s’incontrano finalmente alla fine di un lungo viaggio verso sud e corrono a casa sullo scooter di lei, corrono a cena, per gustare un fantastico riso Byriani, che potrebbe guastarlo, quello sì, il piacere di baciarsi incrociando le lingue, ma non lo guasta, per fortuna, e così il dopocena è un lungo inebriante appagante tenero abbraccio, fino alle luci del giorno successivo, fino al giornale letto a colazione, fino agli acquisti per il prossimo campeggio, alla finocchiona della coop, fino magica ruota della festa de l’unità che ci premia con una spalla grande così, al terzo giro di ruota, una spalla di maiale che ti porterai sull’eurostar al ritorno, quello dei 100 minuti di ritardo per un viaggio di 2 ore e tre quarti, più il ritardo, l’eurostar della biellese e il novarese, quei due pendolari con casa e lavoro in Piemonte, ma il cuore nella Capitale, l’eurostar da cui scenderai col tuo scatto felino, da cui ti allontanerai correndo incontro al penultimo treno della notte diretto a Torino, dopo aver creduto di averlo perso e aver scoperto che anche lui, il treno che parte un’ora dopo quello che dovresti prendere tu, invece è anch’esso in ritardo, di una buona mezz’ora, così che alla fine arriverai a casa all’una, invece delle previste undici e mezza, quando ormai credevi che saresti arrivato dopo le due e finalmente pensi ciò che non avresti mai potuto immaginare, pensi e ti illudi che il treno per Torino sia rimasto fermo al binario per te e la biellese e il novarese, mentre corri con loro, gambe in spalla e una spalla tra le gambe, pensi contento a quanto sia forte l’amore che ritarda miracolosamente una coincidenza che proprio non doveva più esserci a quel binario e che invece è lì, per te, per la biellese e il novarese, voi tre con il cuore a centinaia di chilometri da casa e una lunghissima scia di disservizi alle spalle.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

amore amore... chissà se avrò la tua tempra il prossimo fine settimana...

:-)

salgo io fino lassù al risvolto dello stivale, con il pacco scambio viveri!! mammina!!

Anonimo ha detto...

... e lo sciopero dei treni che pende come una spada
sappiano se l'ES viaggia?

Anonimo ha detto...

il mio treno è cancellato e molti altri ancora

http://www.trenitalia.com
/it/2472aee802b36010Vgn
VCM10000045a2e90aRCRD-5508
da762ed33110VgnVCM1000001c4
2fe0aRCRD.shtml


l'unico modo di viaggiare per noi dell'ANDOVAI sarà la macchina o l'autostop!

che ne dici se mi metto in contatto con i camionisti?

Anonimo ha detto...

dico che c'è un treno confemato che parte da crotone e arriva a torino passando dalle tue parti. :-)

Anonimo ha detto...

incrociate le dita, all'ora di pranzo provo a fare il cambio di biglietto!!

Anonimo ha detto...

Io le ho incrociate...
Silvia

Anonimo ha detto...

grazie Silvia! ce l'ho fatta!! ho guadagnato un posto a sedere sul Crotone Torino! arriverò a notte... ma dovrei arrivare!

Anonimo ha detto...

Bene, sono proprio contenta...
La tua fatica sarà ripagata!
buon pomeriggio silvia

Francesca Palmas ha detto...

siete una favola, lo sapete? Bravo Nath, hai raccontato in maniera magistrale il vostro weekend...
E poi gli italiani dicono che leggere non serve a nulla ;)

titty ha detto...

ma non mi avete detto come vi siete conosciuti e dove??

Anonimo ha detto...

se leggi trovi... :-)
buona caccia!!

titty ha detto...

uffaaaa adesso vado a curiosare...!!!!

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