venerdì 30 marzo 2007

Meridionale dentro - terza parte

Domenica e il riscatto della Serena
Non mi sono alzata proprio riposata, domenica mattina a Milano. Tra il freddo per la coperta piccola, la schiena a pezzi per il letto scomodo, il cielo grigio e l’ora in meno, non saprei con chi rifarmela di più. Per fortuna la cena era stata di ottima digeribilità, altrimenti sarebbe proprio stata una notte drammatica. Ma visto la buona cucina del Garibaldi, alle 10 (ora legale) i nostri stomaci esigono la colazione. Ci avviamo verso il quarto piano, sede della sala colazioni dell’Hotel Serena, pronti a tutto. Ed invece, miscredenti, ci dobbiamo ricredere. Ambiente finestrato su questo bel quartiere di Milano, due signore extracomunitarie sorridenti ci accolgono e ci preparano un dignitoso cappuccio con brioce e succo di frutta. Con noi, altri clienti dell’albergo, venuti a Milano dal vero sud, per la laurea della figlia, ma impossibilitati a partire e costretti ad un giorno in più per difficoltà di treno. Beati loro, magari trattenessero me e Nath un giorno in più… lo penso e non lo dico, sono un po’ ostile questo fine settimana.

Domenica, Sant’Ambrogio e la sua funzione
Voglio andare a Sant’Ambrogio. Svelo a Nath che è tanto che ci voglio andare, come è tanto che voglio andare a Parigi, come era tanto che volevo andare a Torino. Dal liceo, da quando studiare storia dell’arte era uno sguardo sul mondo. Ricordo la Basilica, rossa e grande, diversa dalle chiese della mia città. Ricordo un tono corale, dato dal grande cortile sull’esterno per la raccolta dei fedeli. Ricordo un carattere semplice e schietto, non ricordo altro.
Metrò. Questa volta siamo per i mezzi pubblici, anche perché con questa pioggia non si può certo fare altro.
Arriviamo dalla Podesteria e Sant’Ambrogio è lì davanti a me, con i suoi tre grandi archi della facciata che spuntano dal recinto del portico antistante. Corriamo per entrare dentro. Turisti come noi e qualcuno che cerca riparo. Entriamo in chiesa, anche se c’è la funzione, anche se Nathan un po’ storce il naso con la scusa del disturbo ai fedeli. Io non torno indietro se non entro dentro. La chiesa è affollata, le panche non bastano, la gente è seduta sulle sedie. Ad ulteriori parole di Nath sul disturbo, gli propongo di seguire la messa. Sì, l’atmosfera durante la cerimonia è piacevole, accogliente, cordiale. Mai capitato. Sorprendente. L’incenso è tantissimo, crea nubi nell’aria. S’innalzano cori e parole in questo spazio bianco dalle membra costolanate di mattoni. I nostri passi risuonano sotto le parole del parroco e le intonazioni dei fedeli. Percorriamo le due navate ed usciamo pochi minuti, ci perdiamo la fine. Al rientro le luci sono spente e la gente sfolla. L’atmosfera non c’è più. L’energia diffusa.

Domenica, il bis di Verdi.
Il pasto della domenica è orientato verso Brera. Scoperta di ieri notte, la vorremmo vedere alla luce del giorno, ma ci accontenteremo di questa triste giornata milanese. Sempre con il metrò sbuchiamo davanti al Piccolo. Si intravvede uno scorcio di Castello e tatatààààà, una seconda Salsamenteria Verdiana, il locale dove avevamo pranzato nella precedente nostra incursione milanese. Bene bene, sappiamo anche dove mangiare, e meno male. Dopo due, dico solo due, passi per fotografare il Castello sforzesco da lontano e farlo vedere a Nath, abbiamo gozzovigliato alla tavola in digestione del bollito misto senza testina – finita tutta nella porzione precedente la mia – per poi passeggiare in una Brera più chiusa che aperta.

Domenica, la tristezza della pioggia e delle stazioni
Dopo un breve shopping a Brera, foto davanti alla vetrina, un tè con Celati, non rimane altro che riavvicinarsi alla stazione. Un quarto d’ora tra i nostri due treni. Tu porti me al binario e poi dovrai correre al tuo, in questa grande stazione. Come noi altre coppie di tutte le età, si sbaciucchiano sui gradini del treno. Un dolore collettivo è sempre un dolore che si sente dentro. E quando ci salutiamo è sempre più forte. Sapere che una lunga settimana ci separa non è mai facile. Hai voglia a dire “passa presto vero Nath” in quel momento, l’unica cosa che il mio cervello pensa è che non ti vedrò, non ti abbraccerò, non ti guarderò negl’occhi fino alla prossima settimana. Monto sul treno per lasciarti il tempo di prendere il tuo. Seduta al mio posto sono proprio xxxazzata con il mondo intero.
Provo a studiare. Scaccio i pensieri della lontananza, penso di occupare il tempo che sta tra i nostri fine settimana in modo costruttivo, potrei fare… aziono le pale e dormo. Dormo fino a quando la bimba accanto a me non si contiene più e schiamazza. Il tempo in questa posizione non passa più.
L’arrivo nella Grande Città di F. non ha sorriso, sono ancora arrabbiata, con tutto e con niente. Con un libro in fase terminale aspetto l’autobus che mi porterà alla macchina. Mi isolo dentro alle sue pagine.
Al volante, tra un movimento e l’altro dei tergicristalli, mi sento straniera sulla strada di casa.

