venerdì 20 aprile 2007

PARIGI, SOLE DI MIELE. Ovvero interminabile disordinato racconto dei miei primi nove giorni con Nathan. QUARTA E ULTIMA PARTE.

FACCIAMO CHIAREZZA. Ovvero gli itinerari dei “fidanzati trottola”. SECONDA PARTE

Giovedì. Versailles. Gare d'Austerlitz, dove guardo da lontano la bibliotecona nazionale di Parigi, che forse nazionale non è, ma che vorrei visitare, ma non ha senso! già siamo entrati in diverse librerie ed è successo che mi sono incaxxata per le molteplici traduzioni dei libri di Philip Roth in francese inesistenti in italiano, t’immagini in una stupendissima ultramoderna biblioteca? Naaa… prendiamo il treno verso lo Chateau più famoso del mondo. Altra arrabbiatura, la guida da 30 euro che mi porto appresso non parla del giardino!? Uff ma chi se ne frega delle stanze tutte specchi e merletti io voglio sapere dell’opera di Le Notre. Arrivati all’immensa Reggia, io mi metto in fila e Nath verifica se al parco s’entra aggratisse! E per fortina sì! W la France! Bookshop per sopperire alle mancanze del Touring, niente di economico e competente in italiano. Prendiamo una guida che poi Nath smarrirà… pipipi! Vaghiamo liberi per questo parco bellissimo, soprattutto nella parte terminale più inglese e moderna che francese e Luigi!! Per rifocillarsi della grande passeggiata e per acquietare i nostri stomaci ci siamo fatti un truculento kebab da un arabo poco socievole ma generoso nelle porzioni e nella cipolla! Al rientro nella Cité siamo andati diretti a Mont-Martre (sono tutte le r?!) per appurare se il Sacré Coeur è così brutto come dicono gli intellettuali parigini. E in effetti… Non ci facciamo mancare niente delle delizie di questo tipico quartiere, i pittori, il mulino a vento, la birra, l’occhio sulla coscia lunga di una parigina, ‘na biretta, il Moulin Rouge, ecc.
Non contenta sono voluta passare anche da quella famosa Place de Vendome che mi ero persa.
La stanchezza si fa sentire, perché ci dovete mettere oltre alle camminate le coccole in soffitta! Eggià! Siamo andati a letto senza cena, e non è stata una punizione!

Venerdì. Colazione da PAUL!! Wowww!!!. Cioccolata calda e croissant! Slurp! Un miracolo che non sia ingrassata come un otre! Poi era l’ora dei moderni, la Gare d'Orsay e gli impressionisti! …che io non avevo mai visto!
Natavota? Ehm diciamo che mi sono dedicata ad altro fino ad ora!
Insomma, volevo vedere con i miei occhi l’allestimento della Gaetana che tutti criticano. In effetti un po’ pesuccio lo è, soprattutto nelle stanze di Hector Guimard – quello delle stazioni della metro. Però, che dire? sarà stato il fascino dei Degas, dei Manet e Monet, dei mai nominati Pissaro e Sisley, dei divisionisti, dei Gauguin in ferie o della grande immensa stazione che li contiene, ma a me è piaciuto proprio un sacco! Anche qui stremati, abbiamo continuato imperterriti, meta il giardino del Lussemburgo e Sant-Germain-des-Prés, e il seguito si trova nel pezzo dei Macaron.

Sabato. Lo sfascio. Nel senso che partivamo alle 14, eravamo colazionati alle 11, non c’era tempo per fare molto. Di nuovo a Sant-Germain-des-Prés, abbiamo provato Starbucks. Qualcuno, non io, ha esagerato con un frappuccino alla vaniglia e non dico altro. Abbiamo letto il giornale e gozzovigliato al sole. Girato per negozi e letto Celati. Una domanda m’è sorta spontanea:
- Tesoro, perché non l’abbiamo fatto più spesso ‘sto tipo di relax godereccio?
- Cuore Mio! Perché? Perché vedere-vedere-vedere! Ricordi la lista che hai tirato giù delle cose imperdibili? È avanzato niente?

