lunedì 10 marzo 2008

Post-ottomarzo, riflesioni, sospiri ed altro.

Ho già un po' anticipato i miei pensieri in un
commento al post di Panzallaria che raccontava della nostra risalita dell'Appennino fino a Bologna per assistere alla manifestazione organizzata pro legge 164 e in occasione del centenario dell'8 marzo.
Qui trovate le foto, per rendervi un po' più conto.
La manifestazione, partita da piazza XX Settembre, era un po' scarna, almeno all'avvio, anche se era ben protetta da 3 camionette delle forze dell'ordine in divisa blu.
Incamminandosi, il corteo si è ingrassato, imbellettato e ha incominciato a sprizzare gioia e allegria. Un chilometro e mezzo, tutto viale Indipendenza fino a piazza Maggiore, un paio d'ore, tra soste per far vedere gli striscioni, passaggi di pedoni e saltelli a ritmo di musica.
Solite cose da manifestazione. Stesse anche le facce, un po' di più i piercing su nasi e sopraccigli, ma stessi colori forti, sgargianti, vistosi. C'erano le stesse facce giovani, quelle che conosciamo per le foto, per i film, la solita "meglio gioventù"... ma c'erano anche facce meno giovani, c'erano
facce segnate dal tempo, nascoste dal trucco e dalle eccentricità. C'erano anche le persone normali, ma diciamocelo, non catturavano l'attenzione, forse erano anche la maggior parte. C'eravamo noi amici da blog sfera, Panz e Tino, Santarsiere-il-Collega e consorte, DottorCarlo. Siamo stati bene, ci siamo persi e ritrovati a più riprese nel corteo, ci sono state "bazze" e saluti da dispensare. Abbiamo preso un caffè, ci siamo salutati e siamo ripartiti.
La stanchezza invasiva in quell'unica ora di treno.

Eravamo pochi, troppo poco. Erano le stesse facce di sempre, era lo zoccolo duro e non era "aperto" alla Società civile. Non c'erano donne immigrate.
Ma non c'è da essere tristi, c'è da rimboccarsi le maniche. C'è da diffondere sensibilità e presenziare, ancora di più, certi luoghi di discussione, per fare in modo che si parli un linguaggio comprensibile a tutti, un linguaggio che non deve sminuire, semplificare o
alleggerire, ma semplicemente far capire, arrivare.
Deve essere chiaro che la salute e la libertà di scelta sono imprescindibili.
Dobbiamo renderci conto che qualcosa ci può sfuggire, che non sempre l'ottenuto è inespugnabile.

Vi lascio un link, che parla di altre realtà, dove per le donne, oltre che essere difficile nascere, è anche difficile vivere, sempre imprigionate nell'ignoranza, nella non istruzione e nelle considerazioni di inferiorità. Ma nonostante tutto, trovano il germe della lotta, e lo fanno con grazia e femminilità: Pink gang.
Loro rischiano molto di più che un pomeriggio di pioggia a Bologna.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

hai colpito il segno e condivido in pieno che non c'è da essere tristi ma da continuare a fare.

perchè poi con l'essere tristi e il dire che tanto non serve a niente, non cambia niente e niente ha valore, si finisce poi per immobilizzarci tutti...

in questo mi piace essere cieca e sorda e anche un po' ingenua, almeno mi rimane l'entusiasmo.

è stato poi anche bello incontrarsi (parentesi frizzi e lazzi)

ciao
panz

La Francese ha detto...

eggià!
è stato proprio bello!
anche le crescentine con salumi e co...
stupende!
la cucina bolognese, dandosi il giusto tempo di digestione, è stupenda!

io sono per tornaci con la bella stagione così mi autoinvito al condominio bandiera!
sono curiosa di vederne gli abitanti!

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