14 commenti:

aroti ha detto...

Sono stata a Milano durante le vacanze Pasquali di qualche anno fa: credo sia proprio un'altra città, nuda di abitanti e ricca di vicoli da giare dopo una pausa con un cappuccio.

Anonimo ha detto...

...io ricordo una via gremita di bandiere e di persone un 25 aprile di tanti anni, tutte le saracinesche abbassate, un solo bar aperto con cesso chiuso. Ho sempre pensato che non volessero i manifestanti. Adesso dopo queste due incursioni milanesi ho capito che parte della città durante i festivi è deserta, così come è gremita nei giorni di lavoro. Impensabile per una della provincia della Grande Città di F. come me.

Anonimo ha detto...

PS: oggi è venerdì e manca meno di 10 ore :-)

Anonimo ha detto...

questo weekend invece dove vi vedete?ma da quanto siete insieme....???che belli i vostri racconti....!!!!

Anonimo ha detto...

Grosso modo stanno insieme da 2 mesi... :D

..sbaglio???

Siete davvero molto affiatati, nonchè innamorati. I vostri racconti sono davvero interessanti soprattutto nei piccoli dettagli di coppia (tipo la trottola e la bussola)

buon week end!!!

Sir

Anonimo ha detto...

eh eh

il blog ha due mesi, hai ragione Sir James, ma l'amore, Titty, è un po' più anziano.
ma di poco. :-)

tra un paio d'ore comincerà la mia trottolata,
dopo vari incastri di auto+treni, su per giù per le dieci, avrò la Francese tra le braccia.

Francesca Palmas ha detto...

come vi invidio...Non per l'amore che ho,ma perchè piacerebbe anche a me viaggiare,viaggiare,viaggiare... Ma il coniglio è un pò scassamaroni in viaggio, magari viaggerei anche un pò da sola :D Bellissimi racconti almeno viaggio con la mente insieme a voi...

Anonimo ha detto...

Amore.... non ti distrarre, fai fagotto per la partenza, ci penso io agl'ospiti! :-)

Insomma Nath ha scritto anziano, non nel senso vecchio, perchè non è vecchio e nemmeno stanco il nostro amore... al massimo sono stanche le nostre membra di fare insuegiu... :-) per l'Italia!

Insomma, Amore, ma io e te ce lo abbiamo un compleanno? ce lo dobbiamo avere, io lo voglio festeggiare!

Anonimo ha detto...

ho ancora un'ora scarsa e il fagotto è già pronto in macchina.

lascio fare a te, amore, ma dici che ti occupi degli ospiti e non ti sei accorta che Coniglia faceva capolino sulla porta (benvenuta!)

io e la Francese, Coniglia, viaggiamo da soli, nel senso dello spostamento, poi, quando ci raggiungiamo, di solito, stiamo fermi.
se la Francese è una potenziale scassamaroni in viaggio, ancora non me ne sono accorto. (ci sarà modo di scoprirlo, eccome)

ah, amore, il compleanno lo faremo quando un anno effettivamente sarà...(come dice la parola)

Anonimo ha detto...

ops...
Ciao Coniglia, prego accòmodati.. oO(scassamaroni a chi?!)
Benvenuta!!
come benvenuto è Sir James.

Si coniglia, è vero, noi viaggiamo per lo più soli e ci incontriamo da fermi... nath si preoccupa per il prossimo viaggio a Parigi, partiamo il 7 come ti dice. Ha paura a temere, altro che la trottola milanese!
...sai io sono un tipo ingordo, accumulo foglietti e giornali, cose che voglio vedere e poi non mi risparmio, cammino fino all'ultimo respiro! ...un senso un pò alterato di vacanza mi rendo conto!

Anonimo ha detto...

da un mese cammino con zavorre di due chili legate alle caviglie.
dovrai corrermi dietro, vedrai, sugli Champs.

Francesca Palmas ha detto...

Coniglia io in vacanza sono proprio come te ed è li che esce la parte scassamaroni del coniglio che preferirebbe risparmiarsi un museo ogni 5 che gli ho fatto vedere...Ma l'amore è bello.Bellissimo. E per me viaggiare è il luogo di incontro diverso dalla solita casa...Ancora più romantico se vi giungete separatamente, ancora più dolce se ci rimanete assieme felici...
Ma in fondo non mi lamento del coniglio,su...

P.S.
Io e il coniglio a luglio facciamo il sesto compleanno. Sono più innamorata di prima...E i compleanni sono fantastici, uno meglio dell'altro!!!

P.S.2
Parigi è bellissima e romantica ma ha anche volti strani...spero vi piacciano tutti...Questo weekend dove vi vedrete? Un bacione ;)

Francesca Palmas ha detto...

ops il coniglia ad inizio frase non l'avevo scritto...non so perchè è uscito, io volevo rivolgermi a tutti e due :)

Anonimo ha detto...

mi ritornano alla mente i lunghi mesi trascorsi a milano, proprio vicino a brera, e tutto il resto, che pensavo aver definitivamente archiviato, invece è là, oh vivo.

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