Alle sue parole mi sono sentita come Matley ne La corsa più pazza del mondo, medaglia-medaglia-medaglia!
È vero sono così. Ci sono cose che desidero vedere da molto, devo essere lì, come dice la coniglia in un commento. Devo vederle con i miei occhi, devo andare a vederle di persona. E spesso a che voglio vedere se ne aggiungono tante altre che rimango affogata dal mio stesso programma. Parigi poi ne offre di cose. Non ho avuto il coraggio di ammettere che sarei andata anche al cimitero di Montparnasse a trovare la Simone e Gian Paolo, ma una scusa per tornare a Parigi, me la dovevo lasciare!


IL GUARINI DI SAN LORENZO. Ovvero non potevo tralasciare questa chicca di sapiente architettura.

Torino. Mancata la cupola della Sindone nel Duomo, vedi sempre il primo A Torino ci voglio andare! seconda parte, fruzzica che ti rifruzzica ho trovato un’altra cupola guariniana, quella di San Lorenzo.
San Lorenzo è una chiesa regia incorporata nel fronte sinistro di Piazza Castello, della quale da fuori si vede solo la cupola spuntare dalla cortina di case.
Sabato ci passiamo davanti e quella porticina azzurra che ne dovrebbe segnare l’ingresso era chiusa. È una porta normale da palazzo. Un po’ di dubbi li abbiamo sul fatto di essere dal lato giusto per entrare, ma sembra non esserci alternativa. L’indomani, dopo la nostra quasi merenda pasquale, vi scorgiamo da lontano un mendicante accasciato a terra.
- Nath sembra aperta!! Andiamo!!
Ci avviciniamo a passo super lesto e dentro c’era davvero la chiesa con la sua cupola!!
La luce inondante cesella lo spazio in modo supremo. La cupola sembra salire all’infinito mediante un intreccio di costoloni, le forature diminuiscono di dimensione arrivando alla lanterna. Uno spazio supremo non c’è molto altro da dire! Ma non è della stessa opinione della sciura che volontariamente adesca i turisti verso la copia della Sindone. Ci spiega quelli che, secondo lei, sono stati gli intenti del genio architettonico di Guarini, che lei chiama Padre perché gesuita. Dovremo poter parlare di quanto reale potesse essere la vocazione nel ‘600… Comunque, questo genio matematico sembra abbia calcolato le aperture in base alla luce nelle varie ore del giorno per rivelare ai fedeli dettagli diversi delle decorazioni nei diversi momenti del giorno e sembra anche che l’ossatura della chiesa sia particolare – io non ho ricordi, pardon! – sembra che i pilastri interni non siano portanti ma decorativi e che staticamente sia retta da costoloni interni. Sembra anche, che per questa innovazione, sia stata boicottata l’inaugurazione e che Guarino sia stato lasciato solo in quello che doveva essere un momento di festa!
La signora in fin dei conti è stata gentile e il Guarini ci ha regalato una “visione” di maestria e grande spiritualità!

1 commento:

Francesca Palmas ha detto...

Andrò contro tendenza rispetto i parigini intellettuali, ma...A me è piaciuto più il Sacre coeur di Notre Dame...Perdonatemi,non so perchè ma è così!Il bianco mi affascina e poi quella statua del cristo al centro, con tutte quelle rotondità intorno...Otre il fatto che già giungerci alla chiesa a me è sembrata un'impresa epica degna di nota!!!
Ma vi hanno fermato per fare i braccialetti? E gli uccelletti che mangiano tutte le briciole di pane tipo falchi li avete visti???
Si, francese, quando vai in posti così ricchi di storia e arte...per far le cose con calma ci vorrebbe una vacanza di un mese almeno!
E non ti nascondo che sarebbe il mio sogno andare in un posto così e starci per più di una vacanza e 'vivere' la vita e non da turista...Secondo me si scopre un'altra città,non solo quella dei nostri sogni che corriamo, corriamo a vedere... ;) Buon weekend agli innamorati viaggiatori :)

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