giovedì 5 aprile 2007

"L'entratura"

Sabato sera, la Grande Casa ci aspetta a cena.
Usciamo dal nostro giaciglio e dal nostro torpore della Piccola Casa e ci prepariamo velocemente, già con i nostri 20 minuti abbondanti di ritardo. La prima sosta è al cassonetto della spazzatura, della carta, dove Nath mi aiuta a gettare anni di riviste accatastati in casa mia.
Il peso non è tanto quello della carta, del distacco dalle parole non lette.

Nella Grande Casa il camino arde e il carbone scoppietta.
Entriamo, Il Grande Francese saluta Nath, io già non esisto più.
Arriva anche la Mamma Francese e dopo poche parole sparisce in cucina.
Niente è pronto. Incredibile, Lei che prepara sempre tutto prima, non ha ancora disposto niente.
Che mi abbia davvero dato ascolto a non abbia preparato cibo per dieci?
Aspettiamo. Sfogliamo i giornali, cerchiamo le notizie dei recenti scandali locali che animeranno poi tutta la conversazione a tavola. La pacchia dura poco, tre giri della morte alla Follepiccolagatta e poi un richiamo dalla cucina: - Tesoro, lo prepari tu un antipasto?
La mamma è sempre la mamma, meglio accondiscendere. Sulla tavola apparecchiata inizio ad affettare formaggi ed affettati per un piccolo aperitivo, il Grande Francese stappa una bottiglia e con i bicchieri in mano siamo già di casa.
Arriva il piatto forte, la bovina arsa sulla brace e altre leccornie ad infagottarci ben bene per la notte. ...dopo la sanguinolenta ecco i morellini cotti al vapore con l'introvabile mentuccia- nipitella per i non meridionali - che Mamma Francese si ostina a chiamare alla giudia pur non facendogli vedere una goccia d'olio, poi è l'ora dell'Insalata del Grande Francese, e la Pastiera e le fragole con la contestata panna. Intanto fioccano tappi e il vino si profonde nei bicchieri. Letteralmente strippati, perdiamo qualche minuto a fare il giro del mondo su di una mappa - innamorati girovaghi siamo!- facendo capire a Mamma Francese dove sono i monti di Nath, ad altri mille possibile percorsi per i nostri corpi innamorati. Quando gli azzurri fanali del Grande Francese si assentano, capiamo che è l'ora di levare il disturbo e di tornare alla Piccola Casa, al nostro letto, al nostro tempo alla nostra vita vera del week end

La domenica pomeriggio, quando Nath ha già varcato il predellino dell'ES ed io ho già percorso a ritroso la strada dalla stazione, suona il telefono della Piccola Casa. È la Mamma Francese, qualche parole d'introduzione e pronuncia la fatidica domanda: - che impressione abbiamo fatto? Io non so rispondere e temporeggio: - come che impressione avete fatto, voi?
Lei: - Sai, quando Tizia mi ha chiesto com'è, non ho saputo rispondere, è come se fosse sempre stato di casa.

8 commenti:

Francesca Palmas ha detto...

eheheheh l'ingresso in famiglia è sempre un momentone...
Io entrai a casa del coniglio per caso : eravamo nel posto di villeggiatura dove lui ha la villetta al mare e aveva sbagliato l'orario del pullman mio...Così mentr lui correva a lavoro io sono rimasta 2 ore con sua mamma!!!
Un bacio ;)

Anonimo ha detto...

di casa?
nonostante questo mio algido accento?
:-)

Anonimo ha detto...

è dolcissimo il tuo algido e pulito accento :-)
...meglio di quando ti sforzi di fare la ragazza di san frediano...

Anonimo ha detto...

coniglia,
mamma-coniglio ne ha approfittato per piazzarti una lampada in viso e mitragliarti di domande?

Francesca Palmas ha detto...

.....si!!!!

Anonimo ha detto...

buona cena e buona pasqua..!!

Anonimo ha detto...

ma che bello!!!! dopo un pranzo del genere spero che anche nath si senta già di casa!!! buona pasqua innamorati erranti...

Lajules ha detto...

Che bella storia e che bel pranzo. Io ho uno strano ricordo del giorno che ho conosciuto i miei suoceri. Mentre loro scambiavano commenti arguti sulla situazione political internazionale, con Alec che appassionatamente diceva la sua, io si arrabattavo sul divano cercando liberarmi dalle attenzioni sessuali dei due golden retriever di casa.

Sempre bello leggervi,

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